Consiglio europeo del 14-15 dicembre, punto stampa del Presidente Meloni
Venerdì, 15 Dicembre 2023
Presidente Meloni: Il bilancio del Consiglio europeo è chiaroscuro, nel senso che siamo molto soddisfatti del lavoro che è stato fatto sull'allargamento, con un obiettivo che molti di noi consideravano difficile riuscire a ottenere in questo Consiglio europeo che è quello dell'inizio delle negoziazioni, particolarmente con l’Ucraina. Ma voglio dire che sono anche molto soddisfatta del bilanciamento che c'è stato con i Balcani occidentali dove l'Italia era una delle Nazioni che giocavano un ruolo in primo piano per fare passi in avanti particolarmente con la Bosnia ed Erzegovina, questo si è ottenuto nelle conclusioni del Consiglio europeo, quindi sulla parte dell'allargamento un risultato molto importante.
Non siamo invece riusciti a trovare una soluzione sulla revisione del bilancio pluriennale, anche se è una soluzione a mio avviso alla portata, io non sono pessimista sul fatto che si possa raggiungere nel prossimo Consiglio europeo. Siamo in ogni caso soddisfatti del testo della draft di negoziazione dove ci sono tutte le priorità che l'Italia aveva posto, dalla flessibilità dei fondi esistenti, particolarmente sul tema delle migrazioni. C’è stato un punto di questa trattativa in cui per le migrazioni non era previsto niente e adesso siamo arrivati quasi a 10 miliardi di euro da spendere particolarmente sulla dimensione esterna, quindi un grande risultato se riusciremo a confermarlo nel prossimo Consiglio europeo per quelli che sono i nostri obiettivi.
Medioriente, c'è stata una discussione molto approfondita, si è preferito ribadire le conclusioni dell’ultimo Consiglio europeo perché se avessimo in qualche maniera rinnovato quelle conclusioni probabilmente alcune divergenze avrebbero reso il lavoro difficile. In ogni caso siamo tutti d'accordo sul fatto che occorra continuare a condannare gli attacchi di Hamas dello scorso 7 ottobre, ribadire il diritto di Israele a difendersi, a farlo nell'ambito delle norme internazionali, lavorare su una soluzione di lungo periodo, due popoli in due Stati, abbiamo ribadito anche il lavoro sul fronte umanitario che l'Europa può fare e che l'Italia sta facendo, abbiamo portato gli esempi di tante cose che voi conoscete e che non sto qui a ribadire, ma alla fine si è preferito non scrivere un testo sulle conclusioni.
Mentre sono molto contenta sulla parte migrazione dove è passato per intero un paragrafo proposto dall'Italia che ribadisce il lavoro che viene anche sintetizzato nelle lettere di Ursula von der Leyen prima di ogni Consiglio europeo ma che negli ultimi consigli non era entrato nelle conclusioni a 27 e che invece oggi viene inserito alle conclusioni a 27 che prevede il lavoro sulla dimensione esterna, il blocco dell'immigrazione illegale, la lotta contro i trafficanti, una più efficace politica di rimpatrio e tutta la visione che l'Italia ha contribuito a far diventare visione dell'intero Consiglio europeo.
[Domanda inaudibile]
Presidente Meloni: Guardi, non è stato oggetto (il Patto di stabilità) dei lavori del Consiglio, sicuramente ci sono state interlocuzioni a margine, sono giorni di trattative, ma il tema formalmente è rimandato al prossimo Ecofin del 20 dicembre. Le posizioni sono ancora abbastanza distanti, ma bisogna lavorare ora dopo ora su questo.
Domanda – Sul bilancio, lei ha detto appunto che il draft a 26 è soddisfacente per l’Italia ma torno anche sul Patto di stabilità perché oggi il Ministro Giorgetti è stato abbastanza critico, ha detto che difficilmente ci sarà un accordo mercoledì.
Presidente Meloni: Beh, dicevo, le posizioni sono ancora abbastanza distanti. Io non penso che sia impossibile oggi trovare un accordo, penso che un accordo alla fine si possa, si debba trovare, ma non potrei dirle che lo abbiamo già trovato.
Domanda: Presidente, ieri si è vista con Orbán, c'è stata una prima fumata bianca con l'uscita di Orbán, poi però, diciamo, è tornato a ribadire le sue tesi, insomma, in questo incontro il ruolo che l'Italia ha giocato e lei che idea si è fatta?
Presidente Meloni: Guardi, sul ruolo che ha giocato l'Italia io ho fatto esattamente quello che avevo detto che avrei fatto. Penso che si è molto più utili quando si ha la facoltà di parlare con tutti e quando si cerca un punto di incontro, perché se noi non riusciamo a fare questo non riusciamo neanche ad arrivare agli obiettivi che vogliamo raggiungere. E quindi bisogna avere una capacità di mediare, di mettere insieme le posizioni, bisogna avere una capacità di dialogo. Questo ha consentito all'Italia di giocare un ruolo sicuramente da protagonista per i risultati che abbiamo ottenuto. Non siamo riusciti in tutti gli intenti che avevamo, ma anche per questo bisogna continuare a lavorare per arrivare agli altri obiettivi che abbiamo. Ma io continuo a ritenere che questo sia il modo più serio di arrivare a obiettivi che sono utili per tutti, che sono utili per la credibilità complessivamente dell'Unione Europea.
Penso che particolarmente nella stagione nella quale ci troviamo, anche nelle crisi internazionali che stiamo affrontando, dobbiamo il più possibile cercar di unire al nostro interno e non di divaricare ulteriormente perché non facciamo altro che indebolirci ancora di più.
[Domanda inaudibile]
Presidente Meloni: Guardi, su questo io francamente preferisco non scendere troppo nel dettaglio perché è un equilibrio che si tiene insieme, ci sono almeno tre punti che sono ancora oggetto di discussione e creano un equilibrio diverso. Alla fine va valutato l'equilibrio, per cui io non sono dell'idea che il modo migliore di fare questa trattativa sia dire voglio ottenere questo e poi vederlo annullato in un altro punto. È una trattativa molto complessa, molto tecnica, e secondo me davvero bisogna tenere aperte tutte le strade, fin quando non si capisce qual è il punto di caduta migliore che si può ottenere. Questo è il modo con cui la sto gestendo. Lei sa che non sono mai entrata nel merito per questa ragione e secondo me, siccome è un tema molto delicato che ci impegna per diversi anni, è importante che gestiamo questa trattativa nel migliore dei modi possibili.
Domanda: Il veto resta un'opzione per l'Italia?
Presidente Meloni: Guardi, non la voglio mettere così. Io ho detto, e ripeto, l'ho detto in Parlamento tre giorni fa, l'unica cosa che io non posso fare è dare il mio ok a un Patto che non io, ma nessun governo italiano potrebbe rispettare. Perché sarebbe ingiusto, perché non sarebbe utile per noi. Dopodiché ho letto, addirittura Mario Monti dice mettete il veto. Ma insomma, diciamo che se la mettiamo così non è un buon modo di cercare delle sintesi con gli altri. Cerchiamo di ottenere un Patto che ci offra le condizioni di fare seriamente il nostro lavoro, perché ho detto e ribadisco che noi non chiediamo una modifica del patto per gettare i soldi dalla finestra, però chiediamo una modifica del Patto che ci consenta di fare quello che riteniamo giusto fare e che l'Europa sia data come strategia, parlo particolarmente degli investimenti, senza essere per questo colpiti.
Perché sarebbe una strategia miope, ma non per l'Italia, ma per l'Europa che si è data quelle strategie. E chiaramente su questo cerchiamo di coinvolgere più Paesi possibili.
Domanda: Il Ministro Giorgetti ne fa anche una questione di metodo. Lui dice che una cosa così importante come la riforma del Patto non la possiamo decidere in videoconferenza, È d'accordo?
Presidente Meloni: No, non ho capito.
Domanda: Il Ministro Giorgetti ha detto non possiamo decidere una cosa così importante in un Ecofin in videoconferenza, dobbiamo vederci di persona.
Presidente Meloni: Beh, probabilmente sì, sarebbe meglio, forse è più facile fare una trattativa se si hanno anche... Perché guardi, quello che ho imparato dalle trattative da queste parti è che le interlocuzioni a margine sono molto più utili di quello che poi si dice formalmente nel confronto. Per cui se si toglie questa possibilità, cioè delle volte informalmente si chiede ma se facciamo questa proposta e si costruiscono a margine delle soluzioni che poi vengono messe sul tavolo, probabilmente togliendo questa opportunità diventa più difficile.
Domanda: Il colloquio che ha avuto con Macron e Scholz, visto che parlava di colloqui a margine, è stato importante? Su quale punto dei temi che avete affrontato in questi giorni?
Presidente Meloni: In realtà io ho avuto un bilaterale con Macron, poi Scholz che era seduto al tavolo accanto si è fermato, ma a quel punto non c'erano particolari dossier. Chiaramente con il Presidente francese abbiamo affrontato dal tema del Patto di stabilità a tutti gli altri dossier sui quali pensiamo che si possa costruire una convergenza con la Francia. Sul tema del Patto di stabilità ci sono diverse convergenze su interessi che sono comuni, quindi abbiamo passato in rassegna i principali dossier sia del nostro lavoro bilaterale sia di quello che facciamo a livello multilaterale.
Domanda: Sull’immigrazione invece, quanto è a rischio il patto con l'Albania dopo la sospensione della Corte Costituzionale Albanese, c'è un rischio di fallimento di questo patto? E sul Patto di stabilità, quanto il procrastinare dell'approvazione del Mes non ha finito per indebolire la posizione d'Italia, irritando gli alleati europei?
Presidente Meloni: No, guardi, sul tema del Patto di stabilità del Mes, devo dirvi che questo link lo vedo solo nel dibattito italiano. Sicuramente per noi fa la differenza sapere quale sia il patto del quale disponiamo, come abbiamo sempre detto, perché gli strumenti si mettono insieme tutti quanti, ma non c'è questa dimensione - come posso dire, del “ricatto”, mi passi il termine - di dire se non fai questo non diamo questo. Non l'ho vista, nessuno ha mai posto la questione così.
Per quello che riguarda l'Albania, guardi, io questo non lo so dire, spero di no ovviamente. Un rischio fallimento spero di no, sono ottimista che non accada, ma non posso dire per quello che accade in una Nazione sovrana e rispetto le decisioni di una Nazione sovrana. Vedremo come andrà nelle prossime settimane e faremo del nostro meglio, se le cose andranno bene, per accelerare ancora di più. No, per ora non credo che abbiamo bisogno di un piano B, eventualmente lo cercheremo.
[Domanda inaudibile]
Presidente Meloni: Sul tema delle risorse? Sì io penso che ci siano comunque dei piani B, ne abbiamo anche parlato a margine, ma francamente spero che non ci si arrivi. Nel senso che, come voi sapete, io ho sempre ribadito il fatto che non sarebbe compreso modificare le risorse unicamente per l'Ucraina perché la guerra impatta sulle nostre società, ci sono delle conseguenze, se noi non siamo capaci di affrontare efficacemente anche quelle conseguenze allontaneremo il sostegno dell'opinione pubblica anche dalla causa ucraina.
Quindi per me è sempre stato molto importante, l'ho fatto anche in questo Consiglio, rivendicare e difendere una logica di pacchetto che serve a noi, che serve ai nostri cittadini, che serve alla nostra Nazione, che serve all'Europa, che serve anche all'Ucraina. Grazie signori, arrivederci.