Intervento del Presidente Meloni al Terzo vertice UE-CELAC
Tuesday, 18 July 2023
Grazie Charles,
ringrazio per questa iniziativa, torna dopo diversi anni in un momento nel quale c'è grande bisogno di dialogo, c'è bisogno di confrontarsi con un approccio che sia il più possibile pragmatico e non ideologico, cooperativo e non paternalistico.
Il dialogo è inevitabilmente più facile quando a parlarsi sono Nazioni legate da radici culturali comuni, legate da solide relazioni commerciali nonostante le divida un intero oceano e io credo che questa occasione sia un'occasione molto importante perché non sempre nonostante i legami che abbiamo siamo riusciti a camminare insieme come avremmo potuto fare. E quindi è anche un'occasione per interrogarci su cosa non abbia funzionato, su cosa può funzionare meglio.
So bene come molti ritengano che in passato l'Europa non abbia spesso riconosciuto come i problemi del mondo fossero anche problemi suoi, forse per questo la nostra azione in passato è stata meno incisiva di quanto avrebbe potuto essere.
Noi abbiamo vissuto in un mondo nel quale evidentemente eravamo convinti che potevamo salvarci da soli. Poi sono arrivati due choc come la crisi pandemica e l'aggressione russa contro l'Ucraina e ci siamo resi conto che non era così perché viviamo in un mondo troppo interconnesso, in quel mondo interconnesso ogni choc produce un domino di conseguenza per ciascuno di noi con il particolare elemento che quel domino di conseguenza impatta con maggiore forza sulle nazioni più esposte e sui paesi in via di sviluppo. Lo vediamo molto bene con il conflitto in Ucraina dove io credo che l'invasione russa sia chiaramente un atto soprattutto contro i paesi più vulnerabili.
Ho sentito qui diversi parlare di pace. Penso però che dobbiamo dare alle parole il giusto significato che hanno: la parola pace non può essere confusa con la parola invasione perché pace e invasione sono due concetti molto diversi, su questo bisogna essere franchi. E se qualcuno ritiene di poter confondere queste due parole non si rende conto che un mondo nel quale non dovesse più esistere il diritto internazionale, un mondo nel quale chi è militarmente più forte può liberamente invadere il suo vicino non sarà mai un mondo di pace. Sarà semplicemente un mondo nel quale vige la legge del più forte, questo può convenire a chi è forte per carità ma decisamente non conviene a tutti gli altri. Sarebbero le Nazioni più esposte a essere in pericolo e quindi io credo non solo, come ha detto Krišjānis, che la guerra in Ucraina sia una nuova guerra coloniale ma credo anche che sia una guerra fatta contro i più deboli e lo vediamo anche con il mancato rinnovo dell'accordo sul grano che è sempre volontà della Russia, segnale chiaro sul quale credo che tutti debbano interrogarsi perché usare la materia prima che sfama il mondo come un'arma è un'offesa nei confronti dell'umanità. Eppure colleghi seppure noi siamo in una crisi sappiamo anche che le crisi sono un'occasione, ce lo insegna Papa Francesco, un discendente di emigrati italiani in Argentina che oggi guida la Chiesa Cattolica, perché le crisi ci impongono di scegliere.
La scelta che noi possiamo fare oggi è quella di costruire una nuova e diversa Alleanza tra Europa e America Latina, un'alleanza in nome dei valori della libertà, della democrazia, in nome della nostra comune identità, in nome del rispetto reciproco, un'alleanza che forse si è un po' sfilacciata negli ultimi tempi ma che noi possiamo riannodare con un filo nuovo e quel filo deve essere il filo di una cooperazione non predatoria ma paritaria, che deve assicurare pari benefici a tutti.
I rapporti commerciali e strategici sono una chiave, per questo speriamo di riuscire a firmare l'accordo modernizzato con il Cile, sosteniamo gli sforzi della Commissione per arrivare a un'intesa con il Messico, con i paesi del Mercosur che sia davvero vantaggiosa per entrambi.
Sono fiera, in termini di investimenti strategici e rapporti commerciali, del ruolo dell'Italia che è uno dei principali investitori in America Latina e nei Caraibi con un livello di investimenti esteri complessivi pari a oltre 27 miliardi per il 2021, ma voglio citare un altro aspetto fondamentale della nostra cooperazione, partendo dall'esperienza italiana, che è il tema della sicurezza, della giustizia, della lotta alla criminalità organizzata.
Domani è il 19 luglio, n Italia è una data simbolica. Il 19 luglio di 31 anni fa la mafia uccide il giudice Paolo Borsellino, che insieme al giudice Giovanni Falcone aveva intentato il più grande processo contro la mafia mai esistito in Italia.
Sono stati due martiri della lotta alla mafia e sono anche due dei principali attori ai quali noi dobbiamo gran parte di quello che sappiamo nella lotta contro il crimine organizzato, sono stati loro ad averci insegnato quanto fosse importante combattere la mafia, combattere il crimine organizzato, anche lavorando fuori dai propri confini nazionali, con organizzazioni criminali che erano sempre più potenti e che non riguardavano più solamente le nostre società.
E’ la ragione per la quale 23 anni fa le Nazioni unite hanno, proprio a Palermo nella città di Falcone e Borsellino, avviato quella che noi conosciamo come convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale e credo che questo sia un altro elemento fondamentale della nostra cooperazione, qualcosa su cui possiamo continuare a lavorare insieme perché l'Italia è riconosciuta per essere una delle Nazioni che hanno il know how maggiore, ma i risultati migliori in questa cooperazione li abbiamo ottenuti proprio con i partner dell'America Latina. Quindi, e concludo, decisamente sono molte più le cose che ci uniscono di quelle che potranno mai dividerci e quindi è bene che ce lo ricordiamo, è bene che ognuno di noi sia disposto a fare il più possibile un passo verso l'altro e questa iniziativa per questo è molto utile. Vi ringrazio