Uno sguardo su Palazzo Chigi
Palazzo Chigi è sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri dal 1961. Dopo l’acquisto da parte dello Stato nel 1917, il Palazzo divenne sede prima del Ministero delle Colonie, poi del Ministero degli Esteri.
La storia architettonica di Palazzo Chigi attraversa più di tre secoli nel corso dei quali si sono succeduti diversi progetti.
Il sito dove oggi sorge il Palazzo era occupato da botteghe e piccole abitazioni medievali fino a quando, tra il 1578 e il 1580, Pietro Aldobrandini acquistò due di questi immobili per dotarsi di una dimora prestigiosa. I lavori proseguirono a fasi alterne con l’acquisto di altre casette fino al 1622 quando Donna Olimpia, divenuta unica erede della famiglia, portò a compimento gran parte del Palazzo.
Il nucleo aldobrandiniano corrisponde all’angolo tra via del Corso e Piazza Colonna ed era già dotato di importanti decorazioni quando nel 1659 Fabio Chigi, divenuto Papa con il nome di Alessandro VII, decise di acquistarlo per farne la residenza dei familiari giunti a Roma da Siena al suo seguito. Negli anni successivi vennero acquistate le case adiacenti e i lavori di ampliamento, su via dello Sdrucciolo e via dell’Impresa, furono affidati prima a Felice dalla Greca e poi a Giovan Battista Contini.
Sul finire del 1700 Palazzo Chigi poteva quindi considerarsi terminato nelle sue strutture essenziali.
Uno sguardo su Palazzo Chigi
Uno sguardo su Palazzo Chigi
Palazzo Chigi è sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri dal 1961. Dopo l’acquisto da parte dello Stato nel 1917, il Palazzo divenne sede prima del Ministero delle Colonie, poi del Ministero degli Esteri.
La storia architettonica di Palazzo Chigi attraversa più di tre secoli nel corso dei quali si sono succeduti diversi progetti.
Il sito dove oggi sorge il Palazzo era occupato da botteghe e piccole abitazioni medievali fino a quando, tra il 1578 e il 1580, Pietro Aldobrandini acquistò due di questi immobili per dotarsi di una dimora prestigiosa. I lavori proseguirono a fasi alterne con l’acquisto di altre casette fino al 1622 quando Donna Olimpia, divenuta unica erede della famiglia, portò a compimento gran parte del Palazzo.
Il nucleo aldobrandiniano corrisponde all’angolo tra via del Corso e Piazza Colonna ed era già dotato di importanti decorazioni quando nel 1659 Fabio Chigi, divenuto Papa con il nome di Alessandro VII, decise di acquistarlo per farne la residenza dei familiari giunti a Roma da Siena al suo seguito. Negli anni successivi vennero acquistate le case adiacenti e i lavori di ampliamento, su via dello Sdrucciolo e via dell’Impresa, furono affidati prima a Felice dalla Greca e poi a Giovan Battista Contini.
Sul finire del 1700 Palazzo Chigi poteva quindi considerarsi terminato nelle sue strutture essenziali.
Sala del Consiglio dei Ministri
A partire dal marzo 1961, anno in cui Palazzo Chigi diventa sede della Presidenza del Consiglio, la Sala del Consiglio dei Ministri ospita le riunioni dell’esecutivo.
Sotto il soffitto si dispiega un fregio decorato dal pittore austriaco Giovanni Paolo Schor al cui interno sono inquadrate figure mitologiche a mezzobusto. Spiccano sulle pareti due grandi arazzi, realizzati dal fiammingo Leyniers, raffiguranti le storie della vita di Alessandro Magno. Nella sala è collocato un caminetto di fine ‘700 di marmo bianco e nella parete di fondo gli scranni in legno di un antico coro. Il tavolo rotondo al centro ha sostituito quello rettangolare proveniente dal Viminale e utilizzato per le prime riunioni del Consiglio.
Sala del Consiglio dei Ministri
Sala del Consiglio dei Ministri
A partire dal marzo 1961, anno in cui Palazzo Chigi diventa sede della Presidenza del Consiglio, la Sala del Consiglio dei Ministri ospita le riunioni dell’esecutivo.
Sotto il soffitto si dispiega un fregio decorato dal pittore austriaco Giovanni Paolo Schor al cui interno sono inquadrate figure mitologiche a mezzobusto. Spiccano sulle pareti due grandi arazzi, realizzati dal fiammingo Leyniers, raffiguranti le storie della vita di Alessandro Magno. Nella sala è collocato un caminetto di fine ‘700 di marmo bianco e nella parete di fondo gli scranni in legno di un antico coro. Il tavolo rotondo al centro ha sostituito quello rettangolare proveniente dal Viminale e utilizzato per le prime riunioni del Consiglio.
Sala delle Quattro Stagioni o dei Mappamondi
Decorata da Annibale Angelini e Vincenzo Paliotti in occasione delle nozze, nel 1857, fra Mario Chigi e la principessa Antonietta Sayn Wittgenstein, la Sala delle Quattro Stagioni prende il nome dagli affreschi nelle lunette della volta: Primavera ed Estate sul lato orientale, Autunno e Inverno su quello occidentale, verso il cortile.
Al centro della volta, all’interno di un drappo sorretto da putti, gli stemmi delle due famiglie hanno sostituito quello originario degli Aldobrandini. Il fregio lungo le pareti è invece caratterizzato da quattro ovali in cui putti alati, armati di freccia, cavalcano animali reali e fantastici.
Ai lati della porta da cui si accede alla Sala del Consiglio dei Ministri sono presenti due mappamondi di Matthäus Greuter. Su uno è rappresentata la sfera celeste (1636), sull’altro le terre emerse allora conosciute (1632).
Sala delle Quattro Stagioni o dei Mappamondi
Sala delle Quattro Stagioni o dei Mappamondi
Decorata da Annibale Angelini e Vincenzo Paliotti in occasione delle nozze, nel 1857, fra Mario Chigi e la principessa Antonietta Sayn Wittgenstein, la Sala delle Quattro Stagioni prende il nome dagli affreschi nelle lunette della volta: Primavera ed Estate sul lato orientale, Autunno e Inverno su quello occidentale, verso il cortile.
Al centro della volta, all’interno di un drappo sorretto da putti, gli stemmi delle due famiglie hanno sostituito quello originario degli Aldobrandini. Il fregio lungo le pareti è invece caratterizzato da quattro ovali in cui putti alati, armati di freccia, cavalcano animali reali e fantastici.
Ai lati della porta da cui si accede alla Sala del Consiglio dei Ministri sono presenti due mappamondi di Matthäus Greuter. Su uno è rappresentata la sfera celeste (1636), sull’altro le terre emerse allora conosciute (1632).
Sala dei Galeoni o delle Galere
La Sala prende il nome dai cinque bassorilievi in stucco bianco raffiguranti delle galere in navigazione, collocati sopra le porte della sala nel 1917 quando Palazzo Chigi divenne sede del Ministero delle Colonie.
Gli stucchi richiamano il ricco cornicione che gira intorno alle pareti, decorato con 72 volti di donna, uno diverso dall'altro, che simboleggiano le etnie del mondo. La Sala è impreziosita da un grande lampadario di Murano di gusto settecentesco, ma di recente fattura. Alle pareti due grandi tele di Giovan Battista Pace, che riproducono gli affreschi del Cavalier d’Arpino situati nel Palazzo dei Conservatori in Campidoglio: la “Battaglia di Tullo Ostilio contro i Veienti e i Fidenati” e il “Combattimento tra gli Orazi e i Curiazi”.
Nella Sala si trovano le due terrecotte settecentesche “Il Giorno e la Notte” di Bartolomeo Cavaceppi.
Solitamente questa Sala è utilizzata per le dichiarazioni alla stampa del Presidente del Consiglio al termine degli incontri con i Capi di Stato e di Governo.
Sala dei Galeoni o delle Galere
Sala dei Galeoni o delle Galere
La Sala prende il nome dai cinque bassorilievi in stucco bianco raffiguranti delle galere in navigazione, collocati sopra le porte della sala nel 1917 quando Palazzo Chigi divenne sede del Ministero delle Colonie.
Gli stucchi richiamano il ricco cornicione che gira intorno alle pareti, decorato con 72 volti di donna, uno diverso dall'altro, che simboleggiano le etnie del mondo. La Sala è impreziosita da un grande lampadario di Murano di gusto settecentesco, ma di recente fattura. Alle pareti due grandi tele di Giovan Battista Pace, che riproducono gli affreschi del Cavalier d’Arpino situati nel Palazzo dei Conservatori in Campidoglio: la “Battaglia di Tullo Ostilio contro i Veienti e i Fidenati” e il “Combattimento tra gli Orazi e i Curiazi”.
Nella Sala si trovano le due terrecotte settecentesche “Il Giorno e la Notte” di Bartolomeo Cavaceppi.
Solitamente questa Sala è utilizzata per le dichiarazioni alla stampa del Presidente del Consiglio al termine degli incontri con i Capi di Stato e di Governo.
Sale degli Arazzi
Dalla Sala dei Galeoni si accede alle Sale degli Arazzi. Il soffitto a volta, suddiviso in riquadri e lunette, poggia su una ricca fascia di fregi in stucco.
La prima sala, adibita ad anticamera del Segretario generale della Presidenza del Consiglio, è arredata con divani e poltrone in legno intagliato e dorato della seconda metà del XVIII secolo.
Alle pareti, tre arazzi della serie di Alessandro Magno di Jan Leyniers e due consolle in lacca e oro con gambe ornate da mascheroni.
Nel secondo salone, adibito a sala riunioni, due arazzi raffiguranti storie di Noè, "Diluvio universale" e "Ebbrezza di Noè", e due quadri ottocenteschi rappresentanti episodi risorgimentali.
Sale degli Arazzi
Sale degli Arazzi
Dalla Sala dei Galeoni si accede alle Sale degli Arazzi. Il soffitto a volta, suddiviso in riquadri e lunette, poggia su una ricca fascia di fregi in stucco.
La prima sala, adibita ad anticamera del Segretario generale della Presidenza del Consiglio, è arredata con divani e poltrone in legno intagliato e dorato della seconda metà del XVIII secolo.
Alle pareti, tre arazzi della serie di Alessandro Magno di Jan Leyniers e due consolle in lacca e oro con gambe ornate da mascheroni.
Nel secondo salone, adibito a sala riunioni, due arazzi raffiguranti storie di Noè, "Diluvio universale" e "Ebbrezza di Noè", e due quadri ottocenteschi rappresentanti episodi risorgimentali.
Casino del Bel Respiro
Uno sguardo su Palazzo Chigi si allarga all'interno del parco di Villa Doria Pamphilj, al Casino del Bel Respiro, sede di rappresentanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri dal 1984.
Il Casino del Bel Respiro, voluto dal Pontefice Innocenzo X (Giovanni Battista Pamphilj) come residenza di campagna, è detto anche dell'Algardi dal nome dello scultore che con Giovanni Francesco Grimaldi, su progetto del Bernini, ne ha curato la realizzazione a partire dal 1644.
Il Casino, le cui facciate sono riccamente decorate da rilievi, fregi e statue, presenta una pianta di tipo palladiano, con un grande salone circolare centrale.
I giardini sono organizzati su tre livelli: il giardino d’ingresso è posto su un terrazzamento che affaccia su via Aurelia Antica e si apre davanti alla Villa con un emiciclo tracciato da statue e da qui, attraverso due scale laterali, si scende al Giardino segreto, caratterizzato dalla presenza di siepi sempreverdi che ricordano nella forma i simboli araldici dei Pamphilj, la colomba e il giglio. Tramite una scalinata si accede poi al sottostante Giardino del Teatro, che oggi è parco pubblico.
Nel giardino superiore è presente una zona archeologica costituita da tre aree sepolcrali di epoca romana: il Piccolo e il Grande Colombario, scoperti nel 1821 e nel 1838, e quello di Scribonius Menophilus, rinvenuto nel 1984.
Casino del Bel Respiro
Casino del Bel Respiro
Uno sguardo su Palazzo Chigi si allarga all'interno del parco di Villa Doria Pamphilj, al Casino del Bel Respiro, sede di rappresentanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri dal 1984.
Il Casino del Bel Respiro, voluto dal Pontefice Innocenzo X (Giovanni Battista Pamphilj) come residenza di campagna, è detto anche dell'Algardi dal nome dello scultore che con Giovanni Francesco Grimaldi, su progetto del Bernini, ne ha curato la realizzazione a partire dal 1644.
Il Casino, le cui facciate sono riccamente decorate da rilievi, fregi e statue, presenta una pianta di tipo palladiano, con un grande salone circolare centrale.
I giardini sono organizzati su tre livelli: il giardino d’ingresso è posto su un terrazzamento che affaccia su via Aurelia Antica e si apre davanti alla Villa con un emiciclo tracciato da statue e da qui, attraverso due scale laterali, si scende al Giardino segreto, caratterizzato dalla presenza di siepi sempreverdi che ricordano nella forma i simboli araldici dei Pamphilj, la colomba e il giglio. Tramite una scalinata si accede poi al sottostante Giardino del Teatro, che oggi è parco pubblico.
Nel giardino superiore è presente una zona archeologica costituita da tre aree sepolcrali di epoca romana: il Piccolo e il Grande Colombario, scoperti nel 1821 e nel 1838, e quello di Scribonius Menophilus, rinvenuto nel 1984.
Sala delle Scienze
La Sala delle Scienze, a cui si accede dalla Sala delle Quattro Stagioni, si trova nella parte più antica del palazzo: ciò è rivelato non solo da una minore ampiezza degli ambienti e dal soffitto più basso rispetto a quello delle sale precedenti, ma anche dalla fascia affrescata con riquadri romboidali di origine seicentesca.
La sala è impreziosita da tre medaglioni, disposti sopra le porte dorate settecentesche, dipinti a olio su tela da Gioacchino Agricola nel 1770, raffiguranti le Allegorie della Geografia, dell’Astronomia e della Geometria, che documentano l’interesse della famiglia Chigi per le tematiche scientifiche e per gli strumenti di indagine della natura.
Sulle pareti, un dipinto eseguito nel 1658 da Michele Pace, noto come Michelangelo del Campidoglio, e uno di Frans Snyders.
Sala delle Scienze
Sala delle Scienze
La Sala delle Scienze, a cui si accede dalla Sala delle Quattro Stagioni, si trova nella parte più antica del palazzo: ciò è rivelato non solo da una minore ampiezza degli ambienti e dal soffitto più basso rispetto a quello delle sale precedenti, ma anche dalla fascia affrescata con riquadri romboidali di origine seicentesca.
La sala è impreziosita da tre medaglioni, disposti sopra le porte dorate settecentesche, dipinti a olio su tela da Gioacchino Agricola nel 1770, raffiguranti le Allegorie della Geografia, dell’Astronomia e della Geometria, che documentano l’interesse della famiglia Chigi per le tematiche scientifiche e per gli strumenti di indagine della natura.
Sulle pareti, un dipinto eseguito nel 1658 da Michele Pace, noto come Michelangelo del Campidoglio, e uno di Frans Snyders.
Biblioteca Chigiana
Al quarto piano di Palazzo Chigi si trova il salone dell’antica libraria realizzata alla fine del ‘600 dall’architetto Giovan Battista Contini.
La sala è interamente rivestita da una scaffalatura in legno, scandita da colonne percorse a metà altezza da un ballatoio praticabile.
La Biblioteca Chigiana è l’unico ambiente dell’assetto originale del Palazzo che resta ancora oggi adibito alla medesima funzione. Dopo la cessione da parte dello Stato italiano del patrimonio librario alla Biblioteca Vaticana nel 1923, oggi la Biblioteca ospita nei suoi antichi scaffali un fondo librario moderno e funzionale all'attività del Governo.
L’ultimo restauro è avvenuto nel 2008.
Biblioteca Chigiana
Biblioteca Chigiana
Al quarto piano di Palazzo Chigi si trova il salone dell’antica libraria realizzata alla fine del ‘600 dall’architetto Giovan Battista Contini.
La sala è interamente rivestita da una scaffalatura in legno, scandita da colonne percorse a metà altezza da un ballatoio praticabile.
La Biblioteca Chigiana è l’unico ambiente dell’assetto originale del Palazzo che resta ancora oggi adibito alla medesima funzione. Dopo la cessione da parte dello Stato italiano del patrimonio librario alla Biblioteca Vaticana nel 1923, oggi la Biblioteca ospita nei suoi antichi scaffali un fondo librario moderno e funzionale all'attività del Governo.
L’ultimo restauro è avvenuto nel 2008.
Sala dei Paesaggi Boscosi
La Sala dei Paesaggi Boscosi, situata al terzo piano del Palazzo, deve il suo nome alle scene di paesaggi dipinte sulle pareti. L’aspetto odierno della sala risale al secondo decennio del 1900: in seguito ai danni causati dal terremoto di Avezzano del 1915 vennero chiuse due delle porte di accesso e le pareti furono decorate da Giorgio Sernicoli, in analogia a quelle preesistenti, con cipressi e pini che si ergono su speroni rocciosi.
La parte originaria della decorazione si è mantenuta nel soffitto dove sono raffigurati amorini danzanti su un cielo nuvoloso che si staglia oltre il parapetto di una terrazza e agli angoli, entro una cornice ovale, monocromi simboleggianti le Arti.
Sala dei Paesaggi Boscosi
Sala dei Paesaggi Boscosi
La Sala dei Paesaggi Boscosi, situata al terzo piano del Palazzo, deve il suo nome alle scene di paesaggi dipinte sulle pareti. L’aspetto odierno della sala risale al secondo decennio del 1900: in seguito ai danni causati dal terremoto di Avezzano del 1915 vennero chiuse due delle porte di accesso e le pareti furono decorate da Giorgio Sernicoli, in analogia a quelle preesistenti, con cipressi e pini che si ergono su speroni rocciosi.
La parte originaria della decorazione si è mantenuta nel soffitto dove sono raffigurati amorini danzanti su un cielo nuvoloso che si staglia oltre il parapetto di una terrazza e agli angoli, entro una cornice ovale, monocromi simboleggianti le Arti.
Anticamera della Sala Verde
Salendo lo Scalone d’Onore fino al terzo piano si accede all’Anticamera della Sala Verde.
Questa sala è caratterizzata dalla presenza sulle pareti delle foto di tutti gli ex Presidenti del Consiglio a partire dal 1861, anno dell’Unità d’Italia; in calce alle foto le date di inizio e fine governo.
Su una delle pareti l’elenco dei Segretari Generali della Presidenza del Consiglio che si sono succeduti nel tempo.
Anticamera della Sala Verde
Anticamera della Sala Verde
Salendo lo Scalone d’Onore fino al terzo piano si accede all’Anticamera della Sala Verde.
Questa sala è caratterizzata dalla presenza sulle pareti delle foto di tutti gli ex Presidenti del Consiglio a partire dal 1861, anno dell’Unità d’Italia; in calce alle foto le date di inizio e fine governo.
Su una delle pareti l’elenco dei Segretari Generali della Presidenza del Consiglio che si sono succeduti nel tempo.
Sala Verde
La Sala Verde, situata al terzo piano di Palazzo Chigi, è così chiamata per il colore della tappezzeria damascata che ricopre le pareti e le sedie.
Occupata al centro da un imponente tavolo ovale, la sala è attrezzata con un impianto di registrazione e dotata di cabine per la traduzione simultanea poste su una balconata a cui si accede mediante due scale a chiocciola coperte da cilindri in legno.
La Sala ospita gli incontri del Governo con i sindacati e le parti sociali: qui il 23 luglio 1993 Governo, imprenditori e sindacati firmarono il Protocollo Ciampi-Giugni che sanciva il criterio della concertazione con le parti sociali. La Sala è utilizzata, inoltre, per le riunioni del Preconsiglio dei Ministri e dell’unità di crisi militare.
Sala Verde
Sala Verde
La Sala Verde, situata al terzo piano di Palazzo Chigi, è così chiamata per il colore della tappezzeria damascata che ricopre le pareti e le sedie.
Occupata al centro da un imponente tavolo ovale, la sala è attrezzata con un impianto di registrazione e dotata di cabine per la traduzione simultanea poste su una balconata a cui si accede mediante due scale a chiocciola coperte da cilindri in legno.
La Sala ospita gli incontri del Governo con i sindacati e le parti sociali: qui il 23 luglio 1993 Governo, imprenditori e sindacati firmarono il Protocollo Ciampi-Giugni che sanciva il criterio della concertazione con le parti sociali. La Sala è utilizzata, inoltre, per le riunioni del Preconsiglio dei Ministri e dell’unità di crisi militare.
Il Cortile
Superato l’androne di accesso al Palazzo da Piazza Colonna si entra nell’ampio e luminoso cortile porticato disegnato da Felice Della Greca.
Il cortile è caratterizzato da una successione di arcate e pilastri quadrati e, a salire, da una fascia decorata con trofei di armi e strumenti musicali in stile cinquecentesco. Al di sopra della fascia si aprono le finestre a timpano arcuato del primo piano. Tra un piano e l’altro un disegno a stucchi in stile barocco.
Il porticato, la decorazione e il ritmo delle finestre si interrompono sul lato tra via del Corso e piazza Colonna, in corrispondenza dell’angolo del vecchio Palazzo Aldobrandini, di cui si conserva ancora la scala originaria. Qui i locali a pian terreno, un tempo adibiti a botteghe, sono oggi occupati dalla Sala Stampa.
Il quarto piano fu realizzato dall’arch. Giovan Battista Contini per ospitare la Biblioteca ricevuta in eredità dal Cardinale Flavio Chigi. Sempre al Contini si deve la monumentale altana verso Montecitorio, costruita per contendere al vicino Palazzo dei Ludovisi il prestigio dell’altezza.
All’interno del cortile si trova una fontana settecentesca decorata con l’emblema della famiglia Chigi, sei colline sormontate da una stella. La fontana risulta posizionata a sinistra rispetto all’attuale ingresso, ma è in asse con quello su via del Corso all’altezza di via del Tritone, oggi chiuso. Qui troviamo due statue antiche che segnano dall’androne l’avvio allo Scalone d’onore le cui rampe sono illuminate da lanternoni in bronzo seicenteschi con la stella araldica dei Chigi e da finestroni a piena altezza.
Il Cortile
Il Cortile
Superato l’androne di accesso al Palazzo da Piazza Colonna si entra nell’ampio e luminoso cortile porticato disegnato da Felice Della Greca.
Il cortile è caratterizzato da una successione di arcate e pilastri quadrati e, a salire, da una fascia decorata con trofei di armi e strumenti musicali in stile cinquecentesco. Al di sopra della fascia si aprono le finestre a timpano arcuato del primo piano. Tra un piano e l’altro un disegno a stucchi in stile barocco.
Il porticato, la decorazione e il ritmo delle finestre si interrompono sul lato tra via del Corso e piazza Colonna, in corrispondenza dell’angolo del vecchio Palazzo Aldobrandini, di cui si conserva ancora la scala originaria. Qui i locali a pian terreno, un tempo adibiti a botteghe, sono oggi occupati dalla Sala Stampa.
Il quarto piano fu realizzato dall’arch. Giovan Battista Contini per ospitare la Biblioteca ricevuta in eredità dal Cardinale Flavio Chigi. Sempre al Contini si deve la monumentale altana verso Montecitorio, costruita per contendere al vicino Palazzo dei Ludovisi il prestigio dell’altezza.
All’interno del cortile si trova una fontana settecentesca decorata con l’emblema della famiglia Chigi, sei colline sormontate da una stella. La fontana risulta posizionata a sinistra rispetto all’attuale ingresso, ma è in asse con quello su via del Corso all’altezza di via del Tritone, oggi chiuso. Qui troviamo due statue antiche che segnano dall’androne l’avvio allo Scalone d’onore le cui rampe sono illuminate da lanternoni in bronzo seicenteschi con la stella araldica dei Chigi e da finestroni a piena altezza.
Salone d’Oro
Al terzo piano di Palazzo Chigi si trova il Salone d'Oro.
Il Salone fu decorato tra il 1765 e il 1767 da numerosi artisti e artigiani, sotto la guida dell'architetto Giovanni Stern, in occasione delle nozze di Sigismondo Chigi con Maria Flaminia Odescalchi. Tra questi ricordiamo lo scultore Tommaso Righi per i putti, i grifoni e le figure femminili e maschili che, in bassorilievo, animano le pareti.
Sempre del Righi le grandi ninfe cacciatrici sopra le porte, sostenenti i dipinti del fiammingo Giovanni De Momper. Il pavimento intarsiato è opera dell’ebanista Andrea Mimmi. Il pittore Giovanni Angeloni dipinse i lacunari del soffitto e il fregio che lo circonda. Infine, la straordinaria decorazione a fogliame in metallo fuso e dorato che incornicia gli specchi e forma la base delle lampade fu eseguita da Luigi Valadier.
La tela seicentesca al centro del soffito, "Diana spiante il sonno di Endimione", è di Giovan Battista Gaulli.
Salone d’Oro
Salone d’Oro
Al terzo piano di Palazzo Chigi si trova il Salone d'Oro.
Il Salone fu decorato tra il 1765 e il 1767 da numerosi artisti e artigiani, sotto la guida dell'architetto Giovanni Stern, in occasione delle nozze di Sigismondo Chigi con Maria Flaminia Odescalchi. Tra questi ricordiamo lo scultore Tommaso Righi per i putti, i grifoni e le figure femminili e maschili che, in bassorilievo, animano le pareti.
Sempre del Righi le grandi ninfe cacciatrici sopra le porte, sostenenti i dipinti del fiammingo Giovanni De Momper. Il pavimento intarsiato è opera dell’ebanista Andrea Mimmi. Il pittore Giovanni Angeloni dipinse i lacunari del soffitto e il fregio che lo circonda. Infine, la straordinaria decorazione a fogliame in metallo fuso e dorato che incornicia gli specchi e forma la base delle lampade fu eseguita da Luigi Valadier.
La tela seicentesca al centro del soffito, "Diana spiante il sonno di Endimione", è di Giovan Battista Gaulli.
Le Bandiere
Sulla facciata di Palazzo Chigi sono esposte la bandiera della Repubblica italiana e quella dell’Unione europea, la cui disposizione è regolata da apposita normativa.
La bandiera italiana occupa il posto d’onore, ossia la posizione a destra (a sinistra per chi si pone di fronte), mentre la bandiera europea occupa la posizione sulla sinistra. In caso di visita di un Capo di Stato o di Governo la bandiera italiana assume il posto centrale; alla sua destra, per ragioni di cortesia, viene collocata la bandiera dello Stato estero. Nel caso in cui l’ospite provenga da un Paese della Ue, la bandiera europea si colloca al centro, quella dell’ospite a destra e il Tricolore a sinistra.
[Inno Nazionale nella versione sinfonica curata dal M° Fulvio Creux ed eseguita dalla Banda dell'Esercito, per gentile concessione di Scomegna Edizioni musicali S.r.l]
Le Bandiere
Le Bandiere
Sulla facciata di Palazzo Chigi sono esposte la bandiera della Repubblica italiana e quella dell’Unione europea, la cui disposizione è regolata da apposita normativa.
La bandiera italiana occupa il posto d’onore, ossia la posizione a destra (a sinistra per chi si pone di fronte), mentre la bandiera europea occupa la posizione sulla sinistra. In caso di visita di un Capo di Stato o di Governo la bandiera italiana assume il posto centrale; alla sua destra, per ragioni di cortesia, viene collocata la bandiera dello Stato estero. Nel caso in cui l’ospite provenga da un Paese della Ue, la bandiera europea si colloca al centro, quella dell’ospite a destra e il Tricolore a sinistra.
[Inno Nazionale nella versione sinfonica curata dal M° Fulvio Creux ed eseguita dalla Banda dell'Esercito, per gentile concessione di Scomegna Edizioni musicali S.r.l]
Sala stampa
La Sala stampa si trova al pianoterra del Palazzo, a destra del portone principale.
La sala è dotata di una adeguata illuminazione che consente a fotografi e cineoperatori di utilizzare le proprie apparecchiature senza flash.
All'interno della sala sono state create postazioni attrezzate con computer dove i giornalisti prendono posto quotidianamente per lavorare e piccoli studi dove possono effettuare i collegamenti in diretta televisiva e radiofonica.
Sala stampa
Sala stampa
La Sala stampa si trova al pianoterra del Palazzo, a destra del portone principale.
La sala è dotata di una adeguata illuminazione che consente a fotografi e cineoperatori di utilizzare le proprie apparecchiature senza flash.
All'interno della sala sono state create postazioni attrezzate con computer dove i giornalisti prendono posto quotidianamente per lavorare e piccoli studi dove possono effettuare i collegamenti in diretta televisiva e radiofonica.
Anticamera Deti
L’Anticamera Deti si trova al primo piano del Palazzo, accanto alla Sala delle Scienze.
La Sala è caratterizzata da una fascia, alla base del soffitto, affrescata da Flaminio Allegrini con una serie di quadretti che, inframmezzati da soggetti paesaggistici, illustrano episodi della vita di Papa Clemente VIII. Negli angoli dei riquadri compare la falce di luna, stemma del Cardinale Giovanni Battista Deti, a cui Olimpia Aldobrandini nel 1626 decise di affidare l’intero immobile, a fronte dell'incarico, soprattutto economico, del completamento dei lavori architettonici del Palazzo e della decorazione dell’Anticamera e delle Sale attigue.
La Sala è dotata di un camino, ornato da una specchiera del 700, in legno dorato e intagliato con figure di sfingi e delfini. Al centro un tavolo del 1670 con un piano di marmo giallo antico sostenuto da quattro putti angolari reggifestone. Al soffitto il grande lampadario di Murano in metallo dorato e cristallo di Boemia a quarantotto luci.
Anticamera Deti
Anticamera Deti
L’Anticamera Deti si trova al primo piano del Palazzo, accanto alla Sala delle Scienze.
La Sala è caratterizzata da una fascia, alla base del soffitto, affrescata da Flaminio Allegrini con una serie di quadretti che, inframmezzati da soggetti paesaggistici, illustrano episodi della vita di Papa Clemente VIII. Negli angoli dei riquadri compare la falce di luna, stemma del Cardinale Giovanni Battista Deti, a cui Olimpia Aldobrandini nel 1626 decise di affidare l’intero immobile, a fronte dell'incarico, soprattutto economico, del completamento dei lavori architettonici del Palazzo e della decorazione dell’Anticamera e delle Sale attigue.
La Sala è dotata di un camino, ornato da una specchiera del 700, in legno dorato e intagliato con figure di sfingi e delfini. Al centro un tavolo del 1670 con un piano di marmo giallo antico sostenuto da quattro putti angolari reggifestone. Al soffitto il grande lampadario di Murano in metallo dorato e cristallo di Boemia a quarantotto luci.
Salotto Giallo
Il Salotto giallo si trova al primo piano di Palazzo Chigi e, con le attigue Anticamera e Galleria Deti, costituisce l’originario appartamento Aldobrandini Deti, la cui decorazione fu commissionata a Flaminio Allegrini dal Cardinal Deti tra il 1626 e il 1630. In questa sala il fregio che corre intorno alle pareti, sotto il soffitto a travi in legno, celebra le imprese di Giovanni Francesco Aldobrandini, marito di Olimpia. Agli angoli è presente il doppio stemma dei Chigi e dei Sayn, inserito nell’800 in occasione del matrimonio tra Mario Chigi e Antonietta Sayn. Su una parete, ai lati del camino ornato da una specchiera settecentesca analoga a quella dell’Anticamera, troviamo il ritratto giovanile di Laura Marsili Chigi, madre di Alessandro VII, e il “Ritratto di donna con diadema” della Scuola Toscana del sedicesimo secolo. Su un'altra parete “Il Diluvio” di Francesco Bassano.
In questa sala il Presidente del Consiglio accoglie gli ospiti e le delegazioni al seguito per i colloqui.
Salotto Giallo
Salotto Giallo
Il Salotto giallo si trova al primo piano di Palazzo Chigi e, con le attigue Anticamera e Galleria Deti, costituisce l’originario appartamento Aldobrandini Deti, la cui decorazione fu commissionata a Flaminio Allegrini dal Cardinal Deti tra il 1626 e il 1630. In questa sala il fregio che corre intorno alle pareti, sotto il soffitto a travi in legno, celebra le imprese di Giovanni Francesco Aldobrandini, marito di Olimpia. Agli angoli è presente il doppio stemma dei Chigi e dei Sayn, inserito nell’800 in occasione del matrimonio tra Mario Chigi e Antonietta Sayn. Su una parete, ai lati del camino ornato da una specchiera settecentesca analoga a quella dell’Anticamera, troviamo il ritratto giovanile di Laura Marsili Chigi, madre di Alessandro VII, e il “Ritratto di donna con diadema” della Scuola Toscana del sedicesimo secolo. Su un'altra parete “Il Diluvio” di Francesco Bassano.
In questa sala il Presidente del Consiglio accoglie gli ospiti e le delegazioni al seguito per i colloqui.
Galleria Deti, lo studio del Presidente
La Galleria Deti, oggi adibita a studio del Presidente del Consiglio, è l’ultima sala dell’originario appartamento Aldobrandini-Deti.
La Galleria appare completamente diversa dall’Anticamera e dal Salotto Giallo sia nella struttura architettonica che nella decorazione. La volta, ricca di dorature, è affrescata da Flaminio Allegrini con soggetti biblici che rappresentano il peccato e la redenzione del genere umano. Al centro del soffitto appaiono tre scene della Genesi: il “Peccato originale”, la “Creazione di Eva” e la “Cacciata dal Paradiso Terrestre”. Ovunque ricorre il motivo araldico del Cardinal Deti, la luna falcata, che agli angoli inquadra il rastrello e le stelle degli Aldobrandini.
Galleria Deti, lo studio del Presidente
Galleria Deti, lo studio del Presidente
La Galleria Deti, oggi adibita a studio del Presidente del Consiglio, è l’ultima sala dell’originario appartamento Aldobrandini-Deti.
La Galleria appare completamente diversa dall’Anticamera e dal Salotto Giallo sia nella struttura architettonica che nella decorazione. La volta, ricca di dorature, è affrescata da Flaminio Allegrini con soggetti biblici che rappresentano il peccato e la redenzione del genere umano. Al centro del soffitto appaiono tre scene della Genesi: il “Peccato originale”, la “Creazione di Eva” e la “Cacciata dal Paradiso Terrestre”. Ovunque ricorre il motivo araldico del Cardinal Deti, la luna falcata, che agli angoli inquadra il rastrello e le stelle degli Aldobrandini.