24 Ottobre 2024

President Meloni meets with President of the European Parliament Metsola

The President of the Council of Ministers, Giorgia Meloni, met today with the President of the European Parliament, Roberta Metsola, at Palazzo Chigi. Their discussion focused on the main issues on the international agenda: from Russia’s aggression against Ukraine to the Middle East crisis, through to the situation in Venezuela.

24 Ottobre 2024

Dichiarazione del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni

Congratulazioni a María Corina Machado e Edmundo Gonzalez Urrutia, insigniti dal Parlamento europeo con il Premio Sacharov 2024 per la libertà di pensiero. Insieme all’Unione Europea, l'Italia continua a lavorare per una transizione democratica e pacifica nel Venezuela, affinché il desiderio del popolo venezuelano di un futuro democratico, prospero e sicuro possa trovare finalmente realizzazione.

24 Ottobre 2024

Incontro Meloni - Metsola

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato oggi a Palazzo Chigi Roberta Metsola, Presidente del Parlamento europeo.

24 Ottobre 2024

Incontro Meloni - Metsola

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato oggi a Palazzo Chigi Roberta Metsola, Presidente del Parlamento europeo.

24 Ottobre 2024

Incontro Meloni - Metsola

Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, ha incontrato oggi a Palazzo Chigi la Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola. Al centro del colloquio, i principali temi dell’agenda internazionale: dall’aggressione russa all’Ucraina alla crisi in Medio Oriente, sino alla situazione in Venezuela.

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President Meloni’s message for the presentation of INAIL’s annual report

Lunedì, 14 Ottobre 2024

President of the Council of Ministers Giorgia Meloni’s message to the President of INAIL (National Institute for Insurance against Accidents at Work), Fabrizio D'Ascenzo, on the occasion of the presentation of INAIL’s annual report.

Dear Mr President,

the presentation of INAIL’s annual report is a valuable opportunity to learn more about the rate of workplace accidents and occupational diseases and to analyse statistics on this phenomenon, which play a crucial role in guiding prevention policies.

The Government has made workplace health and safety a top priority of its work, starting from its discussions with employers’ organisations and trade unions, because synergy between institutions, social partners, workers and companies is key to spreading a culture of prevention, thereby reducing workplace accidents and occupational illnesses.

The Government’s strategy is to have greater prevention, more inspections and harsher penalties for rule-breakers, and this has been given concrete form in the various measures taken so far.

We have provided for the recruitment of 1,600 more workplace inspectors with the goal of significantly increasing the number of inspections carried out. 

The so-called ‘credits-based licence’ for the building industry came into force on 1 October. This important new initiative not only monitors health and safety conditions on worksites but also provides incentives to improve them, rewarding upstanding companies and sanctioning those that are not. We have encouraged companies to improve their workers’ health and safety conditions, also by earmarking greater resources for the ‘ISI’ incentives for this purpose, up from EUR 333 million in 2022 to EUR 500 million in 2024.

Furthermore, we have taken action with regard to both administrative and criminal sanctions, making the unlawful supply of labour an offence again. This offence had been decriminalised in the past but has since been found to be the one that has grown the most over time.

Today’s event also provides us with an opportunity to begin reflecting on INAIL’s future and the challenges it faces to strengthen its mission. I am referring to: the contribution the institute can offer to updating existing legislation and making it more effective and more in line with the changing world of work; strengthening prevention efforts, rewarding companies that invest in health and safety; improving social and healthcare services; enhancing research by implementing synergies with European and international networks; and, promoting a culture of health and safety, which is unfortunately still not sufficiently widespread.

With this in mind, I am convinced that also addressing the topic of workplace health and safety in schools can be an effective tool to raise citizens’ awareness of their rights, duties and the protection mechanisms in place for workers.

Workplace health and safety is not a cost; it is every worker’s right. Guaranteeing that right is a permanent priority requiring everyone’s active involvement. INAIL has always played a decisive role, and I believe its expertise and professionalism can make the difference in building, together, an effective and shared national strategy to combat occupational health and safety incidents.

Thank you, and I wish you all the best with your work.

Giorgia Meloni

[Courtesy translation]
 

23 Ottobre 2024

80th anniversary celebrations for ‘Il Tempo’ newspaper

The President of the Council of Ministers, Giorgia Meloni, was interviewed this evening by the editor-in-chief of ‘Il Tempo’, Tommaso Cerno, on the occasion of the 80th anniversary celebrations for the newspaper.

23 Ottobre 2024

80th anniversary celebrations for ‘Il Tempo’ newspaper

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha rilasciato un'intervista al Direttore de Il Tempo, Tommaso Cerno, in occasione delle celebrazioni degli 80 anni del quotidiano romano.

23 Ottobre 2024

80th anniversary celebrations for ‘Il Tempo’ newspaper

The President of the Council of Ministers, Giorgia Meloni, was interviewed this evening by the editor-in-chief of ‘Il Tempo’, Tommaso Cerno, on the occasion of the 80th anniversary celebrations for the newspaper.

Celebrazioni per gli 80 anni de Il Tempo, intervista al Presidente Meloni

Giovedì, 24 Ottobre 2024

L'intervista al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, del Direttore de Il Tempo, Tommaso Cerno, in occasione delle celebrazioni degli 80 anni del quotidiano romano.


Presidente Meloni: Buonasera a tutti, buonasera Direttore, grazie per l'invito. Saluto gli editori, il Presidente del Senato La Russa, il Sindaco di Roma Gualtieri, lo ringrazio per le sue parole, tutte le autorità presenti, signori e signori. Buonasera e tanti auguri. 

Domanda: Buonasera, grazie. Grazie davvero. Io volevo iniziare l'intervista da un'altra parte, però visto che siamo in un luogo di cultura, mi viene in mente il Ministero della Cultura, dove succede un po' di tutto. Allora, cos'è successo? Lei ha incontrato il Ministro. Che succede?

Presidente Meloni: Guardi, io non ho incontrato il Ministro e le confesso che ho anche capito abbastanza poco della vicenda dall'inizio. Tendenzialmente non me ne sono occupata. Seguo quello che si legge, esce sui giornali. Ricordo che quando si parlava della nomina di questa persona a Vice-Segretario Generale, poi Capo di Gabinetto del Ministero, c'è stata anche la polemica, anche da Fratelli d'Italia mi dissero guarda c'è del nervosismo per questa nomina, io ho detto parlatene col Ministro perché penso che ciascun Ministro debba scegliere le persone con cui lavora, dovendosi assumere le responsabilità del lavoro che fa. Poi in queste ultime ore ho letto qualcosa di quello che è uscito sulle agenzie, perché davvero non ho seguito la vicenda e non ho parlato con Alessandro Giuli né quando ha nominato questa persona né quando Spano si è dimesso. Apprendo, da quello che leggo sulle agenzie, che ci sarebbe un presunto conflitto di interessi tra l’attuale dimissionario, Capo di Gabinetto del Ministro della Cultura e un'altra persona che risale al MAXXI, risale ai tempi, da quello che ho capito, della gestione di Giovanna Melandri. Nessuna di queste persone è stata nominata da Alessandro Giuli e quindi credo che si debba chiedere conto a chi governava il MAXXI quando questo è accaduto. Perché la cosa che un po' mi stupisce di tutta questa vicenda è perché esca adesso. Nel senso che si sapeva ma non si è detto e lo diciamo adesso, oppure perché quando le persone cominciano a lavorare con questo Governo diventa tutto più complicato se lavori con quelli di destra, e se lavori con quelli di sinistra sia chiaro che può fare come ti pare. Questo è tutto quello che ho imparato della vicenda, poi magari si saprà altro e quando si saprà altro le saprò dire, ma davvero ho altro di cui occuparmi, confesso. 

Domanda: È una sensazione devo dire che ho provato anche io, alcune volte ripetendo cose che avevo detto, nel momento in cui vengono collocate da un'altra parte che non sia la sinistra succedono delle cose che in altri momenti non succedono. 

Presidente Meloni: Guardi, io ho visto in questi anni persone che sono state banalmente linciate, dopo che in certi mondi erano state portate a punto di riferimento, osannate, per aver semplicemente detto io non sono d'accordo con le idee di Giorgia Meloni ma mi piacerebbe parlarci per provarla a convincere. Gente che è stata linciata per aver detto semplicemente questo, in un mondo in cui le cose stanno sfuggendo di mano e nel quale c'è ovviamente un evidente utilizzo di due pesi e due misure, come mi pare riguardo a questo caso. Ma insomma, ripeto, se è una questione, come mi pare di capire, poi se c'è altro ce lo diranno, che afferisce la gestione del MAXXI da parte di Giovanna Melandri, penso che Report debba andare da Giovanna Melandri. Questo farei io.

Domanda: È una settimana in cui un tema in maniera molto forte ha invaso il dibattito politico, la polemica politica. Parte da una mail, tra l'altro pubblicata dal Tempo negli scorsi giorni, che lei ha ripostato, una mail che racconta che c'è un giudice in Italia che l'ha definita “pericolosa, più pericolosa di Silvio Berlusconi”, per un motivo particolare, perché lei non ha indagini, non ha inchieste e quindi in qualche modo è “forte”. Il riferimento era alla riforma della giustizia. Io le chiedo, è scoppiato un putiferio su questa mail, giustamente, perché il tema della giustizia è un tema importantissimo. C'è un disegno per sovvertire questo Governo? C'è un pezzo della magistratura a cui non piace che Giorgia Meloni governi l'Italia? 

Presidente Meloni: Allora, guardi, Direttore, intanto le voglio esprimere alla mia solidarietà perché so che per aver pubblicato questa mail, che era stata inviata da un magistrato a 500 persone e qualcuno ha presentato un esposto, anche questo fa un po' specie, no? Fa un po' specie che gli stessi che sostengono che sia perfettamente giusto e lecito infiltrarsi nei partiti politici per fare delle presunte inchieste con il “taglia e cuci” e che dicono che è perfettamente normale che le chat private delle persone vengano pubblicate sui giornali, se poi viene pubblicata una mail che è stata mandata a 500 persone, allora si chiede l'intervento del Tribunale. Anche questo è l'utilizzo dei due pesi e delle due misure dai quali parlavamo poc'anzi e che secondo me ha messo oggettivamente in difficoltà la onestà intellettuale di alcune personalità. Dopodiché, sulla questione, guardi, io non parlerei di complotto. Voglio dirlo anche perché, le poche volte che leggo i giornali, leggo sempre di questa Giorgia Meloni complottista. Non ho mai parlato di complotti. Addirittura c'è gente che fa le interviste per dire non l'ho fatto io il complotto, che fa un po' sorridere. Poi ho capito che le fanno soprattutto per far credere che contano qualcosa. Per me sono tutte dinamiche abbastanza bizzarre. Non credo che ci sia un disegno di sovvertire la volontà popolare. Credo che ci sia da parte di alcuni un sostanziale menefreghismo rispetto alla volontà popolare.
Cioè, come a dire, se il popolo vota bene e vota come noi crediamo che debba votare, allora la democrazia è una grande risorsa. Ma se il popolo non capisce e non vota come dovrebbe votare, allora andranno corrette in qualche maniera le scelte del popolo. Sulla mail del magistrato, guardi io ho pubblicato questa frase perché dice due cose vere: dice che io non agisco per interesse personale ma per visione politica, lo confermo, dice che questo è un problema, ma io lo so. È quello che ho detto in questi anni. Cioè, ritengo che in questa Nazione una politica forte, una politica che non ha scheletri nell'armadio, una politica che non ha una seconda agenda, che non è condizionata da interessi personali e che quindi non è condizionabile è un problema per molti. È un problema per tutti quelli che sulla debolezza della politica hanno costruito degli imperi. Quindi, ne sono consapevole, l'ho detto da tempo, ma credo che il ruolo della politica sia esattamente quello che io sto cercando di esercitare: rispondere nel rispetto delle regole alla volontà popolare e non farmi condizionare da nessuno, rispetto a quello che io ritengo sia giusto nel rispetto delle regole per dare risposta ai cittadini. Quindi, sono tutte cose che io conoscevo già, non mi spaventano, dovrebbero fare riflettere e dovrebbero fare riflettere molti, ma penso che siano una buona notizia per i cittadini che governo, sapere che c'è una persona che non si fa condizionare perché non ha scheletri nell'armadio e non rincorre interessi personali, ma gli interessi dei cittadini, secondo quella che è la sua visione. Credo che la politica questo debba fare. 

Domanda: Questa mail si collegava a un dibattito che in realtà non doveva centrare molto col tema della magistratura politicizzata, perché si legava al dibattito su una sentenza che riguarda gli immigrati, che riguarda il modello Italia-Albania che lei ha realizzato e che ha avuto questa battuta d'arresto proprio a causa di una sentenza, emessa da un magistrato su cui anche pende l'accusa di fare parte di quella parte della magistratura che avrebbe da molto tempo in qualche modo anticipato la sua linea di visione e di pensiero su questo. Di fatto l’Europa stava guardando a questo modello, sta guardando a questo modello, si è visto, no? Da Ursula von der Leyen a molti Paesi d’Europa, dicono l'Italia ha fatto una cosa nuova, finalmente, dopo molti anni, e questo lo dico perché lo penso profondamente, in cui si è fatto un gran caos sul tema delle migrazioni in questo Paese. E invece qui la magistratura la ferma. Le chiedo, si esce da questa contrapposizione, da questa interruzione, il Governo è intervenuto, e come ne usciamo? 

Presidente Meloni: Guardi, intanto secondo me su questo tema non dovrebbe esserci una contrapposizione, né io cerco su questo tema una contrapposizione. Io penso che nessuno Stato di diritto possa prescindere dal Governo dei flussi migratori e possa prescindere da una lotta all'immigrazione illegale. Per moltissime ragioni che non elencherò perché faremmo le 9 di sera - e il Presidente La Russa ha la partita e già me l'ha fatto notare perché la Russa quando c'è la partita non guarda in faccia a nessuno - ma una delle quali è banalmente che l'immigrazione illegale è nemica soprattutto della migrazione legale. Cioè, noi per anni in Italia abbiamo dovuto limitare i flussi d'ingresso di chi, rispettando le regole, voleva entrare in territorio italiano perché avevamo troppi immigrati clandestini. Quindi abbiamo detto in buona sostanza al mondo che se tu volevi entrare in Italia lo potevi fare ma dovevi pagare dei trafficanti di esseri umani e delle organizzazioni criminali che avrebbero fatto la selezione di ingresso in Italia. Io non penso che questo sia uno Stato di diritto e penso che su questo anche la magistratura sia d'accordo con me.
Dopodiché, io ho detto - e ripeto - che la sentenza alla quale lei si riferisce è una sentenza che considero assolutamente irragionevole perché in buona sostanza non riguarda il tema dell'Albania. Attenzione, poi arrivo all'Albania. Non riguarda il tema dell'Albania. La sentenza che viene fatta adesso da questi giudici riguarda tutti gli immigrati illegali che arrivano in Italia da alcune Nazioni, sia che arrivino in Albania, sia che vengano in Italia. Parliamo segnatamente di due Nazioni. Bangladesh, vado a memoria, 170 e rotti milioni di abitanti. Egitto: 104 circa, vado sempre a memoria, milioni di abitanti. Parliamo complessivamente di 280 milioni di potenziali persone alle quali noi stiamo dicendo venite, venite liberamente, non c'è assolutamente niente che noi possiamo fare per impedire che voi veniate illegalmente in Italia. A me pare abbastanza irragionevole e abbastanza incapacitante per la politica migratoria che qualsiasi Stato di diritto e qualsiasi Paese deve fare. Attenzione, i giudici si rifanno a una sentenza della Corte europea nel caso specifico del quale parliamo, ma io le devo dire che le non convalide dei trattenimenti dei migranti irregolari sono cominciate da molto prima. Cioè noi è dal Decreto Cutro che cerchiamo di risolvere questo problema per cui ci sono dei migranti che arrivano da Paesi sicuri, per i quali chiediamo il trattenimento ai fini del rimpatrio, e il trattenimento non ci viene convalidato.

Quindi la questione dell'Albania è strumentale. La questione riguarda complessivamente la possibilità per noi di governare i flussi migratori. Io penso che per questo la sentenza sia irragionevole e che sia anche dettata da un approccio di visione molto diverso da quello che ha il Governo, perché la sentenza è intervenuta adesso, ma la non convalida dei trattenimenti ce l'avevamo da prima e perché uno dei giudici che hanno emesso questa sentenza aveva pubblicamente dichiarato la propria contrarietà al protocollo Italia-Albania. 
L'Albania, e qui arriviamo a un altro punto, nella sentenza viene richiamata più volte, ma è totalmente irrilevante. Ripeto, se quei migranti fossero rimasti a Lampedusa e portati in un qualsiasi centro di trattenimento in Italia, noi avremmo avuto lo stesso risultato.
Perché l'Albania viene richiamata con questa costanza? Perché il protocollo Italia e Albania è oggettivamente un progetto che può cambiare il tema della gestione dei flussi migratori. Questo lo capiscono tutti. Lo capiscono i Paesi europei che ci stanno sostenendo: ricordo che il tema di approfondire nuove soluzioni per la gestione del tema dell'immigrazione illegale è nelle conclusioni dell'ultimo Consiglio europeo. Ricordo che c'è una lettera firmata da oltre 14 Paesi, membri del Consiglio europeo, alla Commissione europea che dice approfondiamo, esploriamo, prendiamo in considerazione l'ipotesi di replicare questo modello.

È ovvio che come chi vuole gestire, fermare l'immigrazione illegale, capisce che quello può essere una chiave di volta in positivo, chi non la vuole fermare capisce che quella può essere una chiave di volta in negativo. 
Io l'avevo messo in conto che questo progetto avrebbe dovuto superare molti ostacoli, però le dico una cosa, Cerno, li supererà. Il protocollo Italia-Albania funzionerà. Io non intendo, da questo punto di vista, consentire che una soluzione che abbiamo individuato, nel pieno rispetto del diritto internazionale ed europeo, nel pieno rispetto del diritto italiano, di gestire l'immigrazione illegale, venga smontato semplicemente perché - in questo caso parlo della politica e non della magistratura - c'è una parte della politica che non è d'accordo con questa lettura di come si debba gestire l'immigrazione. Io mi sono assunta una responsabilità col popolo italiano che è quello di affrontare e risolvere il problema dell'immigrazione illegale, e devo essere messa nella condizione di fare il mio lavoro. Poi, se ci sono delle sentenze o delle iniziative che prende la magistratura, come è stato in questo caso, convochiamo il Consiglio dei Ministri e cerchiamo di risolvere. Continueremo a convocare il Consiglio dei Ministri per cercare di risolvere, perché penso che sia nel nostro diritto, nel momento in cui sono gli italiani che ci giudicano, essere messi anche nella condizione di lavorare per dare risposte a quegli italiani che ci devono giudicare, perché non si può dire tu ti assumi la responsabilità di risolvere o di non risolvere i problemi, ma sia chiaro che poi gli strumenti per risolvere i problemi non ne puoi avere. Questa è l'unica cosa che non si può fare. Quindi io sono determinata ad andare avanti, sono convinta della bontà di questo progetto, penso che molte cose che sento dire anche dalla sinistra italiana e dalla sinistra europea, imbeccata da quella italiana, su questo progetto siano totalmente insensate. Oggi c'era una parlamentare, non lo so, credo spagnola, socialista, che diceva al Parlamento europeo che è una violazione del diritto internazionale.

In Albania viene applicato il diritto europeo. Quindi, se non rispetta i diritti umani temo che si debba rivedere il diritto europeo signori, altrimenti ditemi di che cosa stiamo parlando, sono tesi oggettivamente surreali. Ma sapevamo che avremmo avuto questo confronto e voglio semplicemente lavorare. Io voglio essere messa nella condizione di lavorare nel rispetto delle regole, che è quello che ho fatto dall'inizio, ma mi sono presa degli impegni con il popolo italiano, secondo quella che è la volontà della maggioranza degli italiani, e farò tutto quello che posso, compreso se è necessario lavorare giorno e notte, ma darò quelle risposte agli italiani.

Domanda: É  il compleanno de Il  Tempo, ha compiuto 80 anni...

Presidente Meloni: Scusi, però una cosa devo dire, mi sono dimenticata di dire una cosa. Mi segno delle frasi per ricordarmi. Sono rimasta molto colpita dalla richiesta che i parlamentari europei del Partito Democratico hanno fatto alla Commissione europea di aprire una procedura di infrazione contro l'Italia per il protocollo Italia-Albania. 
Mi corre l’obbligo di ricordare  a questi parlamentari europei rappresentanti degli italiani che il Protocollo Italia-Albania è stato approvato dal Parlamento della Repubblica Italiana, mi corre l'obbligo di ricordare a queste persone che non è esattamente normale che dei rappresentanti degli italiani vadano in Europa a chiedere che l'Italia venga punita. Perché adesso le spiego come funziona una procedura di infrazione, perché uno direbbe «ah beh, il Governo!» No! Quando tu fai una procedura di infrazione, quando l'Europa fa una procedura di infrazione, se viene condannata, viene condannata a pagare. Ci sono stati condannati per procedure di infrazione che pagano anche un milione di euro al giorno per le infrazioni aperte dalla Commissione europea. Quindi quello che ci stanno dicendo - mi dispiace ma è quello che penso e quello che dico - quello che stanno chiedendo i parlamentari europei del Partito Democratico è di punire gli italiani per non aver votato come volevano loro. E io penso che questo sia al di là di qualsiasi dialettica interna. 

Domanda: É  più danno erariale questo quindi che non quello che le hanno contestato?

Presidente Meloni: Il danno erariale da quelli dei banchi a rotelle, anche no. Il danno erariale da quelli del Superbonus, anche no. Diciamo che se qua vogliamo aprire le procedure per il danno erariale temo che qualcun altro si debba preoccupare molto più di me. Perché l'abbiamo visti come sono stati utilizzati i soldi in questi anni. 

Domanda: É  il compleanno de Il Tempo, 80 anni, ma è anche il compleanno del suo Governo, che ne compie due di anni, e quindi auguri anche al Governo. E quindi le chiedo semplicemente se ci fa un bilancio, quello che lei si è fatta di questi due anni di Governo, di questa esperienza, e se ci dice una cosa che non rifarebbe. 

Presidente Meloni: Forse non mi ricandiderei, ma sto scherzando. Non lo sono. Io di solito non le faccio le cose che non rifarei, e quindi non me ne viene in mente nessuna. Poi, chiaramente, ci sono degli errori di valutazione che possono aver fatto, ci sono delle cose che sono riuscite meglio, delle cose che sono riuscite peggio. Insomma, nella vita, quando fai sbagli e quando non fai che non sbagli. Però voglio dire, adesso non so se lei mi chiede un bilancio politico o un bilancio personale. 

Domanda: Un bilancio personale. 

Presidente Meloni: Allora, il bilancio personale è che sono in pace con la mia coscienza e la mia coscienza è una ragazza molto aggressiva, diciamo un po' pesante, perché non avrei potuto lavorare di più, non avrei potuto metterci più entusiasmo, più passione, più dedizione, più sacrificio. 
Io ho capito quasi subito che i diritti di Giorgia e i doveri del Presidente del Consiglio erano sostanzialmente incompatibili, quindi le rinunce sono state tante, penso che ne valga la pena, che ne sia valsa la pena. Perché il grande insegnamento di questi due anni, secondo me - e non è un insegnamento solo per me, credo che debba essere un insegnamento per tutti - è che questa Nazione può veramente ancora stupire, può veramente ancora indicare la rotta, può ancora risalire le classifiche, questa Nazione può riprendersi il suo spazio nel mondo. 
Forse siamo noi che alla fine non ci crediamo abbastanza, perché poi non è che noi abbiamo fatto miracoli e non avremmo potuto farne, però oggi vediamo un'Italia che rispetto al racconto che ci siamo fatti, che eravamo sempre il fanalino di coda, che eravamo gli ultimi, che non funziona niente, oggi qualche soddisfazione ce la siamo presa, no? Lo vediamo sui dati economici, lo vediamo sulla centralità internazionale, lo vediamo anche su questi dibattiti a livello internazionale su quello che fa l'Italia, lo vediamo sui dati sull'occupazione, lo vediamo sullo spread, lo vediamo sulla borsa.
Ci sarebbe da raccontare tantissimi dati, gliene racconto uno solo. Ieri, ultima emissione di BTP sul mercato, noi abbiamo offerto 13 miliardi di euro.  Sono arrivate richieste per oltre 200 miliardi di euro. Sapete che significa? È il valore della credibilità del nostro sistema, non è il valore della credibilità del Governo. 
Sicuramente il Governo ci mette la stabilità che è fondamentale, la capacità di indicare la rotta, ma è la credibilità del nostro sistema. Allora, a volte ho l'impressione che da fuori, dall'estero, ci vedano più solidi, più credibili, più capaci, più straordinari di quanto non riusciamo a vederci noi. 
Allora, il grande insegnamento per me di questi due anni è se noi smettiamo di flagellarci dalla mattina alla sera e di sottolineare sempre e solo, anche tra di noi, quello che non va, quello che potremmo migliorare, fermo restando che dobbiamo migliorare un sacco di cose, e ricominciamo a credere un po' in chi siamo, nel ruolo che abbiamo nel mondo e cominciamo a vederci un po' come ci vedono da fuori, beh davvero a questa Nazione io penso che nessun obiettivo sia davvero precluso, però ci dobbiamo credere noi. 
Il Governo ci crede, il tessuto produttivo ci sta credendo, perché buona parte dei risultati che noi raggiungiamo non li dobbiamo al Governo, li dobbiamo alla capacità, alla forza, alla creatività, alla determinazione del nostro tessuto produttivo, ma davvero dobbiamo tornare a un sano orgoglio di essere italiani, di quello che rappresentiamo, di quello che la nostra Nazione rappresenta nella civiltà, di quello che rappresenta anche nell'attuale contesto e di quanto ancora possiamo stupire a 360 gradi. 

Domanda: Le faccio una domanda sulla manovra che il Governo sta per varare, perché negli ultimi anni, ma direi più che anni, manovra è un momento in cui, nella situazione di crisi economica generale, nella situazione del debito pubblico, tutto quello che sappiamo, dà sempre l'impressione di essere pericolosissima da fare per un Governo. Tanti anni fa la manovra era che erano tutti contenti, diamo qui, diamo lì, adesso... Qui però, quando il Governo la racconta, sembra una cosa, poi qua l'opposizione dice tutto il contrario. Avete abbassato le tasse, no le hanno alzate, il cento medio, no il cento medio... Allora le chiedo, dica francamente – la possono criticare su tante cose però non per questa - agli italiani perché i più deboli e il famoso cento medio, che poi è medio basso, cominciano adesso a fare un po' di fatica, guadagna qualcosa da questa finanziaria che si inserisce nel suo progetto, che lei ha detto dall'inizio dovrà durare 5 anni per vedere cosa riusciamo a fare, ma va in questa direzione. 

Presidente Meloni: Guardi, noi abbiamo fatto una manovra che ricalca il lavoro che abbiamo già fatto con le precedenti due, perché noi in due anni di Governo abbiamo approvato già tre manovre di bilancio, perché siamo arrivati e appena arrivati all'inizio del nostro Governo abbiamo varato la prima manovra e la strategia è sempre la stessa. 
Punto primo, noi siamo in una situazione non facile economicamente, quindi le risorse a disposizione sono poche, la scelta è quella di concentrare le poche risorse che abbiamo su alcune grandi priorità, che abbiamo previsto all'inizio e che sono sempre quelle. 
Una di queste priorità è sostenere il lavoro, sostenere i salari, quindi le famiglie, particolarmente i redditi medio-bassi, ma non solo e rafforzare il loro potere di acquisto. 
La terza priorità è la famiglia non solo per una questione di visione ma anche per un fatto di incentivo alla natalità, che è anche anch’essso un tema economico, l’ho detto tante volte. Noi viviamo in una società nella quale continuiamo a invecchiare. Se va avanti così, noi possiamo parlare di welfare quanto vogliamo, possiamo parlare di pensioni quanto vogliamo, ma noi avremo una situazione sempre meno sostenibile e quindi bisogna secondo me aiutare, rafforzare le famiglie che mettono al mondo dei figli. 
In ultimo la salute dei cittadini e poi arriviamo anche alla sanità. 
Che cosa fa questa manovra nello specifico? Si concentra su queste priorità, adesso le dico il grosso dei provvedimenti, lo fa senza aumentare le tasse perché questo è un fatto che le tasse non vengono aumentate, lo fa, anche questo molto importante, mantenendo i conti in ordine, quindi non sperperando risorse che non sono nostre. Ecco, cerchiamo di fare questo lavoro. 
Che cosa prevede la manovra? A grandi linee. Noi confermiamo tutti i provvedimenti dello scorso anno con alcuni miglioramenti su quelli che erano i nostri provvedimenti principali. Cuneo contributivo, lei ricorderà, quindi andiamo alla risposta alla domanda nel concreto, lei ricorderà che noi abbiamo abbattuto di 6/7 punti il cuneo contributivo dei lavoratori che avevano un reddito fino a 35 mila euro.
La prima rimostranza che c'è stata fatta al tempo, particolarmente dai sindacati, era che questa misura non era una misura strutturale. Noi con questa manovra l'abbiamo resa strutturale. Il cuneo passa da contributivo a fiscale quindi non è più un cuneo contributivo ma è un cuneo fiscale e si allarga fino alla platea dei lavoratori con un reddito che arriva a 40 mila euro con un décalage perché c'era nella precedente versione effettivamente uno scalone che era un po' discriminante. Quindi rendiamo strutturale il cuneo fiscale, in questo caso per i lavoratori, che secondo me è un grande impegno, perché questa è una misura che costa miliardi e miliardi di euro. 
Dopodiché rendiamo strutturale anche l'accorpamento delle prime due aliquote IRPEF, che è una delle prime misure della realizzazione della riforma fiscale, chiaramente ad avere più soldi ed è la sfida, secondo me, dal prossimo anno in poi di lavorare sugli scaglioni più alti, dove diventa chiaramente più significativo anche per il ceto medio. 
Rendiamo strutturale la super deduzione del costo del lavoro al 120% per chi assume nuovi lavoratori. Insomma, i dati sull'occupazione sono figli anche, secondo me, di questi segnali. Sulla famiglia avevamo cominciato con il tema del congedo parentale, lei ricorderà che il primo anno noi abbiamo aggiunto un mese di congedo parentale retribuito all'80%, il secondo anno abbiamo aggiunto un secondo mese di congedo parentale tra quelli chiaramente che oggi vengono retribuiti al 30%, al 60% poi diventato all'80%, quest'anno aggiungiamo un terzo mese di congedo parentale retribuito all'80 per cento. Perché? Perché anche lì noi abbiamo concentrato molte risorse sulle madri lavoratrici. Questa è una scelta di visione, Cerno. 
Io penso che sia la più grande battaglia di cosiddette pari opportunità che vuoi fare. Perché se una donna ancora deve scegliere nel 2024 tra poter mettere al mondo un figlio e poter avere un posto di lavoro, poter inseguire la propria carriera, è lì che non c'è la libertà, è lì che tu devi garantire la libertà e lo fai dando degli strumenti, tant'è che un altro provvedimento sulla famiglia quest'anno è quello di istituire un fondo con il quale vogliamo allargare la decontribuzione che avevamo messo in campo per le donne lavoratrici con due o più figli anche alle lavoratrici autonome perché lo avevamo fatto solo per i lavoratori dipendenti. 
Dopodiché abbiamo introdotto un contributo di 1000 euro alla nascita di tutti i nuovi bambini e lo abbiamo coperto togliendo la detrazione per i figli a carico sopra i 30 anni cioè sono risorse che piuttosto vale la pena di spendere sui nuovi nati. Dopodiché, l'altra grande questione è, come dicevamo, la sanità.

Domanda: Ah, beh, la accusano di tutto.

Presidente Meloni: Aprofitto per fare un po' di chiarezza. Ho sentito dire un po' di tutto, però ringraziando Dio i numeri... 

Domanda: Beh, dicono che lei avrebbe colpito la sanità pubblica... 

Presidente Meloni: Dicono che io ho tagliato sulla sanità. Ora, siccome i numeri non sono un'opinione, e me li sono scritti per essere sicura. Prendiamo a riferimento, lo facciamo un'altra volta, il 2019. Nel 2019 c'era il governo di centrosinistra, era l'anno prima del Covid - diciamo che tiriamo fuori gli anni del Covid. Quanto c'era sul Fondo Sanitario Nazionale nel 2019? 114 miliardi di euro. Quanto c'è sul fondo sanitario nel 2025 secondo questa manovra? 136,5 miliardi di euro. Ora - se lo chiedo a mia figlia a Ginevra forse ce la fa -, è più alto 114 o è più alto 136? Ora, calcolatrice alla mano, 114,5 meno 136, 5 fa 22 miliardi di euro di differenza. 
Dopodiché, lo spieghiamo in maniera ancora più facile. Quanto spendiamo in Italia per ogni cittadino sulla sanità? Spesa pro capite, che ì dovrebbe essere il metro di giudizio, perché a me fa un po' sorridere questa cosa che si fa in rapporto al PIL, cioè in rapporto alla ricchezza. Va bene, si può anche fare il rapporto alla ricchezza, ma è ovvio che se tu hai il PIL che sale perché abbiamo fatto un buon lavoro, ti diminuisce la percentuale sul PIL, ma non vuol dire che ci metti meno soldi; mentre se devasti il PIL - e non dico niente -, anche se ci metti meno soldi sembra che ce ne hai messi di più, ma insomma è oggettivamente un gioco, no? 
Allora, vediamo quanto lo Stato italiano spende per ogni cittadino in sanità. Nel 2019 lo Stato italiano spendeva per ogni cittadino in salute 1.919 euro, nel 2025 spenderà per ogni cittadino 2.317 euro. Ci sono 398 euro in più a cittadino spesi sulla sanità. 
Ora, come si possa sostenere la tesi che noi abbiamo tagliato sulla sanità per me rimane un mistero di Fatima, però in questa Nazione si può sostenere un po' tutto e, anche quando ci sono i numeri, si sostengono delle tesi bizzarre. 
Dopodiché, avrei voluto mettere più soldi sulla sanità? Certo che avrei voluto mettere più soldi sulla sanità, avrei voluto mettere più soldi sulle pensioni. Oggi ho letto un post in cui Giuseppe Conte dice che sulle pensioni minime non abbiamo aumentato abbastanza. Ma davvero? Adesso vi racconto perché non abbiamo aumentato abbastanza le pensioni minime. Non abbiamo aumentato abbastanza le pensioni minime e non abbiamo messo più soldi, come avremmo voluto, sulla sanità perché noi abbiamo fatto una manovra da 30 miliardi di euro per il 2025 e nel 2025 abbiamo da pagare 38 miliardi di euro di superbonus che è servito a ristrutturare meno del 4% delle case degli italiani, prevalentemente seconde case. Se noi non avessimo avuto questi 38 miliardi di euro da spendere per il superbonus, di quanto avremmo potuto aumentare le pensioni minime? Vuole che glielo dica? Di 20.000 euro per ciascun pensionato minimo. Quindi, se i soldi non fossero stati gettati dalla finestra per fare delle cose che non avevano un impatto, che non erano prioritarie, oggi avremmo molte più risorse per fare le cose prioritarie che la sinistra, che ha speso i soldi in cose che non erano prioritarie, ci chiede oggi di fare, ma non ha fatto quando governava. Non so se la frase regge.

Domanda: Mi sembra che sia stata molto chiara. Siamo però anche in uno scenario dove si parla di guerra ormai da tanto tempo e tutti i giorni. Il Medio Oriente è riesploso in questo conflitto che non sembra avere soluzione. Il Governo italiano sostiene Israele, ma sostiene anche e con molta forza il cessate il fuoco in Libano e a Gaza. Ieri c'è stato anche un incontro in Italia abbastanza importante, perché per la prima volta i soggetti che a livello internazionale non si parlano, anzi fanno altro che parlarsi, qui hanno avuto modo di iniziare un dialogo. E quindi le chiedo in che modo il Governo italiano sta facendo pesare il suo ruolo in questa complicata situazione internazionale - perché pensare che sia semplice, che ci sia una soluzione unica, un unico colore, vuol dire non essere persone serie - e che cosa lei pensa che possa succedere e che sia in qualche modo utile ad arrivare a una migliore gestione della crisi a Gaza. 

Presidente Meloni: Io penso che l'Italia debba continuare a fare quello che ha fatto finora lavorando chiaramente moltissimo su questo dossier, mantenendo un equilibrio, una credibilità che ci viene di fatto riconosciuta da tutti gli attori internazionali e da tutti i protagonisti nella regione. Noi siamo stati al fianco di Israele come si sa, siamo stati al fianco del suo diritto di garantire la sua sicurezza e forse anche la sua stessa esistenza, perché a distanza di un anno le cose si dimenticano facilmente, ma io continuo ad essere convinta che l'aggressione di Hamas del 7 ottobre del 2023 chiaramente avesse una strategia. Da sempre la strategia del fondamentalismo è quella di isolare Israele. E io credo che la strategia fosse proprio quella di costringere Israele a una risposta così aggressiva, così forte, da minare la possibilità di normalizzazione che nella regione si stava portando avanti. Il vero nemico erano gli accordi di Abramo, il vero nemico erano gli accordi che alcuni Paesi del Golfo, in particolare, stavano portando avanti con Israele per normalizzare i rapporti con lo Stato di Israele. E quindi dobbiamo ricordarci qual è la strategia che stava alla base di questo attacco anche per capire come dobbiamo muoverci. Per questo motivo noi siamo stati ovviamente al fianco di Israele, anche se sosteniamo con forza un cessate il fuoco, e io lo sostengo particolarmente oggi. Penso che con la morte di Sinwar, cioè del massimo simbolo della responsabilità degli attacchi del 7 ottobre di Hamas, si apra una finestra che Israele deve saper cogliere e sulla quale noi stiamo chiaramente lanciando appelli, parlando, facendo ogni genere di moral suasion, perché io sono molto preoccupata - e non ne ho fatto mistero - sia dal rischio di una escalation le cui conseguenze possono essere per noi imprevedibili e inimmaginabili, ma sono anche molto preoccupata per l'isolamento crescente di Israele nel mondo, per l'isolamento crescente nella regione, per l'isolamento crescente nelle nostre opinioni pubbliche. È come se una parte di quella strategia stesse riuscendo. Ovviamente noi stiamo lavorando con tutti i nostri partner, ci lavoriamo quotidianamente. Secondo me qualche spiraglio potrebbe esserci, continuiamo a lavorarci. Chiaramente la situazione è molto complessa. Lei sa che io sono stata in Libano e in Giordania l'ultima volta la settimana scorsa. Tenga presente che in Libano c'è attualmente circa un milione di sfollati - parliamo di uno sfollato su 5 abitanti –in una situazione nella quale impatta anche la crisi dei profughi siriani: in Libano, sempre su 5 milioni di abitanti, noi abbiamo un milione di sfollati e un milione e mezzo di profughi siriani. È una situazione potenzialmente esplosiva. A Gaza la popolazione è allo stremo. L'Italia qui è stata impegnata, come lei sa, dall'inizio, come siamo impegnati ovviamente anche sul Libano. L'ultima iniziativa è stata quella di Food for Gaza, con la quale noi abbiamo portato nella Striscia, grazie alla collaborazione della Giordania, Nazione che ha un ruolo molto strategico in questa fase, circa 47 tonnellate di generi alimentari. È un lavoro che stiamo continuando a fare, però serve a tamponare. Serve a tamponare e noi continuiamo a fare del nostro meglio, poi sulla diplomazia bisogna saper fare di più. Vediamo. Noi abbiamo fatto questa iniziativa ieri con il G7 che ha dato buoni frutti, ce ne sarà un'altra che fa la Francia credo domani, se non vado errata. Quindi la comunità internazionale si sta muovendo, con i nostri partner ci stiamo muovendo, lo facciamo quotidianamente, ma la diplomazia è l'unico strumento del quale disponiamo e penso che si debba utilizzare a 360 gradi in questo momento. 

Domanda: Le faccio un'ultima domanda. Stranamente tra un po’ si vota: in Italia si vota sostanzialmente ogni mese, ogni sei mesi. E ci sono le elezioni regionali. Io le dico che ho sempre avuto l'idea che i cittadini sono molto intelligenti e quindi, se votano il sindaco scelgono il sindaco, se votano il Presidente della Regione c'è il Presidente della Regione, se votano per le politiche scelgono la maggioranza di governo da cui vogliono farsi governare, però si dice sempre che le elezioni sono un segnale nazionale, il midterm. Quindi le chiedo: Liguria e poi Emilia Romagna e Umbria intanto sono o non sono un segnale nazionale? E poi ci sono delle situazioni particolari, perché in Liguria abbiamo un'elezione dovuta alle dimissioni di Giovanni Toti dopo l'arresto, i domiciliari e tutta la storia che sappiamo, e l'Emilia Romagna che va a votare dopo un anno di disastri ambientali legati ad alluvioni che hanno mostrato una fragilità gigantesca di questo territorio. Che ruolo avranno queste elezioni per il Governo e per il centrodestra? Che cosa lei si aspetta e che cosa lei vuole fare per portarsi a casa in queste Regioni. 

Presidente Meloni: Intanto andrei per gradi, nel senso che intanto si vota domenica e lunedì in Liguria, partiamo da qui. Io sono abbastanza ottimista, ma insomma sono anche una persona che non ama parlare di queste cose prima. È un fatto scaramantico, quindi non le dirò niente di più. Voglio dirle che mi fa ben pensare il fatto che nessuno ne stia parlando del voto di Liguria. E voglio dirle che voglio ringraziare Marco Bucci per aver accettato questa candidatura, che ho considerato vergognosi gli attacchi contro Marco Bucci per essersi candidato nonostante la sua malattia. Penso che Marco Bucci abbia fatto invece una scelta molto coraggiosa, Tommaso, perché nessuno di noi sa quanto tempo ha a disposizione, questa è la verità. La differenza la fa come lo spendi quel tempo. E quindi io devo ringraziare Marco Bucci per questa scelta molto bella, molto coraggiosa al servizio della sua comunità. Voglio dire che cosa farò io. Noi facciamo sempre un comizio di chiusura della campagna elettorale per queste elezioni regionali che in questo caso faremo con Antonio Tajani e Matteo Salvini venerdì a Genova. Lo faremo per questa Regione, lo faremo ovviamente per le altre. Penso che in Liguria il centro-destra abbia in ogni caso portato a casa dei risultati importanti, penso che si possa fare un lavoro ancora migliore. Per quello che riguarda l'Emilia Romagna vedremo, ma io francamente non mescolerei il tema dell'alluvione con il tema elettorale. Trovo francamente, ma l'ho detto in tante occasioni, che dividersi su queste questioni non sia una cosa intelligente. Noi affronteremo, purtroppo continueremo ad affrontare queste emergenze, dobbiamo insieme cercare delle soluzioni strutturali sia in tema di messa in sicurezza del territorio, sia in tema di sostegno alla protezione civile - anche lì servono tante risorse, tanto lavoro. È un lavoro che si può fare solamente se i livelli istituzionali si mettono insieme. Ho visto un sacco di polemiche da una parte e dall'altra, da tutte, che secondo me non aiutano alla fine, che non piacciono neanche ai cittadini. Quindi una cosa è la ricostruzione e il lavoro di emergenza. Ho visto un messaggio del sindaco di Bologna, che chiamerò tra stasera e domani mattina, quindi sono sempre a disposizione e continuiamo a lavorare. La campagna elettorale è un'altra cosa. Anche sull’Emilia Romagna e l'Umbria, man mano che si avvicinano, proporremo la nostra ricetta come alternativa a quella dei nostri avversari, ma poi sono sempre gli italiani a decidere. È un test. La democrazia è sempre un test, per quello che mi riguarda. Per me, quando votano i cittadini, il responso dei cittadini è sacro, sia che sia un Municipio, un Comune, una Regione o il governo della Nazione. Non ho questo uso dei due pesi e delle due misure per cui se vinco era un test nazionale e se perdo è una Regione che non conta niente - perché ho sentito anche questo. Per me quello che dicono i cittadini è sempre importante e lo sto sempre ad ascoltare. 

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