English | Italiano

Intervento del Presidente Meloni al World Art Museum di Pechino

Lunedì, 29 Luglio 2024

Buon pomeriggio a tutti, grazie di essere qui. Sono molto contenta di avere l’occasione di inaugurare insieme al Ministro Sun Yeli - che ringrazio - questa bellissima mostra dedicata a Marco Polo nel 700esimo anniversario della sua scomparsa.
Ringrazio anche gli splendidi artisti che ci hanno accompagnato, regalandoci un altro pezzo importante della nostra straordinaria cultura. Marco Polo è stato uno degli italiani più grandi di tutti i tempi. È stato un uomo che nella sua esistenza epica ha costruito ponti tra Occidente e Oriente, ha influenzato per secoli la visione che noi europei e occidentali abbiamo avuto dell'Asia, particolarmente della Cina. 
Perché quello di Marco Polo, come recita il titolo di questa mostra, non è stato solamente un viaggio fisico attraverso l'antica Via della Seta, ma è stato soprattutto un viaggio culturale, un viaggio di idee, un viaggio di scoperte, un viaggio appunto di conoscenze. 
Marco Polo ha portato con sé quel bagaglio di conoscenze, contribuendo a modificare la percezione che in Italia e in Europa si aveva dell’Impero Cinese, in un tempo nel quale le distanze erano talmente grandi da poter sembrare incolmabili.
Le pagine de Il Milione nelle quali Marco Polo racconta la Cina, si sono trasformate in qualcosa di ben più grande di un semplice diario di viaggio. Sono diventate una finestra, un portale verso una cultura che allora in pochi in Europa potevano immaginare. Marco Polo ha tracciato una strada che dall'Italia conduce alla Cina e dalla sua epoca alla nostra. 
A volte il tragitto è parso più agevole, altre volte è sembrato più in salita, però fin da allora quella strada è rimasta sempre percorribile. E io penso che stia a noi oggi creare insieme le condizioni per mantenerla tale, che possano continuare a transitare su quel cammino e su quella strada le relazioni economiche, scientifiche e culturali che sono alla base della cooperazione tra le nostre due Nazioni. Due civiltà millenarie, consapevoli di una doppia missione. Da una parte, di saper custodire ciò che di straordinario i nostri padri ci hanno consegnato in eredità, e dall’altra saper accompagnare quell’eredità e quel patrimonio nel presente e nel futuro, rendendoli così anche premessa e spunto per raggiungere nuovi traguardi. 
Difendere ciò che siamo è lo strumento più efficace che abbiamo anche per comprendere l'altro. E comprendere l'altro è essenziale per poter meglio affrontare le grandi sfide globali di quest'epoca complessa. La profondità dei nostri rapporti si rispecchia, come diceva il Ministro, nel bassorilievo che abbiamo alle nostre spalle, che è dedicato alla millenaria storia cinese, chiaramente a grandissime linee, perché è una storia molto più lunga e complessa di quello che si può racchiudere in una stanza, però in quel bassorilievo e in quella storia, come ricordava il Ministro, sono raffigurati solamente due stranieri. 
Ed entrambi quegli stranieri sono due italiani. Uno è Marco Polo, l'altro è Matteo Ricci. 
Se Marco Polo ha fatto conoscere la Cina agli occidentali, Matteo Ricci ha aiutato il popolo cinese ad aprire il proprio orizzonte, a capire l'Europa e l'Occidente.
Però tanto basta a comprendere quanto sia profondo il valore delle relazioni tra l'Italia e la Cina. Allora io non posso che ringraziare tutte le istituzioni italiane e cinesi che hanno contribuito alla realizzazione di questa mostra, il Ministero degli Esteri, l'Ambasciata Italiana, l'Istituto di Cultura, la Treccani, la Municipalità di Pechino, il World Art Museum, ma anche i tanti musei che hanno messo a disposizione le loro collezioni e tutti ovviamente coloro, qui ce ne sono molti, che hanno voluto sostenere questo progetto. 
Come sapete, questa non è l'unica iniziativa avviata dall'Italia per celebrare la grandezza di Marco Polo. Il Ministero della Cultura ha istituito un Comitato nazionale per le celebrazioni che si occupa delle diverse attività, sia in patria che all'estero, a partire dal prossimo arrivo a novembre allo Shanghai Museum della grande mostra che è ora in corso a Palazzo Ducale di Venezia, che ripercorre lo straordinario viaggio descritto da Il Milione. 
Io ho spiegato già le ragioni storiche per le quali noi celebriamo Marco Polo a sette secoli di distanza dalla sua morte, però io penso che in fondo noi ricordiamo quest'uomo anche per l'insegnamento di vita che ci ha lasciato. Perché se Marco Polo non avesse osato, tanto da intraprendere un viaggio che fino ad allora era ritenuto inimmaginabile, impossibile, fuori portata, se non avesse sfidato l'ignoto, la storia sarebbe probabilmente andata diversamente. 
Allora noi ricordiamo Marco Polo soprattutto per ricordare a noi stessi, che la storia in fondo siamo noi. Soprattutto quando non abbiamo paura di osare, soprattutto quando inseguiamo le nostre convinzioni, soprattutto quando non ci lasciamo condizionare dai limiti nei quali gli altri credono. Vale per tutti e vale per sempre. 
Partendo da questo, io penso che la memoria senza azione non abbia in fondo un gran valore. Se è vero che dal coraggio e dalla capacità di osare è nato anche il legame secolare che unisce le nostre due Nazioni, allora penso anche che il modo migliore è di celebrare quella storia, quella vicenda, questa ricorrenza a sette secoli di distanza sia rendendo quel legame - che è prima di tutto un legame culturale, che si fonda sul rispetto - più solido ed è ciò che siamo qui per fare con la nostra visita. 
Quindi grazie davvero a tutti, grazie a tutte le autorità che hanno lavorato a questa iniziativa, grazie al Ministro e grazie al Governo per l'accoglienza di questi giorni. 
Buon lavoro.