Vertice Italia-Africa, l'introduzione del Presidente Meloni nella conferenza stampa finale
Lunedì, 29 Gennaio 2024
Buonasera a tutti,
grazie di essere qui in questa conferenza stampa sulle conclusioni del Vertice Italia-Africa.
Voglio ringraziare il Presidente di turno dell'Unione Africana, Sua Eccellenza Azali Assoumani, che mi accompagna in questa conferenza stampa, come ci ha accompagnato in tutto questo Vertice. Quando noi abbiamo scelto di elevare la tradizionale Conferenza Italia-Africa, che si era sempre svolta a livello di Ministri, al rango di Vertice, invitando i capi di Stato e di Governo africani, il Governo italiano ha certamente fatto una scommessa e voglio dire, all'esito di questa giornata, che quella scommessa, senza timore di smentita, è una scommessa che è stata vinta. Lo si vede dalla partecipazione estremamente significativa di Leader di Paesi africani a questo Vertice.
Voi sapete già che sono state presenti a questo Vertice oltre 46 Paesi africani, 13 Capi di Stato, 9 Capi di Governo, 5 Vice Presidenti, 9 Ministri, 2 Vice Ministri, più 25 Organizzazioni internazionali.
In buona sostanza l'approccio italiano è un approccio che viene visto con estremo interesse dal Continente africano, questa presenza oggi lo ha dimostrato e chiaramente io ne vado orgogliosa come vado orgogliosa del fatto che tanti colleghi che sono stati invitati a questa Conferenza abbiano al termine del Vertice fatto i complimenti al Governo italiano sia per l'organizzazione sia per i contenuti, per la riuscita di questa iniziativa che da tutti è stata definita un successo.
Molti dei Capi di Stato e di Governo che sono stati presenti a questo Vertice sono stati oggetto in parte oggi e saranno, soprattutto domani, oggetto di incontri bilaterali che ci consentiranno di approfondire ulteriormente le nostre relazioni.
Io voglio ringraziare il Presidente Mattarella, che ieri ha aperto il Vertice Italia-Africa con una splendida cena al Palazzo del Quirinale nella quale anche il Presidente della Repubblica ha ribadito l'importanza e la strategicità del rapporto tra Europa e Africa e del ruolo che l'Italia può giocare da questo punto di vista.
Dopodiché, nel Vertice di oggi, che serviva a rappresentare questa nuova filosofia di cooperazione dell'Italia verso i Paesi africani, un nuovo modello di cooperazione che rifugia qualsiasi tentazione predatoria, così come ogni approccio di tipo paternalistico, ma anche una certa idea che il rapporto con l'Africa vada vissuto soprattutto su una dimensione così caritatevole, che non fa stato delle grandi opportunità e delle grandi potenzialità delle quali il Continente dispone.
Così noi abbiamo raccontato questa idea italiana di una cooperazione che nasce da pari a pari, una cooperazione che deve avere mutui benefici per tutti, di una cooperazione che deve servire soprattutto a lavorare su questioni strategiche per accompagnare la crescita delle Nazioni che partecipano a questa cooperazione, farlo sul lungo periodo.
Lo abbiamo fatto presentando i cardini di quello che abbiamo chiamato e che chiamiamo Piano Mattei, con alcuni progetti specifici, concreti, che abbiamo già raccontato questa mattina.
Perché? Perché non volevamo fare semplicemente filosofia, perché una delle cose che abbiamo spesso sentito dire dai nostri partner africani è proprio che ci si presenta sempre con grandi idee e che poi quelle idee stentano a diventare fatti concreti.
Noi oggi abbiamo voluto partire da quei fatti concreti abbiamo raccontato che ci sono cinque prioritarie linee di intervento nel Piano Mattei su alcune questioni che noi consideriamo strategiche che sono l'istruzione, la formazione, la salute, l'acqua, l'agricoltura, l'energia e, trasversalmente a queste priorità, il tema infrastrutturale senza il quale è molto difficile realizzare il resto.
E quindi abbiamo strutturato i lavori di questa Conferenza seguendo queste cinque priorità, queste cinque direttrici, e devo dire che dai lavori della conferenza sono arrivati moltissimi spunti interessanti che intendiamo utilizzare nei passaggi successivi.
Ma intanto torno un attimo velocemente ai progetti che abbiamo già raccontato questa mattina che coinvolgono di partenza nove Nazioni africane.
Il Kenya, che ha come pilastro quello dell'energia e dell'agricoltura. Abbiamo come obiettivo quello di lavorare allo sviluppo della filiera dei biocarburanti con un progetto nel quale puntiamo a coinvolgere 400 mila agricoltori entro il 2027.
La Tunisia, che ha come pilastro l'agricoltura, l'acqua, la formazione, dove lavoriamo al potenziamento delle stazioni di depurazione delle acque non convenzionali per irrigare un'area di 8 mila ettari e creare un centro di formazione legato all'agroalimentare.
Il Congo, che ha come pilastro l'acqua, l'energia, le infrastrutture. Il nostro obiettivo è la costruzione di pozzi e reti di distribuzione dell'acqua a fini agricoli, soprattutto alimentati con energie rinnovabili.
La Costa d'Avorio, che ha come pilastro la salute e l'istruzione. Qui puntiamo a migliorare l'accessibilità, la qualità dei servizi primari, anche con programmi di formazione del personale sanitario, scambio di personale medico e telemedicina, e poi il potenziamento dell'istruzione.
E ancora il Marocco, che ha come pilastro la formazione e l'energia. Il nostro obiettivo è la realizzazione di un grande centro di eccellenza per la formazione professionale legata alla produzione di energie rinnovabili.
Il Mozambico, che ha come pilastro l'agricoltura e le infrastrutture. Siamo impegnati nella costruzione di un centro agroalimentare che valorizzi le eccellenze e l'esportazione dei prodotti locali.
L'Etiopia, che ha come pilastro l'agricoltura, l'acqua, la formazione. Il nostro obiettivo è il recupero ambientale di alcune aree, interventi di risanamento delle acque, anche con sostegno alla formazione.
L'Egitto, che ha come pilastro l'agricoltura e la formazione. In un'area a 200 chilometri da Alessandria, lavoriamo per sostenere la produzione di cereali, investendo nell'acquisto di macchinari, nuovi metodi di coltivazione e formazione professionale.
A questi si aggiunge l'Algeria, dove vorremmo sperimentare il monitoraggio satellitare dell'agricoltura.
Chiaramente in questa nostra idea di partenariato noi puntiamo a utilizzare le migliori tecnologie che l'Italia dispone, che copriranno trasversalmente tutti gli interventi, anche con forme di trasferimento di tecnologia, così come a monte sono fondamentali le infrastrutture di collegamento, particolarmente per quello che riguarda il tema energetico. Voi sapete che l'obiettivo dell'Italia è diventare un hub d'approvvigionamento energetico d'Europa, anche attraverso un'energia che può essere prodotta dai Paesi africani, in eccesso rispetto a quella che è necessaria a quei Paesi e che per essere trasportata, per essere esportata in Europa ha bisogno di infrastrutture di collegamento. E qui potrei citare diverse infrastrutture a partire dal cavo di interconnessione elettrica Elmed sul quale lavoriamo, l'H2 Corridor. Insomma ci sono diverse infrastrutture sulle quali insomma anche con il sostegno dell'Unione europea lavoriamo.
Questi sono, dicevo, alcuni dei primi Paesi, però il nostro obiettivo è replicare in tutti i Paesi che saranno interessati i modelli che avranno maggiore successo, immaginare altri progetti anche con il contributo delle Nazioni africane, perché questa è una novità nel metodo che abbiamo voluto utilizzare con questo Vertice. Non ci siamo presentati con un progetto definito, chiuso, da presentare agli altri. Noi abbiamo presentato un'idea, abbiamo cercato di raccontarla attraverso progetti concreti, abbiamo chiesto a queste Nazioni cosa ne pensassero, stiamo raccogliendo le loro indicazioni, i loro consigli, il loro punto di vista per arrivare a un lavoro definito. Chiaramente nelle prossime settimane, dopo il Vertice e dopo aver raccolto questi spunti, dopo i bilaterali di domani, quindi dopo questo ampio lavoro di scambio e di condivisione, convocheremo la Cabina di regia, chiaramente da una parte per la stesura definitiva, dall'altra per cominciare a far partire sul piano operativo le prime squadre e fare in modo che si possa essere concreti immediatamente, perché questa è una cosa che abbiamo sentito dire oggi da molti interlocutori: la concretezza, dimostrare che quando ci si prende un impegno si è anche in grado di realizzarlo.
Io credo che questa chiave di volta possa fare la differenza nel rapporto tra l'Africa e, non tanto l'Italia, l'Europa, perché oggi c'erano anche molti ambasciatori e c'erano gli ambasciatori dei Paesi G7. Dall'altra parte quello che l'Italia vuole tentare di fare è anche un approccio pionieristico in riguardo al lavoro che secondo noi l'Europa deve saper fare e poter fare - e ringrazio ovviamente i massimi vertici delle Istituzioni europee che sono stati qui oggi i nostri ospiti.
Questo nuovo approccio - e concludo - mi pare che sia stato nella Conferenza accolto molto positivamente. Ho visto e ascoltato molti interventi che ringraziavano l'Italia per aver compreso alcune cose importanti che i Paesi africani sentono anche nel rapporto con noi.
E quindi il tema della condivisione, il tema di un approccio immediatamente concreto hanno sicuramente fatto la differenza. Ma mi hanno colpito anche alcuni passaggi che ho ascoltato nel corso degli interventi. Penso alla necessità di superare nell'approccio con l'Africa lo schema classico Stato donatore-Stato beneficiario, cioè a dire ‘siamo dei partner e non c'è un donatore e un beneficiario. Ci sono Nazioni che lavorano insieme per crescere insieme, per avere entrambe benefici’. E questo è un approccio molto diverso da quello che spesso abbiamo visto. Qualcun altro chiedeva di andare oltre l'impostazione che spesso ha guidato il punto di vista sull'Africa, che ha visto le Nazioni occidentali considerarsi una sorta di locomotiva alla quale agganciare le Nazioni africane come se dovessero seguire. Anche questo non viene apprezzato. Io sono d'accordo sul fatto che sia soprattutto il rispetto, la capacità di credere negli altri, di considerarli soprattutto dei partner e quindi, come dicevamo, un rapporto da pari a pari.
Questo è il lavoro che abbiamo fatto con questa conferenza, io sono estremamente soddisfatta della sua riuscita e sono soddisfatta del fatto che si sia compreso l'approccio e il punto di vista italiano e quanto possa essere innovativo.
Chiaramente questo lavoro non finisce qui: la Conferenza è uno dei tanti momenti in cui questo lavoro nella politica estera italiana si concretizza, chiaramente attraverserà anche tutto l'anno della Presidenza G7, perché come sapete intendiamo portare l'Africa anche al centro delle tematiche principali della discussione del G7.
Quindi grazie, grazie a voi, grazie Presidente per la presenza in questa conferenza stampa.