Settantacinquesimo anniversario di Confapi, videomessaggio del Presidente Meloni
Wednesday, 29 March 2023
Buongiorno a tutti,
voglio ringraziare e salutare il Presidente Cristian Camisa e lo ringrazio per l’invito. Sono dispiaciuta di non poter partecipare in presenza al settantacinquesimo anniversario della Confederazione, ma non volevo far mancare il mio contributo ai lavori. Saluto inoltre i Ministri, i rappresentanti delle categorie economico-produttive e i rappresentanti delle Istituzioni che prenderanno parte a questa giornata e ovviamente a tutti i presenti.
La piccola impresa è il motore diffuso della nostra economia, della nostra società e della nostra cultura. Dico di più: il mondo che voi rappresentate costituisce l'identità, la tradizione e l'innovazione del tessuto produttivo italiano. Voi siete quelli che a me piace definire “i patrioti del lavoro”, perché con i vostri sogni, il vostro ingegno, la vostra creatività contribuite a fare dell'Italia la grande Nazione che è. Voi e i vostri collaboratori siete una parte fondamentale della nostra economia reale, rappresentate la declinazione concreta del legame che unisce impresa, lavoro e territorio. Un legame che ha al centro l'imprenditore, la sua capacità di rischiare e innovare, di avere il proprio legittimo profitto e di garantire benessere sociale diffuso. Ma anche il lavoratore, quello che nelle piccole e medie imprese molto spesso non è solo un semplice dipendente ma è di fatto un vero e proprio collaboratore che partecipa al destino dell’azienda. Anche questo è un elemento fondamentale da ricordare. Si può dire che l’economia reale è il vostro “core business”. Ma è anche il core business del nostro Governo, perché l’economia reale è per noi sinonimo di posti di lavoro, di investimenti, di sviluppo e significa creare ricchezza e benessere sul territorio. Il nostro lavoro, che il governo sta cercando di fare, come ben sapete, è ispirato da un principio semplice: sono le aziende e non è lo Stato a creare ricchezza e occupazione mentre il compito dello Stato è mettere quelle aziende e quei lavoratori nelle condizioni migliori per poter creare ricchezza e occupazione, garantendo le precondizioni necessarie per fare impresa.
Noi crediamo che lo Stato debba essere un alleato delle imprese, non un avversario come spesso è stato, crediamo che debba risolvere problemi e non crearne, crediamo che debba creare le condizioni affinché chi voglia fare impresa possa farlo senza trovare nelle Istituzioni un ostacolo e premiare chi si rimbocca di più le maniche. Uno Stato amico di chi fa impresa è uno Stato che riduce il carico fiscale, che combatte l’evasione, che taglia gli adempimenti e la burocrazia e scrive regole chiare.
Questa è la visione che ha ispirato e ispira il nostro lavoro. Dalle misure contro il caro bollette alla riforma degli incentivi alle imprese, dalla lotta alla concorrenza sleale contro le aziende “apri e chiudi” fino alla nascita del Difensore civico delle imprese, dal nuovo Codice degli appalti alla delega fiscale che abbiamo approvato solo pochi giorni fa dal Consiglio dei ministri. Una riforma che l’Italia aspettava da decenni ed è una riforma pensata per stimolare la crescita dell’economia italiana, con una migliore efficienza della struttura delle imposte e con una riduzione del carico fiscale. È una riforma che disegna un nuovo Fisco basato su alcuni punti fondamentali: progressiva diminuzione delle aliquote IRPEF; introduzione anche per i lavoratori dipendenti di una tassa piatta agevolata sugli incrementi di salario rispetto all'anno o agli anni precedenti; graduale riduzione dell'IRES con un premio per chi investe e assume in Italia secondo il principio “più assumi, meno tasse devi allo Stato”.
E questo è solamente la cornice perché sono molte le novità introdotte nella delega fiscale.
Difendere l’economia reale vuol dire anche immaginare una politica industriale che metta al centro l’impresa e sappia guardare non all’orizzonte del prossimo anno o dei prossimi 5 anni ma a un orizzonte molto più lungo. L’Italia ha già pagato la sua mancanza di visione, che abbiamo visto negli ultimi decenni, una mancanza di visione che ha frenato la crescita e che ha reso la Nazione dipendente dall’estero in troppi settori.
Noi stiamo lavorando per invertire questa tendenza e per immaginare linee chiare e strategiche di sviluppo. Penso ad esempio all’obiettivo di rendere l’Italia l’hub energetico d’Europa, all’investimento strutturale per difendere il nostro Made in Italy - il marchio, una delle cose più preziose che abbiamo -, all’impegno per costruire catene di valore più prossime e per rendere le nostre imprese più competitive sui mercati internazionali. È un programma ambizioso e gli ostacoli per portarlo avanti non mancheranno. Ma noi non abbiamo paura. E non ci manca il coraggio, non ci manca la visione, non ci manca il rispetto per i cittadini che ci hanno dato il compito di governare questa Nazione.
E lo stesso coraggio che avete voi che ogni giorno mettete in quello che fate quando decidete di investire in un nuovo progetto o di scommettere su una nuova attività.
E che vi spinge anche a non accontentarvi, a cercare di fare sempre meglio, a rialzarvi dopo ogni caduta. È quello che intendiamo fare anche noi: lavorare h24, 7 giorni su 7, per rivoluzionare questa Nazione.
Perché i cittadini non ci hanno scelto per mantenere lo status quo, ci hanno scelto perché sperano che noi riusciamo a liberare le migliori energie di questa Nazione, sperano che abbiamo la forza per fare le riforme che nessun altro ha avuto il coraggio di fare, sperano che abbiamo la forza e la determinazione di andare fino in fondo.
È un cammino difficile, ma è un cammino che non ci spaventa.
E siamo certi che possiamo, e che potremo, contare sul contributo di Confapi.
Grazie a tutti e buon lavoro.