Bagnoli-Coroglio, l'intervento del Presidente Meloni alla firma del protocollo d'intesa

Lunedì, 15 Luglio 2024

Buongiorno a tutti, 
grazie di essere qui, grazie soprattutto al Sindaco di Napoli Manfredi, grazie per la collaborazione, grazie per l'accoglienza, saluto tutte le autorità presenti, saluto il Presidente della Regione Vincenzo de Luca, saluto i Ministri, i Sindaci, l'Amministratore delegato di Invitalia Bernardo Mattarella, saluto il Prefetto di Bari, grazie a tutti i presenti.

Penso che il Sindaco abbia detto moltissimo di quello che siamo qui per fare oggi e penso che dalle sue parole si comprenda come stamattina accada comunque qualcosa di molto importante per Napoli, per la Campania, per il Sud nel suo complesso. 

Chiaramente voi conoscete tutti meglio di me la storia di questo territorio, di quello che è accaduto qui a Bagnoli dopo che il 20 ottobre del 1990 fu spenta l’area a caldo e poi nel 1993 fu definitivamente chiusa quella che per quasi un secolo era stata una delle aree industriali e uno dei centri siderurgici più grandi d'Europa, quella Ilva-Italsider di Bagnoli che aveva segnato la storia produttiva del Sud, la storia produttiva dell'Italia per grandezza, per importanza, per generazioni di lavoratori che in questo sito avevano trovato occupazione per il contributo alla crescita economica del Mezzogiorno che aveva garantito. 

Quando quella storia lunga, complessa, in certe fasi anche travagliata è finita, allora avrebbe dovuto aprirsi un'epoca nuova, quella del risanamento ambientale, della rigenerazione dell'area, quella che aveva come finalità restituire ai cittadini, ai napoletani e al Sud un'area che è estremamente vasta, con i suoi 250 ettari di territorio, i suoi 14 chilometri quadrati di area marina e le sue straordinarie potenzialità. 

Così come voi sapete meglio di me non è stato. Tutti i tentativi di riqualificazione che si sono susseguiti in oltre 30 anni non hanno ottenuto, per utilizzare un eufemismo, i risultati sperati. Ora io ho visto che qui fuori ci sono dei manifestanti, dagli slogan direi che sono centri sociali, ma se non lo fossero, se fossero per esempio dei comitati, vorrei dire a quei cittadini che parlano di passerelle che li capisco, perché qui molte promesse sono state fatte e poi sono anche state tradite, ma voglio anche dire a quei cittadini di darci la possibilità di dimostrare che le cose possono cambiare.

E noi siamo qui sostanzialmente per questo. Abbiamo assistito in passato al clamoroso fallimento di Bagnoli Futura che avrebbe dovuto portare avanti gli interventi di riqualificazione, ma invece ha lasciato il sito incontaminato per il 93% delle aree mantenendo sostanzialmente immutato il disastro ambientale della colmata a mare con una superficie di quasi 200 mila metri quadrati riempita di cemento, di scarti inquinanti dell'alto forno dell'ex Italsider. Bagnoli Futura è fallita dieci anni fa e da quel momento si è aperto il capitolo del commissariamento dell'area con la nomina nel 2015 del primo Commissario di Governo e con l'indicazione di Invitalia come soggetto attuatore del programma di risanamento. 

Che cosa che non ha funzionato? Non ha funzionato che in questi dieci anni è mancato un elemento non secondario per garantire che il commissariamento potesse dare risultati concreti e cioè le risorse.

E quello è il problema che oggi noi cerchiamo di contribuire a risolvere, problema al quale abbiamo lavorato fin dal nostro insediamento. Abbiamo, come ricordava il Sindaco, riattivato la Cabina di regia prevista dalla legge che ha istituito l'Area di crisi Bagnoli-Coroglio, è stato rimodulato il Programma di risanamento ambientale e di rigenerazione urbana, il cosiddetto PRARU, e soprattutto ci siamo occupati di individuare le risorse necessarie per fare in modo che gli impegni presi, a differenza di quanto accaduto per tanti anni, non rimanessero - diciamo così - scritti sulla sabbia. 

Vale la pena ricordare che su questo sito, a fronte dei circa 2 miliardi e 280 milioni di euro che sono necessari a coprire il costo degli interventi di riqualificazione e di risanamento, era stata messa a disposizione la cifra di 480 milioni, cioè meno di un settimo di quanto necessario. 

Allora, con il Decreto coesione, noi abbiamo scelto di stanziare quello che serve per coprire gli investimenti pubblici, ovvero 1 miliardo e 218 milioni a valere sulle risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027, quindi fondi nazionali. Il Decreto coesione stanzia le risorse e prevede la sottoscrizione di un protocollo d'intesa che indica obiettivi concreti e che, come diceva il Sindaco, indica una precisa tabella di marcia.

E quindi oggi, di fatto, le Istituzioni, lo Stato sono a Bagnoli e decidono di mettere la faccia su un problema annoso, su una di quelle questioni che vanno avanti da così tanto tempo che i cittadini ad un certo punto si convincono che non ci sia niente che si possa fare per invertire quella tendenza. Però io penso che la vera politica debba sfidare sé stessa sugli obiettivi difficili, non su quelli facili, perché è l'unico modo per dimostrare che intanto i politici non sono tutti uguali, ma soprattutto è l'unico modo per riavvicinare i cittadini alle Istituzioni. Noi proviamo a farlo, come abbiamo fatto in altri luoghi, anche in questa Regione. Vedo il Commissario Ciciliano, penso a Caivano, dove pure si era detto che niente potesse cambiare, e invece qualcosa con determinazione, costanza, con serietà, con tanto lavoro può cambiare. E davvero è mio impegno personale, chiaramente con tutte le Autorità e le Istituzioni coinvolte, che possa accadere anche qui. 

Qui a Bagnoli le Istituzioni vogliono oggi assumere un impegno che è anche l'impegno a rispettare quello che si annuncia. Allora io voglio ringraziare il Ministro Fitto, il Sindaco di Napoli e Commissario di Governo Manfredi, voglio ringraziare tutte le Amministrazioni che hanno lavorato per questo obiettivo, che hanno lavorato per molti mesi, perché è stato un bel lavoro di squadra, che di fatto precostituisce le condizioni per affrontare finalmente l'opera di risanamento ambientale, l'opera di rigenerazione urbana più ambiziosa d'Europa.

Il protocollo di intesa che sottoscriviamo oggi prevede, come si diceva, l'accelerazione di tutti gli interventi previsti dal programma di risanamento, a partire dalla bonifica completa del suolo e dell'area marina e dalla ricostruzione e il potenziamento della rete e delle infrastrutture, ma prevede anche una serie di nuovi obiettivi: penso alla realizzazione dei due chilometri di waterfront, rendendo balneabile il tratto di costa; penso alla riqualificazione di Borgo Coroglio; penso ai 130 ettari di parco urbano con impianti sportivi e siti archeologici industriali; penso ai 13 chilometri di percorsi ciclabili; penso agli 8 gigawattora di energia solare prodotta, alla realizzazione di nuovi edifici, oltre ovviamente alla riqualificazione di quelli esistenti, per 1 milione e 600 mila metri cubi complessivi. 

Un complesso di interventi che dovranno essere realizzati entro il 2031 e che, secondo le stime, genererà un indotto occupazionale di oltre 10.000 unità tra lavoratori diretti e indiretti. 

Nelle prossime settimane, una volta terminate le operazioni di bonifica dalla contaminazione di amianto, saranno aperti i cantieri per la messa a terra dei primi interventi. 

E insomma, la sfida è trasformare un'area inquinata e abbandonata, che è stata appunto un simbolo di una incapacità delle istituzioni di riuscire davvero a essere concrete nelle risposte che davano, in un moderno polo turistico, balneare, commerciale, che sia all'altezza di quella straordinaria città che è Napoli, di quella straordinaria regione che è la Campania.

È un progetto strategico che siamo riusciti a immaginare, a costruire, e abbiamo collaborato a realizzare grazie alla riforma delle politiche di coesione che è stata portata aventi da questo Governo. È una riforma che è ispirata a una visione ben precisa, cioè utilizzare tutte le risorse che servono a combattere i divari tra i territori, concentrare quelle risorse su progetti strategici, su grandi investimenti, soprattutto per il Mezzogiorno d'Italia. Sono risorse estremamente preziose, ce lo dobbiamo dire, che però non sempre sono state spese o sono state utilizzate per interventi strategici. 

Completare il risanamento di Bagnoli è un investimento strategico, lo è per il Sud, lo è per la Campania, lo è per l'Italia. Io rivendico la scelta di questo Governo di aver voluto destinare a questo progetto 1 miliardo e 218 milioni di euro di risorse della coesione. 

Ma la riforma delle politiche di coesione - mi perdonerete se allargo leggermente l'orizzonte, perché tutto funziona se è inserito in una strategia -, da cui sono nati gli Accordi di coesione che finora abbiamo sottoscritto con 18 tra Regioni e Province autonome, non è l'unico tassello della strategia complessiva che cerchiamo di immaginare per il Mezzogiorno d'Italia. Penso che, ad esempio, sempre all'interno del Decreto coesione abbiamo istituito il Fondo perequativo infrastrutturale e abbiamo stabilito per legge l'obbligo di destinare il 40% delle risorse per infrastrutture al Sud.

È una risposta che io considero importante, perché noi per anni abbiamo distribuito la spesa per infrastrutture in base alla distribuzione della popolazione, però qualcosa non funziona se si continua a utilizzare solamente questo parametro, perché al Sud noi abbiamo un problema di spopolamento, e quello spopolamento è legato all'assenza di opportunità, e l'assenza di opportunità è legata all'assenza di infrastrutture. E quindi se non si inverte questa tendenza non si può neanche arrivare ad affrontare questa materia in maniera più strutturata e strutturale.

Sempre con il decreto coesione, voglio ricordare anche che ci siamo occupati di lavoro, destinando circa 2,8 miliardi di euro alle nuove assunzioni di donne, di giovani, di soggetti svantaggiati. Abbiamo detto alle imprese che assumono queste persone che, se lo fanno per due anni, non dovranno nulla allo Stato, a una condizione e cioè che quelle persone vengano assunte a tempo indeterminato. 

E sempre nell'ottica di sostenere l'occupazione arrivo con un'altra buona notizia che è la proroga di Decontribuzione Sud, acclamata trasversalmente da tutte le forze politiche.  È stata accordata dalla Commissione europea su richiesta del Governo italiano. È ovviamente una misura estremamente importante, che noi riteniamo molto utile e che lavoriamo per far diventare strutturale. Il Ministro Fitto è già al lavoro con la Commissione su questo obiettivo e sono molto fiduciosa che possa riuscire anche in questo. 

Nelle prossime settimane, una volta terminate le operazioni di bonifica dalla contaminazione di amianto, saranno aperti i cantieri per la messa a terra dei primi interventi. 

E insomma, la sfida è trasformare un'area inquinata e abbandonata, che è stata appunto un simbolo di una incapacità delle istituzioni di riuscire davvero a essere concrete nelle risposte che davano, in un moderno polo turistico, balneare, commerciale, che sia all'altezza di quella straordinaria città che è Napoli, di quella straordinaria regione che è la Campania.

È un progetto strategico che siamo riusciti a immaginare, a costruire, e abbiamo collaborato a realizzare grazie alla riforma delle politiche di coesione che è stata portata aventi da questo Governo. È una riforma che è ispirata a una visione ben precisa, cioè utilizzare tutte le risorse che servono a combattere i divari tra i territori, concentrare quelle risorse su progetti strategici, su grandi investimenti, soprattutto per il Mezzogiorno d'Italia. Sono risorse estremamente preziose, ce lo dobbiamo dire, che però non sempre sono state spese o sono state utilizzate per interventi strategici. 

Completare il risanamento di Bagnoli è un investimento strategico, lo è per il Sud, lo è per la Campania, lo è per l'Italia. Io rivendico la scelta di questo Governo di aver voluto destinare a questo progetto 1 miliardo e 218 milioni di euro di risorse della coesione. 

Ma la riforma delle politiche di coesione - mi perdonerete se allargo leggermente l'orizzonte, perché tutto funziona se è inserito in una strategia -, da cui sono nati gli Accordi di coesione che finora abbiamo sottoscritto con 18 tra Regioni e Province autonome, non è l'unico tassello della strategia complessiva che cerchiamo di immaginare per il Mezzogiorno d'Italia. Penso che, ad esempio, sempre all'interno del Decreto coesione abbiamo istituito il Fondo perequativo infrastrutturale e abbiamo stabilito per legge l'obbligo di destinare il 40% delle risorse per infrastrutture al Sud.

È una risposta che io considero importante, perché noi per anni abbiamo distribuito la spesa per infrastrutture in base alla distribuzione della popolazione, però qualcosa non funziona se si continua a utilizzare solamente questo parametro, perché al Sud noi abbiamo un problema di spopolamento, e quello spopolamento è legato all'assenza di opportunità, e l'assenza di opportunità è legata all'assenza di infrastrutture. E quindi se non si inverte questa tendenza non si può neanche arrivare ad affrontare questa materia in maniera più strutturata e strutturale.

Sempre con il Decreto coesione, voglio ricordare anche che ci siamo occupati di lavoro, destinando circa 2,8 miliardi di euro alle nuove assunzioni di donne, di giovani, di soggetti svantaggiati. Abbiamo detto alle imprese che assumono queste persone che, se lo fanno per due anni, non dovranno nulla allo Stato, a una condizione e cioè che quelle persone vengano assunte a tempo indeterminato. 

E sempre nell'ottica di sostenere l'occupazione arrivo con un'altra buona notizia che è la proroga di Decontribuzione Sud, acclamata trasversalmente da tutte le forze politiche.  È stata accordata dalla Commissione europea su richiesta del Governo italiano. È ovviamente una misura estremamente importante, che noi riteniamo molto utile e che lavoriamo per far diventare strutturale. Il Ministro Fitto è già al lavoro con la Commissione su questo obiettivo e sono molto fiduciosa che possa riuscire anche in questo. 

E poi la ZES unica del Mezzogiorno che io considero un'altra misura molto importante, differentemente da quello che ho sentito dire in alcuni casi, perché permette di investire nelle otto Regioni del Sud, beneficiando di semplificazioni amministrative e agevolazioni fiscali. Vuol dire che rende più vantaggioso investire in queste Regioni e che quindi aiuta a colmare i divari. Il credito d'imposta, ad esempio, sul quale abbiamo già investito 2 miliardi di euro, che è da poco operativo, offre un vantaggio nell'investire su questi territori. E quindi voglio dire che è un provvedimento nel quale io credo molto e sono convinta garantirà più sviluppo, più crescita, più occupazione, un complessivo miglioramento della qualità dei servizi pubblici con gli interventi sulle reti, perché penso che il Mezzogiorno abbia sostanzialmente bisogno di questo, di strumenti che gli consentano di competere ad armi pari, di dimostrare il suo valore e il suo merito e noi abbiamo concentrato i nostri interventi esattamente su questa lettura del Sud Italia. 

Abbiamo messo in campo un pacchetto di misure che contribuiscono anche a consolidare e rafforzare l'economia del Mezzogiorno e qualcosa pare muoversi, se è vero come è vero che i dati Svimez ci raccontano che nel 2023 il prodotto interno lordo del Sud è cresciuto di circa mezzo punto in più rispetto alla media nazionale, cosa che non accadeva dal 2015. 

I nuovi occupati sono cresciuti nel Mezzogiorno del 2,6% a fronte di un tasso medio nazionale pari all’1,8%. Ma il dato che mi rende più fiera è quello che dice che gli investimenti in opere pubbliche e in infrastrutture strategiche sono passati da 8,7 miliardi nel 2022 a 13 miliardi nel 2023, con un aumento che viaggia intorno al 50%. “Infrastrutture di cittadinanza”, la base per costruire pari diritti e pari opportunità per i cittadini di questo territorio. E poi voglio ricordare, perché lo diceva anche il sindaco Manfredi, il valore di quell'asset strategico che è rappresentato dal mare. Non si può non parlare di mare quando si è a Bagnoli, e anche questo è un pezzo fondamentale di una strategia di sviluppo e di crescita per il nostro sistema produttivo, per l'economia. 

Come sapete questo Governo ha scelto di nominare un Ministro del Mare, quel Ministero ha già lavorato su un Piano per il Mare che mette a sistema tutti gli attori, gli operatori, i comparti, che operano attorno a questa grandissima, straordinaria infrastruttura che abbiamo, perché noi siamo una piattaforma in mezzo al Mediterraneo e non possiamo non utilizzare questa straordinaria collocazione geopolitica della quale disponiamo.

E quindi voglio ringraziare il Ministro Musumeci, ma lo voglio ringraziare anche per aver coordinato il decreto legge sui Campi Flegrei, che stanzia 400 milioni per contrastare il fenomeno del bradisismo, così come ancora il Ministro Fitto per i 388 milioni stanziati con l'ultima delibera CIPESS su questo territorio per consentire il completamento dei progetti della passata programmazione europea, quindi risorse che aiutano i comuni a terminare quei provvedimenti. E poi voglio ringraziare, perché c'è qui anche lui, il Ministro Sangiuliano, che chiaramente da napoletano, da campano, si è molto concentrato sulla valorizzazione delle peculiarità e dell'identità di questa città. Ma anche qui voglio ringraziare ancora una volta il Sindaco di Napoli perché ci sono molti progetti sui quali si sta lavorando insieme e sicuramente il più importante è quello che riguarda la realizzazione - insieme al Comune di Napoli - della più grande infrastruttura culturale d'Europa nell'ex Real Albergo dei Poveri di Napoli. L'obiettivo è anche qui restituire alla città uno spazio immenso, di 140 mila metri quadrati, che ospiterà la succursale del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, una biblioteca e una sede dell’Università Federico II. 

Insomma, scusatemi se ho approfittato di questa occasione per fare anche una panoramica a 360 gradi di quello che stiamo facendo, che intendiamo fare, non solo per la Campania ma per il Mezzogiorno nel suo complesso. Chiaramente c'è molto lavoro da fare ancora, i problemi da risolvere sono tantissimi, però la volontà politica c'è, le risorse per le cose serie - anche lavorando molto - alla fine le stiamo trovando, la prospettiva che abbiamo davanti è una prospettiva di medio e lungo termine, ci consente di programmare, di cadenzare gli interventi e comunque soprattutto ci piace lavorare e lavorare tanto. 

Quindi faremo quello che va fatto e dimostreremo a chi pensava che questi territori fossero in qualche modo spacciati, che non avessero speranza, che si potessero solamente - diciamo - mantenere nella loro condizione con l'assistenzialismo, beh, dimostreremo a questa gente che si sbagliava di grosso.

Si può fare molto altro, si può fare in modo diverso e si può mettere questi territori nella condizione di competere ad armi pari e di dimostrare il loro valore.

Vi ringrazio.