Firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Provincia autonoma di Bolzano, intervento del Presidente Meloni

Martedì, 12 Marzo 2024

Buonasera a tutti. Grazie di avermi invitato. Grazie al Presidente Arno Kompatscher, a tutto il Consiglio Provinciale della Provincia autonoma di Bolzano, grazie al Vice Presidente Galateo, grazie al Ministro Fitto, grazie ai parlamentari, ai sindaci, a tutte le autorità, alla stampa e a tutti voi che siete in sala. Sono particolarmente contenta che la firma di questo Accordo di coesione tra il Governo nazionale e la Provincia autonoma di Bolzano si svolga oggi in questo luogo straordinario che ci è stato raccontato e che è una finestra europea aperta sull'innovazione. Ed è particolare che questa iniziativa cada proprio oggi perché mentre noi siamo qui oggi a Bolzano il Governo ha organizzato parallelamente una lunga giornata d'approfondimento, voluta e promossa dal Sottosegretario all'innovazione Alessio Butti, che tratta con tutte le realtà competenti in materia la questione dell'intelligenza artificiale, forse una delle più grandi sfide con le quali abbiamo a che fare in questo tempo. Nel mio intervento di saluto che ho dovuto mandare ieri all'iniziativa annuncio, per il tramite di Cassa Depositi e Prestiti, un investimento di un miliardo di euro per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale, perché chiaramente una Nazione come la nostra - prendendo spunto anche dal lavoro straordinario che tanti ricercatori fanno qui su una materia come questa - non può rimanere indietro, deve riuscire a essere competitiva, deve riuscire a fare il proprio lavoro per creare campioni nazionali e dall'altra parte questo nostro impegno si innesta con un quadro regolatorio necessario, che è anche uno dei temi principali che porteremo all'attenzione del G7 del quale siamo presidenti durante questo 2024. Perché vedete il progresso, la scienza, la tecnologia sono sempre strumenti neutrali e l'impatto positivo o negativo che hanno dipendono sempre dalla nostra capacità di governarli.

L'intelligenza artificiale è una grandissima opportunità, può essere una grandissima opportunità, ma allo stesso tempo porta con sé numerosi rischi. Dobbiamo essere in grado di governarla nel modo giusto garantendo che l'uomo rimanga centrale rispetto al processo. Noi siamo sempre stati abituati a un progresso che ottimizzava le competenze umane, ma c'è un'innovazione particolare nell'intelligenza artificiale generativa e cioè che quella sostituzione di lavoro che il progresso ci ha sempre aiutato a fare si concentrava sul lavoro fisico e consentiva agli uomini e alle donne di concentrarsi invece sui lavori di concetto, di organizzazione, di aumentare, di elevare le loro competenze. Oggi chiaramente quando l'intelletto è parte, può essere parte di questo lavoro di sostituzione, il meccanismo cambia. Noi dobbiamo riuscire a utilizzare le opportunità che l'intelligenza artificiale ci mette a disposizione senza creare un mondo nel quale sempre più persone potrebbero non essere necessarie, in una verticalizzazione della ricchezza che farebbe un gioco al cubo rispetto a quello che abbiamo già visto accadere con la globalizzazione senza regole che domani potrebbe preoccuparci. Allora tutti questi problemi, ammesso che la politica nella sua capacità di essere veloce nelle tempistiche, possa essere al passo con una tecnologia che cresce molto velocemente, è oggetto del nostro lavoro. Conoscere più da vicino anche chi sviluppa queste tecnologie e quindi chi può raccontare con responsabilità a chi non ha la stessa competenza, quali sono le opportunità e i rischi, è preziosissimo. 

Sono particolarmente felice per questo di essere qui oggi al Noi Tech Park, di avere l'occasione di visitarlo, di approfondire il lavoro che viene fatto. Faccio i complimenti a tutti, compreso chi ha investito su un'iniziativa di questo tipo a tutti i livelli. 

Ma noi siamo qui per un'altra questione che veniva ricordata al Presidente Kompatscher, che è la firma del quattordicesimo Accordo di coesione, in questo caso tra il Governo nazionale e la Provincia autonoma di Bolzano, un'iniziativa che ci sta portando su tutto il territorio nazionale, della quale noi siamo molto fieri e che ha richiesto anche un lungo complesso lavoro prendendo a spunto proprio quello che il Presidente Kompatscher ricordava circa la capacità di queste amministrazioni, di questo territorio, di spendere tutte le risorse che arrivavano dai fondi nazionali, dai fondi europei senza consentire che niente tornasse indietro.

E vorremmo un po' tutti prendere a esempio questo territorio per portarlo su tutto il territorio nazionale, perché è esattamente il divario su questa capacità che ci ha spinto a fare il lavoro che abbiamo fatto. E consentitemi di fare mezzo passo indietro per raccontarlo, perché queste sono le classiche cose che non trovano grande diritto di cittadinanza sulla grande comunicazione, che chiaramente è più allettata dalla polemica quotidiana e le cose come queste, i lavori lunghi, sono un po' più noiosi per chi legge, ma raccontano del lavoro serio che a volte la politica sa fare. 

Quando noi siamo arrivati al Governo di questa Nazione, il Ministro Fitto - che voglio ringraziare davvero perché sta facendo un lavoro estremamente prezioso nelle sue complesse competenze - ha avviato con tutti i Presidenti di Regione, con i Presidenti delle Provincie Autonome, un lavoro di approfondimento su quello che accadeva relativamente ai Fondi di sviluppo e coesione. Voi sapete che i Fondi di sviluppo e coesione sono i fondi per eccellenza che servono a combattere le disparità, i divari tra i territori, e questa è una Nazione che di divari e disparità ne ha molti. Non solamente tra Nord e Sud, tra costa tirrenica e costa adriatica, ma all'interno delle stesse provincie, delle stesse regioni, ci sono delle disparità, magari tra le aree interne e le città, che vanno combattute. 

Ora, e siamo anche una Nazione che non naviga esattamente nell'oro, cioè che non ha sempre tutte queste risorse da investire. Fatto sta che purtroppo delle volte i soldi ci sono e non vengono spesi. Sul Fondo di coesione ciclo di programmazione 2014-2020, per darvi un dato, all'esito di questo lavoro che il Ministro Fitto ha fatto con tutte le amministrazioni competenti è venuto fuori che dei 126 miliardi di euro disponibili in quella programmazione, erano stati spesi 47 miliardi. 

E voi capite che una Nazione come la nostra, con le disparità che ha e con le risorse delle quali dispone, non si può permettere una cosa del genere. Non riguarda voi, ma riguarda l'esempio che si può dare, anche ad altri territori, sulla necessità per il bene dei cittadini di non farsi sfuggire neanche un euro. 
Quindi, Presidente Kompatscher, fermo restando che noi, sia sui Fondi di coesione che sul PNRR, se ci sono delle risorse e c'è qualcuno che le spende, alla fine faremo in modo che vengano spese, ma il nostro obiettivo purtroppo è quello di tentare di far spendere a tutti le risorse che sono state assegnate. 

Quindi io spero di doverle dire di no, perché vorrebbe dire che il nostro meccanismo ha funzionato, ma se così non fosse, esattamente come abbiamo previsto con il decreto che ha riorganizzato il Fondo di coesione, siamo pronti a intervenire. Perché quello che ha fatto arrabbiare qualcuno, pochissimi per la verità, - perché io voglio dire che su questi accordi di coesione noi stiamo sottoscrivendo con tutte le regioni italiane, c'è stata una grande collaborazione proprio trasversale alle forze politiche, salvo in un caso - è che noi abbiamo introdotto alcune innovazioni rispetto al passato con il decreto che riorganizzava il Fondo di coesione. La prima di questa innovazione è che chiediamo ai territori di finanziare proposte che dai territori arrivano, che siano però condivise anche dal Governo nazionale. Perché? Non perché noi si voglia limitare l'autonomia dei territori - come si vede anche dai provvedimenti che questo Governo porta avanti - ma perché non dobbiamo dimenticarci che facciamo anche parte di una strategia complessiva. E quindi se riusciamo lavorando con una regione, con le regioni immediatamente vicine, a mettere tutto in rete il lavoro che ciascuno fa diventa più prezioso per la Nazione nel suo complesso e perché vorremmo che dappertutto si desse priorità alle cose che sono davvero importanti, perché in alcuni casi abbiamo trovato anche cose che non erano esattamente prioritarie per lo sviluppo di questa Nazione. E poi abbiamo introdotto la possibilità di esercitare poteri sostitutivi quando ci fossero degli inadempimenti che impediscono che queste risorse arrivino a terra ed eventualmente il definanziamento di opere. Quindi è quella a cui deve puntare lei, Presidente, che alcune opere vengano definanziate. Ma chiaramente è un principio di responsabilità. E io penso che il principio di responsabilità in questa Nazione vada difeso e valorizzato, perché si vede che, dove è più forte quel principio i risultati arrivano. Poi ci sono dei problemi strutturali che noi stiamo, possiamo scaricare tutte le responsabilità, ci sono responsabilità dello Stato nazionale, ci sono responsabilità strutturali enormi, complesse, delle volte difficili da portare a termine rispetto ai propri impegni e stiamo cercando anche lì di disboscare e lavorare. 

E l'altro lavoro importante che abbiamo fatto parallelamente a questo dei Fondi di coesione riguarda il PNRR. Perché vedete non è un caso che quando io mi sono trovata a formare il Governo abbia scelto di mettere tutta la competenza dei Fondi di coesione, dei fondi europei e del PNRR in un unico ministero. Perché l'altra cosa un po' incredibile che è accaduta in questa Nazione è che queste linee di finanziamento a volte non si parlavano e magari si sovrapponevano o magari c'erano delle cose che venivano appunto finanziate anche oltre le necessità e cose che non venivano assolutamente finanziate. E allora lo stesso lavoro che abbiamo fatto sui Fondi di coesione lo abbiamo fatto anche sul PNRR. 

Ora voi ricorderete che sulla possibilità e capacità dell'Italia da una parte, e di questo Governo in particolar modo, di far camminare il PNRR e di spendere le risorse e di non avere difficoltà, si è fatta molta letteratura. È stato detto un po' di tutto sul fatto che con questo Governo ragionevolmente si sarebbero persi i soldi del PNRR, particolarmente se il Governo fosse andato avanti con la sua idea di rinegoziare il Piano. Quello che è accaduto però è un po' diverso dal racconto che si faceva: nel 2023 noi abbiamo completato gli obiettivi della terza rata, ottenuto il pagamento della terza rata, completato gli obiettivi
della quarta rata, ottenuto il pagamento della quarta rata, completato gli obiettivi della quinta rata, prima Nazione in Europa ad aver completato gli obiettivi della quinta rata e, mentre facevamo tutto questo, abbiamo anche rinegoziato il PNRR. Perché? Perché era importante rinegoziarlo, non chiaramente per fare questo gioco che spesso si fa in Italia, che come cambia il Governo si deve cambiare tutto, no, perché tra quando il PNRR era stato scritto ad oggi il contesto è mutato. Quando il PNRR è stato scritto, il primo PNRR, per esempio non c'era il conflitto in Ucraina e quindi al mutare del contesto, siccome gli strumenti sono strumenti, quegli strumenti vanno adeguati al contesto che ti trovi di fronte. E perché nel PNRR risultavano anche dei provvedimenti che con i tempi, particolarmente per i tempi stringenti che il PNRR ha, rischiavano di andare dispersi. Opere che non si sarebbero potute realizzare, soldi che ci sarebbero stati chiesti indietro. 

Abbiamo fatto questo lavoro di sistemazione, abbiamo trovato per quello che usciva dal PNRR fonti alternative di finanziamento, abbiamo liberato 21 miliardi di euro da investire su nuove priorità. E quelle priorità sono state e sono: il sistema produttivo, oltre 12 miliardi di euro di questi 21 vanno alle imprese di questa Nazione particolarmente per il tema dell'efficientamento energetico, per la questione agricola, agrivoltaico, contratti di filiera. Noi oggettivamente non abbiamo avuto bisogno di vedere i trattori in piazza per sapere che il mondo agricolo oggi sta affrontando delle difficoltà. Noi abbiamo un contesto nel quale i costi di produzione aumentano, i prezzi di vendita diminuiscono e sono anche state fatte delle scelte delle volte che non hanno tenuto in adeguata considerazione il pragmatismo che è necessario anche per realizzare la transizione verde, quindi abbiamo aumentato le risorse per il comparto agricolo, abbiamo aumentato le risorse sulla sanità, abbiamo messo oltre 6 miliardi su transizione 5.0, quindi proprio sul tema della transizione, della innovazione delle aziende. Perché come questo territorio dimostra molto bene noi dobbiamo sempre ricordarci che non è lo Stato a produrre ricchezza. Lo Stato non crea ricchezza, la ricchezza la producono le aziende con i loro lavoratori. Quello che compete allo Stato è mettere queste persone nelle condizioni di lavorare il meglio possibile perché più queste persone producono ricchezza e più anche lo Stato guadagnerà con la parte di risorse che torna per il tramite delle tasse che vengono pagate allo Stato italiano e che possono essere redistribuite possibilmente in modo equo. E in qualche maniera questo approccio di attenzione verso il mondo produttivo sta dando i suoi frutti perché poi in un contesto che è sicuramente molto molto complesso per tutti noi, alcuni dati incoraggianti - si parlava qui del pil pro capite, insomma di una situazione nella quale la capacità di governo ha prodotto i suoi risultati, a livello nazionale noi oggi abbiamo alcuni dati macroeconomici che sono molto incoraggianti - record di occupazione, record di numero di occupati, record di contratti stabili, record di aumento di occupazione femminile, la disoccupazione più bassa degli ultimi quindici anni. 

E questo ha prodotto nel 2023 un gettito per lo Stato italiano maggiore per 26 miliardi di euro e nello stesso anno il più alto valore mai registrato in termini di lotta all'evasione fiscale, con un approccio che per me deve essere non vessatorio ma collaborativo tra il fisco, quindi tra lo Stato e il cittadino, quindi il contribuente. 

E ci sono altri dati che sono, secondo me, importanti, interessanti. La diminuzione del rischio povertà, il fatto che il reddito reale delle famiglie in Italia, dati Ocse, sia aumentato dell'1,4%, mentre nella media dei Paesi Ocse diminuiva dello 0,2%. Scelte anche queste, concentrare le poche risorse che hai a sostenere particolarmente in un tempo di aumento di inflazione la capacità delle famiglie di difendere il proprio reddito. 

E l'ultimo dato che voglio dare da questo punto di vista che secondo me è molto interessante è quello sull'andamento dei Titoli di Stato, perché l'andamento dei Titoli di Stato è una fotografia sulla percezione che si ha di un'economia, sia a livello internazionale sia a livello nazionale. E questa deve essere una cosa dalla quale tutta l'Italia va fiera, perché non è una cosa che ha fatto il Governo, è la solidità economica di questa Nazione, come dicevo prima, e soprattutto qualcosa che dobbiamo ai tanti imprenditori, ai tanti lavoratori di questa Nazione. 
Quando noi qualche settimana fa abbiamo messo sul mercato 10 miliardi di Titoli di Stato italiano, mercato estero, sono arrivate richieste per 155 miliardi di euro. Significa che la percezione oggi della nostra economia è la percezione di un'economia solida, di un'economia affidabile, di qualcosa su cui vale la pena mettere al sicuro i propri risparmi. 

E l'altro dato molto bello, secondo me, riguarda il tema del cosiddetto BTP Valore. Il BTP Valore è un Titolo di Stato, che è stata una brillante idea del Ministro Giorgetti, dedicato ai piccoli risparmiatori italiani. In tre emissioni ha raggiunto la cifra storica record di 53 miliardi di euro. Perché è bello e perché è importante? È bello perché le famiglie e i piccoli risparmiatori di questa Nazione si fidano dello Stato, si fidano della loro Nazione, si fidano della loro economia. Ed è importante perché io sono sempre stata convinta che più parte del debito italiano noi riusciamo a rimettere in mani italiane e più il nostro destino anche sarà nelle nostre mani. Quindi noi offriamo ai piccoli risparmiatori italiani oggi un strumento per mettere a riparo i loro risparmi, in un tempo in cui le cose oscillano, e offriamo anche la possibilità alla nostra Nazione di poter meglio essere libera da pressioni di sorta che indipendono gli interessi dei propri cittadini. Quindi ci sono cose interessanti che accadono e che hanno bisogno di una politica che a tutti i livelli, dal livello nazionale al livello locale, dimostri di saper concentrare le risorse sulle cose davvero importanti, di saper fare le cose che promette, che farà, e di concentrare la propria attenzione su quello che produce un moltiplicatore, una strategia di lungo periodo. 

È un po' quello che facciamo con questo Accordo di coesione, con il quale noi assegniamo a questo territorio oltre 82 milioni di euro, dei quali 11 erano già stati assegnati come anticipo nel 2021. Se a queste risorse aggiungiamo quelle già rese disponibili da altre fonti di finanziamento che sono, se non vado errata, 19 milioni di euro, raggiungiamo un più volume di investimenti su questo territorio di 100 milioni di euro.

Sono risorse importanti, particolarmente quando le risorse, siamo sicuri, che arriveranno tutte a terra e che verranno spese nei tempi previsti. E noi abbiamo condiviso con la Provincia autonoma di Bolzano, con il Presidente Kompatscher, l'obiettivo di concentrare tutte queste risorse su un'unica grande priorità che era quella di rafforzare le infrastrutture della viabilità qui in alto Adige. Quindi ci sono cinque grandi progetti che noi finanziamo: alla variante della statale Bronzolo-Bolzano che era finanziata con le anticipazioni del 2021, si aggiungono la messa in sicurezza della Strada statale 40 nel comune di Curon, lo svincolo tra la statale del Tonale e della Mendola con quella dello Stelvio e soprattutto il secondo lotto della circonvallazione a Bolzano su via Einstein per decongestionare il traffico. Poi fatevi dire che per qualcuno che viene da Roma sentire parlare di decongestionare il traffico a Bolzano, diciamo, è un po' forte però capisco il vostro punto di vista. Chiaramente non si tratta solamente di potenziare la rete stradale, si tratta di decongestionare nodi strategici per incidere anche sulla riduzione delle emissioni, che è un altro obiettivo, simbolo per tutti noi, particolarmente su cui è impegnato questo territorio. Ma l'intervento che più rispecchia, dal mio punto di vista, lo spirito di questa Provincia, che è da sempre attenta al trasporto collettivo e alla mobilità sostenibile, è la realizzazione del nuovo Centro intermodale presso la Stazione ferroviaria di Merano che è una infrastruttura che chiaramente consentirà di ridurre le percorrenze del traffico e consentirà anche qui di decongestionare la rete stradale sull'asse Merano-Bolzano che è una di quelle oggettivamente più trafficate di tutto l'Alto Adige.

In buona sostanza sono d'accordo con quello che diceva il Presidente Kompatscher, voi siete abituati ad essere operosi, siete abituati ad essere efficienti, siete un crocevia, una finestra sull'Europa. Quello che il Governo cerca di fare con questo Accordo è aiutarvi a valorizzare queste vostre specificità in un'ottica nella quale la ricchezza di un territorio diventa ricchezza per la Nazione del suo complesso. È un lavoro che abbiamo fatto molto bene insieme, c'è una collaborazione a 360 gradi che io credo stia dando buoni frutti, che continuerà a dare buoni frutti. Ringrazio il Presidente Kompatscher per aver ricordato anche il lavoro che stiamo facendo sullo statuto dell'Autonomia perché prima un collega giornalista mi chiedeva entrando se manterrò i miei impegni sull'autonomia. Io sono una persona che fa una questione non secondaria del rispetto degli impegni che prendo e stiamo andando avanti, stiamo lavorando mi pare molto bene con una persona che voi sapete essere molto sensibile su questa materia che è appunto il Ministro Roberto Calderoli, e spero e penso che potremo presto festeggiare nuovi traguardi che abbiamo raggiunto insieme. Grazie a tutti e buon lavoro.