Incontro con i corrispondenti della Stampa Estera, l'intervento del Presidente Meloni
Wednesday, 28 February 2024
Buonasera a tutti. Grazie per questo invito, grazie per questa bella iniziativa. Grazie a Esma, a Dario, a tutto il direttivo dell'Associazione. Approfitto per scusarmi e per farvi i complimenti perché confesso che non conoscevo molte delle attività che l'Associazione porta avanti, che sono un racconto molto più completo della realtà italiana per le persone alle quali raccontate con il vostro lavoro quello che accade qui.
Davvero vi faccio i complimenti, vi faccio un in bocca al lupo anche per la vostra nuova sede. Non so cosa Silvio Berlusconi da lassù pensi del fatto che questa “banda di comunisti” - come lui l'avrebbe definita - si trasferisce a Palazzo Grazioli.. ma sono i casi della vita, signori.
Vi ringrazio per questo appuntamento che considero un appuntamento molto bello, molto significativo. Temo che sarò un po’ deludente per voi. Ho sentito lo splendido intervento della Presidente e so che in questa occasione ci si aspetta dal Presidente del Consiglio un intervento leggero e divertente. Io non ero leggera neanche a 15 anni, figuratevi dopo 16 mesi che faccio il Presidente del Consiglio. In tutto questo voi mi invitate nel giorno in cui perdo le elezioni in Sardegna e sto pure facendo la Quaresima e non posso neanche affogare i miei dispiaceri nell'alcol. Per cui non è la giornata oggettivamente migliore per aspettarsi da me della simpatia e dell'allegria. È andata così. In ogni caso, eh, trovo questa iniziativa bella perché, al di là del mio discorso, al di là dei discorsi ufficiali, questa è un'occasione per conoscerci come persone. Questo è importante per tutti noi per fare meglio il nostro lavoro.
Io ho sempre pensato che per capire la politica, come per capire la storia, per capire la letteratura, devi cercare di capire i protagonisti: che cosa avevano in testa, chi erano. Vale anche per i giornalisti. Quando tu leggi un commento, io politico leggo un commento, se so chi è che ha scritto quel commento, io sono in grado di comprendere e di interpretare meglio quel commento. E allora avere l'occasione in qualche modo di avere del tempo per conoscerci, può consentirci anche di avere tutti quanti un giudizio più completo e un rapporto più franco. Io credo che questo sia molto importante, penso che cercare di capire le persone possa consentire a ciascuno di noi di fare meglio il nostro lavoro. Penso che possa consentirlo a me per raccontare meglio chi sono, che cosa faccio, penso che possa consentirlo a voi che oltretutto - consentitemi di dire - se siete stati mandati a fare i corrispondenti in Italia, cioè a tentare di raccontare la politica italiana a persone lontane da qui, una politica italiana che non capiscono neanche i politici italiani, o i vostri direttori vi detestano, oppure obiettivamente vi stimano parecchio perché non è una cosa facile.
Ma anche per questo conoscersi e conoscere le persone meglio aiuta a meglio interpretare la realtà.
E penso che nel mio caso valga ancora di più, perché voi sapete che io sono “cintura nera” di stereotipi, di etichette. Sono una persona che è stata raccontata in tutti i modi possibili e immaginabili quando, a volte, quando le persone mi hanno conosciuto, hanno scoperto una realtà diversa da quella che era stata raccontata e hanno cambiato il loro giudizio: delle volte magari in negativo, molto spesso in positivo. Per me non era difficile. Quando vieni presentato come se fossi un marziano, un mostro, e ti presenti e dimostri che hai solo due occhi e non ne hai sei, già stupisci positivamente. Però questo viaggia attraverso la conoscenza reciproca.
E allora io posso soprattutto provare a dirvi chi sono. Quindi comincio io in questa specie di seduta psicanalitica che stasera facciamo insieme, raccontando chi penso di essere al di là del fatto che sono Presidente del Consiglio dei Ministri. Sono Giorgia intanto buonasera. Poi qualcuno direbbe “sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana”.. ma questa è tutta roba che a Roma si dice abbiamo già “messo al pizzo” cioè che già sappiamo. A parte questo, sono giornalista come voi - e questo non so quanti lo sanno - ma sono soprattutto una persona che ha speso due terzi della sua esistenza nell'impegno politico. Ancora adesso, dopo trent'anni di impegno politico, considero la politica la più straordinaria forma di impegno civile che esista. Non avrei tuttavia mai immaginato di arrivare dove sono e forse ci sono arrivata esattamente per questo: non amo starci e potrei rimanerci più degli altri esattamente per questa ragione. Uno dei miei collaboratori di lungo corso dice che il mio slogan è “moriremo tutti”. È corretto, io non sono una persona ottimista, guardo sempre il bicchiere mezzo vuoto.
Però, siccome sono in grado di immaginare sempre lo scenario peggiore possibile - e di solito la sorte è molto più magnanima di me - poi sono anche in grado di affrontare tutti gli altri scenari, perché mi ero predisposta a quello peggiore. Nessuno dei miei sogni nel cassetto si è realizzato. Io avrei voluto fare la cantante, ma sono stonata. Avrei voluto giocare nella Nazionale di pallavolo, ma sono nana. Avrei voluto conoscere Michael Jackson, ma è morto troppo presto. Tra questi sogni non c'era quello di fare il Presidente del Consiglio dei Ministri, perché sono per questo una persona troppo lucida. Però Michael Jackson mi ha insegnato l'inglese perché non tutti sanno che io ho imparato l'inglese soprattutto perché ero un'appassionata di musica e volevo capire che cosa dicessero questi testi. Questo mi ha molto aiutato, mi ha aiutato soprattutto nella politica estera. Penso che anche lì la capacità di conoscere davvero chi hai di fronte possa aprire molte opportunità, molti spazi. Tutti i leader nel mondo sono solo persone che cercano di fare del meglio per la propria Nazione.
Se riesci a capire bene chi hai di fronte, se riesci a creare un’empatia - e in questo la lingua chiaramente ti aiuta - si possono costruire rapporti molto più solidi di quelli che si possono costruire quando sono filtrati. Dopodiché sono una persona che, come si sa, non ha paura di dire quello che pensa. Delle volte avrei voluto essere diversa, ma non ho paura di dire quello che penso. Non ho paura di assumermi la responsabilità, di pagarne il prezzo.
Sono leale. Per me è una questione di principio mantenere un impegno se prendo quell’impegno: ho molti dei sette vizi capitali, quasi tutti, ma non ho quello più subdolo di tutti e quello in assoluto più devastante per i politici che è la vanità, che secondo me è quello che fa molti più danni in questo campo. A dispetto della mia faccia che più o meno è sempre questa non sono sempre arrabbiata, è una faccia che mi viene naturale quando sono concentrata. Una volta per dimostrarlo a Ignazio La Russa, gli ho mostrato una foto di classe della terza elementare in cui io avevo esattamente questa faccia e non vi dirò come tenevo le mani perché il mio ruolo me lo impedisce.
Per cui a dispetto di questa faccia sempre corrucciata, in realtà sono una persona che ama ridere, che ama ridere soprattutto e anche di se stessa. Mi considero una persona per bene, una persona buona.
Ma so che non bisogna mai sottovalutare la potenziale cattiveria di un buono costretto a essere cattivo e quindi non bisogna neanche sottovalutarmi. Le cose che mi fanno arrabbiare in assoluto di più sono la slealtà, l'umiliazione e perdere a burraco, cosa che di recente mi sta capitando anche abbastanza spesso. Quindi quest'anno non è partito benissimo complessivamente.
La cosa che amo di più dopo mia figlia è questa Nazione e quindi chiaramente mi fa arrabbiare che le si manchi di rispetto. E qui consentitemi di dire un paio di cose un po’ più serie ma davvero non vi tedierò. Questa serata non merita pesantezza, nonostante la mia giornata sia stata un po’ così.
Credo che questo aiuti a capire anche molto della politica che stiamo cercando di portare avanti. Io ho sofferto, da patriota, un'Italia sempre guardata un po’ dall'alto in basso, un'Italia a volte considerata poco seria e inaffidabile. Quando sono diventata Presidente del Consiglio mi sono data come primo obiettivo quello di restituire a questa Nazione la sua credibilità, di fare del mio meglio perché questa Nazione potesse essere considerata credibile, affidabile, perché si potesse ribaltare un racconto che a volte era stato anche strumentale: l'Italia “spaghetti e mandolino”, l'Italia della quale non ti puoi fidare. È un po’ questa la linea che governa la politica che io sto cercando di portare avanti: riguarda il tema della politica estera che voi seguite, le posizioni - per quello che mi riguarda - si prendono e si mantengono sulla base di quello che è giusto e non sulla base del mutare degli umori. Vale per l'Ucraina, vale per il Medio Oriente. Banalmente perché questo è quello che distingue i leader dai follower.
Io penso che ci siano due modi per fare politica: ci sono quelli che fanno politica per prendere i voti e quelli che prendono i voti per fare politica. Sono due cose molto diverse tra loro. Se sei un leader devi riuscire a convincere la maggioranza dei cittadini che la tua visione è quella corretta. Se tu rincorri l'umore degli altri, allora non sei in grado di indicare quella strada. Questo vale per la politica estera, voi sapete che quest'anno noi abbiamo la Presidenza del G7, i temi li conoscete meglio di me, c'è un tema che vi riguarda anche come persone, che vi riguarda anche come professionisti, che io cito - lo faceva anche la Presidente - è quello dell'intelligenza artificiale. Perché, guardate, noi possiamo parlare quanto vogliamo di libertà di stampa - tutti difendiamo la libertà di stampa - ma qui il problema è che si rischia di cancellare la stampa e quando non c'è più una stampa purtroppo non potrai difendere neanche la libertà.
Noi sappiamo che l'intelligenza artificiale è una grande opportunità se governata, se non è governata può essere un detonatore. E siamo abituati a un progresso che ottimizza le competenze umane ma eravamo abituati a un progresso che ottimizzava le competenze fisiche e gli uomini e le donne si potevano concentrare sui lavori di concetto, di organizzazione. Rischia di non essere più così. Noi rischiamo un impatto sul mercato del lavoro che riguarda lavori e professioni altamente qualificate - come quella del giornalismo - che può essere devastante.
Sarà uno dei temi che porteremo al G7, cioè il focus sull'intelligenza artificiale, particolarmente per quello che riguarda l'impatto nel mercato del lavoro.
Vale per la politica economica dove abbiamo cercato di comprare meno monopattini e dedicarci di più ai salari dei cittadini, alla tutela del reddito delle famiglie e ci sono anche qui delle buone notizie: BTP Valore - non so se volete investire bene due soldi - che è dedicato ai piccoli risparmiatori, oggi, nella prima giornata, ha raccolto 6 miliardi di euro, un record assoluto per cui se vi avanza qualche soldo che volete investire bene, in una Nazione seria, con un Governo longevo, ecco ci sarebbe questo BTP Valore al quale mi permetto di fare pubblicità.
Tutto questo chiaramente si riesce a fare se c'è tempo, che è quello che è mancato all'Italia, che è quello che è mancato ai governi italiani e voi lo sapete bene: perché io capisco il punto di vista di chi una volta che è riuscito finalmente a imparare i nomi di tutti i ministri poi cambiano. Che è stata la vostra quotidianità perché a volte non riuscivo a ricordameli tutti io e già cambiavano.
A questa Nazione serve stabilità, serve la stabilità che le consente di avere una visione, che le consente di dare la priorità agli investimenti rispetto alla spesa corrente, che le consente di avere una strategia, che le consente di governare i grandi poteri economici, che le consente di governare la burocrazia.
Questo si fa soprattutto con le riforme. Noi abbiamo proposto una riforma costituzionale per la quale ci sono accuse. L'altra volta vedevo - un famosissimo tra l'altro - osservatore americano che citava la riforma del premierato ricordando Mussolini, perché si potrebbe con pochi voti avere una maggioranza.
Segnalo sommessamente che è quello che oggi accade in molte altre democrazie: per esempio in Francia dove c'è un presidenzialismo in forza del quale col secondo turno - se al primo turno hai preso il 18% - se vinci governi la Nazione. Quindi mi sembrano delle letture delle volte un po’ forzate.
Quello che vorrei fare io è semplicemente garantire che chi governa in Italia lo scelgono i cittadini: democrazia. E che se quel governo scelto dai cittadini va a casa si torna a votare: democrazia. Quindi vorrei dare stabilità e maggiore peso ai cittadini nella definizione dei propri governi, perché se noi riusciamo a fare questo per voi sarà più facile lavorare, perché i ministri saranno quelli per almeno cinque anni e noi avremo più risultati, perché purtroppo non dovremmo metterci a ricominciare da capo ogni anno e mezzo perché quello che ha devastato questa Nazione. Lo so, sono noiosa, che devo fare? Io sono sempre stata noiosa, lo sono da una vita, per cui mi trovo molto a più agio nelle mie cose noiose.
E sia chiaro che non mi lancerò in una danza questa sera perché non è proprio il giorno giusto ma vi ringrazio se non altro per il buon auspicio, perché mi avete invitato a questa cena e poi dopo che mi avete invitato mi avete spiegato che dopo due giorni che era venuto Mario Draghi gli avete portato una “sfiga” senza precedenti, quindi farò del mio meglio per allontanarmi da questa sala il prima possibile, per cercare di rimanere un pò a governare questa Nazione.
Grazie davvero a voi, buon lavoro e grazie per questo invito.