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08 Giugno 2024

L'arrivo in Italia dei bambini haitiani adottati

L'arrivo all'aeroporto militare di Ciampino dei dieci bambini di Haiti adottati da famiglie italiane. Ad accoglierli, oltre alle loro famiglie di adozione, la Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella.

08 Giugno 2024

Arrivano in Italia dieci bambini haitiani adottati

Il Governo italiano si è attivato per far giungere in Italia dieci bambini di Haiti adottati da famiglie italiane, che per ragioni di sicurezza legate alla grave situazione in corso nella nazione caraibica, segnata da una devastante criminalità, non avevano potuto finora lasciare le loro residenze (nove si trovavano nella capitale Port Au Prince e uno in una località a circa 200 km di distanza).

07 Giugno 2024

Verona, il Presidente Meloni all'evento "La grande opera italiana patrimonio dell'umanità"

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e alle Alte Autorità dello Stato, ha partecipato all'evento "La grande opera italiana patrimonio dell'umanità" all'Arena di Verona.

07 Giugno 2024

Decreto di riconoscimento delle associazioni legittimate a costituirsi in giudizio per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni

Il Dipartimento per le politiche in favore delle persone con disabilità ha pubblicato il decreto 8 maggio 2024 del Ministro per le disabilità di concerto con il Ministro per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali concernente il riconoscimento delle associazioni ed enti legittimati a costituirsi in giudizio per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni (legge 1 marzo 2006, n. 67, art. 4).

Nuova carta “Dedicata a Te” 2024, il videomessaggio del Presidente Meloni

Giovedì, 6 Giugno 2024

Dal giorno in cui sono diventata Presidente del Consiglio la mia priorità è sempre stata una soltanto: lavorare per aiutare le famiglie, sostenere in particolare le famiglie più fragili, le famiglie in difficoltà. Famiglie che per far fronte alle spese di tutti i giorni si sono dovute confrontare in questi anni con un nemico in più, che era l'inflazione.

È la ragione che ha spinto il Governo a concentrare gran parte delle risorse disponibili in misure di carattere redistributivo e a sostegno dei redditi più bassi, così da dare un aiuto concreto a coloro che ne avevano più bisogno.

Lo abbiamo fatto tagliando i contributi a carico dei lavoratori dipendenti, azzerandoli per le mamme lavoratrici dipendenti con almeno due figli, riducendo l'IRPEF, abbassando le tasse sui premi di produttività fino a 3000 euro e alzando la soglia di detassazione del cosiddetto beneficio marginale, che i datori di lavoro possono dare ai lavoratori, con un occhio di favore a quei lavoratori che hanno figli a carico.

Ma lo abbiamo fatto anche aumentando le pensioni minime, indicizzando pienamente quelle fino a quattro volte il minimo INPS, con un'iniziativa che è stata molto apprezzata dalle famiglie, che è la Carta "Dedicata a te".

È una carta che permette alle famiglie, con un reddito ISEE fino a 15.000 euro, di avere un plafond a disposizione da poter spendere per l'acquisto di genero di prima necessità, alimentari, carburanti, abbonamenti del trasporto pubblico locale. È un'iniziativa che il Governo ha deciso di confermare e rifinanziare anche aggiungendo maggiori risorse.

Destiniamo alla carta 600 milioni di euro e questo ci consente di raggiungere due obiettivi a  cui tenevamo particolarmente: alzare il  plafond a 500 euro e allargare la platea  dei beneficiari. Ma questa carta ci consente anche di ottenere un altro scopo, che è sostenere le filiere produttive italiane. È un'iniziativa frutto di un grande lavoro di squadra.

Desidero ringraziare non solo tutti i Ministri che hanno lavorato su questa iniziativa, a partire dal Ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco  Lollobrigida, ma anche i Comuni, l'INPS, Poste Italiane, la filiera agroalimentare nel suo complesso, oltre ovviamente agli esercenti e alla distribuzione.

Un grande lavoro di sistema, un lavoro corale che ci consente oggi di confermare questo piccolo ma decisivo aiuto ulteriore per le famiglie più fragili ed esposte all'inflazione.
 

06 Giugno 2024

Nuova carta "Dedicata a Te" 2024, conferenza stampa di presentazione

Conferenza stampa di presentazione della nuova carta “Dedicata a Te” 2024 a Palazzo Chigi. Hanno partecipato il Ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida e, in videocollegamento, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, alla presenza del Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci e del Presidente dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), Gabriele Fava.

06 Giugno 2024

Nuova carta "Dedicata a Te" 2024, conferenza stampa di presentazione

Conferenza stampa di presentazione della nuova carta “Dedicata a Te” 2024 a Palazzo Chigi. Hanno partecipato il Ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida e, in videocollegamento, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, alla presenza del Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci e del Presidente dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), Gabriele Fava.

06 Giugno 2024

Nuova carta "Dedicata a Te" 2024, conferenza stampa di presentazione

Si è svolta a Palazzo Chigi la conferenza stampa di presentazione della nuova carta “Dedicata a Te” 2024. Hanno partecipato il Ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida e, in videocollegamento, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone.

05 Giugno 2024

Procedura di stabilizzazione del personale non dirigenziale in servizio presso la PCM reclutato per gli interventi del PNRR: approvazione dei candidati idonei

Approvazione dell’individuazione dei candidati risultati idonei in esito alla procedura di stabilizzazione a tempo indeterminato e pieno del personale non dirigenziale a tempo determinato in servizio presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e reclutato per l’attuazione degli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza da inquadrare nei ruoli non dirigenziali della Presidenza del Consiglio dei ministri, Categoria A, posizione economica F1.

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Visita in Albania, introduzione del Presidente Meloni delle dichiarazioni con il Primo Ministro Rama

Mercoledì, 5 Giugno 2024

Grazie Primo Ministro, buongiorno a tutti.

Voglio dire che sono contenta di essere qui, che sono contenta di avere questa occasione, che sono contenta di aver con il Primo Ministro Edi Rama avuto l'occasione di verificare lo stato d'attuazione delle strutture che erano previste dal Protocollo d'Intesa tra Italia e Albania, che i nostri governi hanno sottoscritto sette mesi fa per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria.

Voglio dire che, chiaramente, come si evince molto bene dalle parole del Primo Ministro Edi Rama, Italia e Albania sono storicamente Nazioni amiche, sono storicamente Nazioni abituate a lavorare e a collaborare insieme. E voglio ringraziare ancora una volta il Primo Ministro Rama, tutto il popolo albanese per aver offerto il loro aiuto all'Italia, per aver stretto con noi un Accordo che io considero un Accordo di grande respiro europeo. 

Al Primo Ministro Rama, al popolo albanese, seguendo le parole che abbiamo appena ascoltato, voglio anche rinnovare tutta la mia solidarietà, la mia vicinanza, la vicinanza del Governo italiano, del popolo italiano, per gli attacchi che hanno ricevuto in questi mesi, da quando cioè hanno deciso di offrire, anche con questo Governo, la loro collaborazione all'Italia. 
Noi abbiamo assistito in questi mesi a una durissima campagna denigratoria del Governo albanese, della Nazione nel suo complesso, che è stata addirittura dipinta come una sorta di narco-Stato controllato dalla criminalità organizzata. Solo che qualcosa in questo racconto non torna. Perché non è la prima volta che il Primo Ministro Rama e l'Albania, come si ricordava, offrono la loro collaborazione all'Italia, solo che in tutti i casi precedenti l'Albania è sempre stata giustamente raccontata come una Nazione che dimostrava la sua sincera voglia di essere parte della casa comune europea e quindi di cercare soluzioni comuni con gli altri Paesi e che non mancava mai, in particolare con l'Italia, di far avere il suo supporto. 
Io ricordo l'ultima volta in cui questo è accaduto - l'ultima volta in ordine cronologico - quando nei giorni più drammatici dell'emergenza Covid il Governo albanese con generosità e con coraggio inviò 30, tra medici e infermieri, in Lombardia, epicentro del contagio. 
Anche in quell'occasione, come in tutte le precedenti, il Primo Ministro Rama fu lodato, fu ringraziato. Uno dei principali quotidiani italiani titolò allora “la favola bella del Premier Rama, per lui elogio bipartisan della politica italiana”; quello stesso quotidiano oggi lo definisce spregiudicato, perché per molti il punto di vista è cambiato quando il Governo ha deciso di continuare questa collaborazione anche con il nuovo Governo italiano, come aveva fatto almeno con i cinque Governi precedenti, ma insomma per quello che sono stato in grado di ricostruire.

Però voglio dire al Primo Ministro Rama, se lo può consolare, che il bersaglio in realtà non è lui e che gli italiani capiscono, sono riconoscenti, sono riconoscenti al Governo, sono riconoscenti al popolo albanese per questo altro sforzo importante di amicizia che sta facendo per darci una mano. 

Quando l'estate scorsa io sono venuta qui in Albania e ho iniziato a discutere con il Primo Ministro Rama di questo accordo, noi siamo partiti da alcune considerazioni di fondo. La prima di queste considerazioni - come diceva anche Edi - è che l'immigrazione irregolare di massa è un fenomeno che chiaramente l'Unione europea e gli Stati membri della Ue non possono affrontare da soli. Da questo punto di vista riteniamo che la collaborazione anche degli Stati Ue con gli Stati - speriamo per poco tempo - ancora extra-Ue sia fondamentale, e che sia importante lavorare tutti insieme per rilanciare e rafforzare quella cooperazione. 
Allora, Italia e Albania hanno lavorato insieme a questo Accordo che fa esattamente questo e che si pone sostanzialmente tre obiettivi: contrastare il traffico di esseri umani; prevenire i flussi migratori irregolari; accogliere in Europa solamente chi ne ha davvero diritto, chi ha davvero diritto alla protezione internazionale. 

Con questo Accordo l'Albania, come voi sapete, ha dato la possibilità all'Italia di utilizzare alcune aree demaniali albanesi, Shengjin - che è dove ci troviamo oggi - e l'area di Gjader - tra Lezha e Scutari -, nelle quali l'Italia sta realizzando due strutture dove gestire l'ingresso e l'accoglienza temporanea degli immigrati che vengono intercettati in mare. Si tratta, come ho detto molte volte, di un accordo estremamente innovativo. Quando noi lo abbiamo sottoscritto, forse lo ricorderete, mi sono augurata che potesse diventare un modello e oggi possiamo dire con orgoglio che lo sta diventando, se è vero come è vero, che qualche settimana fa circa quindici Nazioni europee su ventisette, quindi la maggioranza degli Stati membri dell'Unione europea, ha sottoscritto e ha inviato un appello alla Commissione europea sull'immigrazione per chiedere, tra le altre cose, che l'Unione segua il modello italiano dell'Accordo con l'Albania. Perfino la Germania, anche essa a guida socialista, ha dichiarato attraverso le parole del suo Ministro dell'Interno di seguire con interesse questo Accordo.

Allora noi, chiaramente forti di questa attenzione che ci arriva anche dai nostri partner internazionali, oggi, a sette mesi dalla firma dell'Accordo, siamo qui per annunciare il completamento della prima struttura, quella nella quale ci troviamo, di Shengjin. La struttura nella quale ci troviamo assolverà le funzioni tipiche dei centri di prima accoglienza, cioè gli hotspot, che chiaramente ci sono anche in Italia, che sono dedicati ai migranti che vengono soccorsi e sbarcati. Qui quindi si effettua, per capirci, lo screening sanitario, l'identificazione, il fotosegnalamento, la formalizzazione della domanda di protezione internazionale. Al porto di Shengjin potranno sbarcare, come pure abbiamo già detto, solamente migranti salvati in acque internazionali da navi italiane, mentre non saranno portati in Albania soggetti vulnerabili, ovvero minori, donne, anziani, persone fragili.

L'altra struttura, quella di Gjader, che è in via di completamento, avrà invece tre diverse finalità. Sarà la struttura dove verranno espletate le procedure accelerate di frontiera che, come voi sapete, devono essere completate in massimo 28 giorni e prevedono: l'udienza di convalida; l'esame della domanda di protezione internazionale da parte della Commissione d'asilo, che avverrà da remoto; la decisione su eventuali ricorsi. I migranti che potranno essere sottoposti alla procedura accelerata saranno quelli provenienti dai cosiddetti Paesi di origine sicuri, elenco che di recente - come pure sapete - il Governo ha ampliato e che ora comprende anche Bangladesh, Camerun, Colombia, Egitto, Perù e Sri Lanka. E quindi ampliamento che consente di aumentare la platea dei migranti che potranno essere condotti in Albania invece che in Italia. 
Voglio anche ricordare sul tema delle procedure accelerate di frontiera, che in forza del nuovo patto di migrazione e asilo, queste procedure diventeranno obbligatorie in tutta l'Unione europea. Ricordo anche che l'Unione europea, nella revisione del bilancio pluriennale, ha inserito un apposito stanziamento per facilitare proprio queste procedure accelerate e quindi, rispetto al racconto che si fa di violazione dello Stato di diritto e amenità varie, la realtà è ben altra. 
La struttura di Gjader avrà anche funzioni di C.P.R. e quindi a Gjader verranno trattenuti migranti ai quali è stata negata la protezione internazionale, quindi che non hanno titolo a entrare in Italia, in Europa, in attesa del rimpatrio e all'interno della struttura ci sarà anche un'area dedicata alla detenzione dei migranti che dovessero commettere reati all'interno dei centri.

La giurisdizione di questi centri sarà italiana, il personale che opererà all'interno sarà italiano, l'ordine pubblico all'interno dei centri sarà assicurato dalla polizia italiana. Il governo albanese assicura invece la collaborazione con le sue forze di polizia per la sicurezza e la sorveglianza esterna della struttura.

Il complesso dei due centri sarà operativo dal 1 agosto del 2024. Chiaramente c'è chi ha sollevato le obiezioni sui tempi, quindi sulla operatività dei centri, sulle quali ci sarebbe un ritardo, tra questi anche diversi parlamentari dell'opposizione, che è un po' curioso perché prima ci accusano di voler creare Guantánamo e poi si lamentano per i tempi di costruzione di Guantánamo, ma insomma, c'è una lucida coerenza anche in questo. Il punto è che noi qui vogliamo fare le cose per bene anche perché se quello che qui abbiamo immaginato funzionerà - e funzionerà -, allora noi avremo inaugurato una fase completamente nuova nella gestione del problema migratorio. L'Accordo potrebbe essere replicabile in molti Paesi, potrebbe diventare una parte nella soluzione strutturale dell'Unione europea. Questo lo capiamo noi e lo capiscono ovviamente anche i sostenitori dell'immigrazione incontrollata che non a caso concentrano su questo progetto una posizione decisa e feroce. Abbiamo molti occhi puntati addosso, vogliamo riuscire. Quindi un obiettivo del genere val bene due mesi di ritardo, se necessario - che poi sono dovuti soprattutto alla natura del terreno di Gjader, che ha richiesto interventi di rafforzamento che non avevamo previsto -, soprattutto a fronte di un problema che si trascina dal 1991 e che nell'ultimo decennio non ha mai visto soluzioni davvero efficaci. 
Questa finalmente può esserlo per quello che riguarda chiaramente la gestione dei migranti che attraversano il mare per arrivare in Europa, perché poi noi abbiamo dall'altra parte tutto il tema degli Accordi con i Paesi del Nord Africa.

Per capire la portata di quello di cui sto parlando, dal 1 gennaio del 2024 in Italia sono arrivate dai cosiddetti “Paesi sicuri” oltre 11.000 persone. Con una stima prudenziale - immaginando che di queste 11.000 persone i soggetti vulnerabili siano almeno la metà -  se i centri fossero stati già funzionanti noi avremmo potuto condurre in Albania 5.500 migranti. Con la ricettività attuale i centri avrebbero permesso di ospitare tutte queste persone.

La gestione dei servizi poi è stata affidata tramite procedura negoziata dalla Prefettura di Roma alla società Medihospes Cooperativa Sociale, che già gestisce numerosi centri di accoglienza in tutta Italia. Il trasporto sarà curato da navi governative italiane - Marina, Capitanerie di Porto, Guardia di Finanza. Da settembre sarà anche noleggiato un traghetto che potrà funzionare da hotspot flottante. Il Ministero dell'Interno, come pure sapete, ha pubblicato una manifestazione di interesse per la aggiudicazione del servizio al costo di 13,5 milioni di euro. Il ricorso al noleggio di navi private è una misura cautelare che dipende chiaramente dalla situazione internazionale, dalle tensioni nel Mediterraneo, dalle tensioni del Mar Rosso, che non rendono certo il fatto di poter contare per quel periodo sulle navi della Marina Militare.

Ultimo capitolo è quello dei costi, su cui pure si è scritto e detto molto. Complessivamente i fondi assegnati per l'attuazione del protocollo ammontano a 670 milioni di euro per cinque anni, quindi 134 milioni di euro l'anno. 134 milioni per i centri qui in Albania corrispondono al 7,5% delle spese connesse all'accoglienza dei migranti sul territorio nazionale. E noi siamo convinti che queste risorse non siano da considerarsi un costo aggiuntivo per due ragioni. Punto primo, perché i migranti che verranno condotti qui in Albania avrebbero comunque dovuto essere accolti in Italia, dove costano, segnalo. Punto secondo, perché noi riteniamo che l'elemento di maggiore utilità di questo progetto sia che può rappresentare uno straordinario strumento di deterrenza per i migranti illegali decisi a raggiungere l'Italia e l'Europa, oltre ovviamente a un efficace mezzo di contrasto delle reti di trafficanti, perché lì sì ci sono dei trafficanti che noi cerchiamo di combattere. Che vuol dire anche portare a un contenimento dei costi.
Ricordo che nei primi cinque mesi di quest'anno i flussi di migranti illegali che sono sbarcati in Italia sono diminuiti di quasi il 60%, quindi c'è stato già un contenimento dei costi. Chiaramente con la deterrenza rappresentata anche da un progetto come questo, noi consideriamo di abbattere quei costi ancora di più e quindi non stiamo spendendo risorse aggiuntive, stiamo facendo un investimento. 
Al netto di questo, facendo un rapido calcolo, con l'attuale capienza di questi centri a pieno regime, considerando i migranti che non vengono accolti in Italia, in Italia risparmieremo 136 milioni di euro. Cioè il costo dei migranti che possono essere accolti qui in Italia vale 136 milioni di euro.

Siamo molto soddisfatti - voglio dire in chiusura - del lavoro che abbiamo fatto fin qui. Voglio ringraziare tutti quelli che lo hanno reso possibile, chiaramente a partire dal Primo Ministro Rama e dai suoi Ministri. Voglio ringraziare i miei Ministri, il Ministro Piantedosi che è qui presente, particolarmente il Ministro Tajani, il Ministro Crosetto. Voglio ringraziare il Genio Militare, voglio ringraziare tutte le amministrazioni dello Stato coinvolte che hanno dato un contributo decisivo. Voglio ringraziare l'Ambasciatore Bucci, nostro ambasciatore a Tirana, che ha seguito passo passo tutto l'Iter. Quindi grazie davvero a tutte le forze dell'ordine, grazie davvero a tutti coloro che hanno messo testa e cuore per realizzare questa iniziativa.

E voglio dire in chiusura ancora una volta che con questo Accordo l'Albania si conferma non solo una Nazione amica dell'Italia - noi siamo il primo partner commerciale, il nostro interscambio vale il 20% del PIL albanese, tra le nostre comunità ci sono intensi rapporti culturali, sociali, come dimostra anche il fatto che il Primo Ministro parli italiano quasi meglio di me -, ma anche una Nazione amica dell'Italia e una Nazione amica dell'Unione europea.
La verità è che l’Albania già si comporta come se fosse uno Stato membro dell’Unione europea anche se formalmente non lo è, e fa scelte perfettamente in linea con quei principi di solidarietà e di cooperazione che sono alla base della famiglia europea. L'Italia, non a caso, è da sempre uno dei maggiori sostenitori dell'ingresso dell'Albania nell'Unione europea e più in generale una delle Nazioni che più hanno investito nel rapporto con i Balcani occidentali. 

Ribadisco che considero questo Accordo un accordo dal grande spirito europeo e sono orgogliosa di essere stata protagonista insieme al Primo Ministro Rama di questo percorso.

Quindi grazie ancora Edi, grazie a te, grazie al tuo Governo, grazie al tuo popolo.