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28 Maggio 2024

Convocazione del Consiglio dei Ministri n. 83

Il Consiglio dei Ministri è convocato mercoledì 29 maggio 2024, alle ore 13.00 a Palazzo Chigi, per l’esame del seguente ordine del giorno:

28 Maggio 2024

Il Presidente Meloni all'inaugurazione del centro sportivo a Caivano

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione del centro sportivo a Caivano.

Visita ed inaugurazione del centro sportivo a Caivano, l'intervento del Presidente Meloni

Martedì, 28 Maggio 2024

Buongiorno a tutti,
grazie davvero di essere qui. Saluto ovviamente tutte le autorità, civili, militari, religiose, saluto la stampa, soprattutto saluto gli atleti, i ragazzi che sono qui presenti. E non posso non aprire senza fare dei ringraziamenti. Chiaramente anche io a tutte le persone che hanno dato un contributo di buona volontà per questa scommessa che avevamo fatto e particolarmente voglio ringraziare Padre Maurizio Patriciello perché - come lui correttamente ha ricordato - senza la sua insistenza e determinazione tutto questo non sarebbe iniziato. Voglio ringraziare i Ministri che si sono occupati particolarmente di questa struttura, ma come sapete tutto il Governo è impegnato su Caivano. Ringrazio ovviamente il Ministro Abodi, il Ministro Piantedosi che sono qui oggi con noi.

Consentitemi un ringraziamento particolare al Sottosegretario Alfredo Mantovano perché senza la sua tenacia forse le tempistiche non sarebbero state così veloci; e ovviamente voglio ringraziare il Commissario Ciciliano per la serietà, per la creatività, per la determinazione con la quale ha operato su questo territorio. Io non posso non confessare che la mia emozione stamattina è un po' ai limiti della commozione. Questa è una di quelle giornate nelle quali l'affanno, i problemi, i sacrifici che fai, l'ansia che a volte ti prende, in cui tutto improvvisamente assume un senso in questa particolare missione che svolgiamo. Perché, benché la sfida di Caivano sia chiaramente stata una delle mie principali scommesse e del Governo, forse non ero preparata all'emozione che ho provato stamattina, dopo pochi mesi dall'ultima volta che eravamo venuti qui e all'impatto della differenza di quello che ci siamo trovati di fronte, non solo per l'impatto visivo, ma per il messaggio che quell'impatto racconta. Il messaggio è che lo Stato può fare la differenza, che le istituzioni possono fare la differenza, che lo Stato può mantenere i suoi impegni, che le istituzioni possono mantenere i loro impegni. E lo Stato qui e le istituzioni si sono comportate come dovrebbero comportarsi sempre. Si sono resi conto di un problema, sono stati chiamati da un cittadino a rendersi conto di un problema, hanno proposto una soluzione, hanno fatto un annuncio e quell'annuncio non è caduto nel vuoto. Quell'annuncio è diventato un fatto che i cittadini possono vedere, che possono toccare, che possono vivere e questo vuol dire accendere una speranza e vuol dire farlo in territori nei quali troppo spesso le istituzioni hanno pensato che di speranza non potesse essercene. È un messaggio molto potente. Chiaramente noi dobbiamo ricordare sempre da dove partiamo per arrivare fin qui. Perché noi partiamo da un orrore, dall’orrore indicibile della violenza perpetrata dal branco su due bambine innocenti alle quali è stato strappato tutto, vittime di un crimine che chiaramente ci toglie il fiato.

Noi siamo partiti da quell'orrore e dal fallimento delle istituzioni che quell'orrore raccontavano, perché le istituzioni qui non erano riuscite a fare la prima cosa che compete loro: che è difendere i più deboli, difendere i più fragili, proteggere i più piccoli. Quando è accaduto questo orrore, come è stato ricordato, Padre Maurizio Patriciello mi scrive. Io conoscevo padre Maurizio Patriciello per le sue “gesta”. Non ci conoscevamo personalmente e mi ha mandato vari messaggi e dopo questo orrore mi manda il messaggio che vi ha ricordato e mi ha detto vieni qui, vieni a vedere i dannati del Parco Verde di Caivano, e io ho deciso di fare esattamente questo. Il 31 agosto dello scorso anno sono venuta al Parco Verde, insieme ai ministri Piantedosi, Abodi, Valditara, al Sottosegretario Mantovano. Abbiamo visitato la parrocchia, abbiamo visitato l'istituto Morano, abbiamo fatto quello che ogni cittadino si aspetta da chi rappresenta le istituzioni: non limitarsi alla condanna doverosa, non limitarsi alla solidarietà, ma dire anche che cosa le istituzioni faranno e sono disposte a fare per evitare che accada di nuovo.

Ci siamo assunti le nostre responsabilità facendo una scommessa che era sicuramente impegnativa e che, non a caso, le istituzioni in passato avevano preferito non fare, perché era rischioso. Però io penso che una politica seria debba tentare almeno di mettere la faccia non dove le cose sono facili, dove le cose sono difficili. Questa Nazione ha tollerato per troppo tempo che ci fossero delle zone franche, che lo Stato fosse disposto a indietreggiare, a voltarsi dall'altra parte, ad abbassare la testa, ad avere paura. Lo Stato non se lo può permettere. Siamo venuti qui e abbiamo detto che la tolleranza verso le zone franche non poteva continuare, che non ci saremmo voltati dall'altra parte, che lo Stato avrebbe reagito partendo da Caivano e che avrebbe gettato le basi per una storia molto diversa: dimostrare che con concentrazione, con impegno, con determinazione le cose possono cambiare, che il degrado e l'abbandono non sono un destino, sono una scelta e come tutte le scelte si possono ribaltare.

È quello che abbiamo fatto qui, è quello rispetto a cui oggi dimostriamo di mantenere l'impegno. Abbiamo riportato a Caivano lo Stato, abbiamo riportato alle istituzioni le Forze dell'ordine, abbiamo detto alle persone oneste e per bene che potevano fidarsi delle istituzioni, che dovevano fidarsi delle istituzioni, che saremmo state al loro fianco, che l'illegalità, lo spaccio, il traffico di droga, sarebbero stati finalmente perseguiti con costanza e con determinazione, come dimostrano - e voglio davvero ringraziare il Ministro Piantedosi, il Capo della Polizia Vittorio Pisani, tutte le forze dell'ordine che sono qui presenti - le operazioni ad alto impatto, le operazioni interforze che si sono svolte in questi mesi. Continui controlli straordinari del territorio sui quali non abbiamo smesso di lavorare. Però qui a Caivano siamo orgogliosi di aver riportato anche la speranza e la gioia delle cose normali, delle cose direi banali. Io sono rimasta molto colpita mesi fa dal video di una mamma che qui a Caivano poteva portare suo figlio al parco ed era felice di poter fare una cosa che per la gran parte di noi è la cosa più naturale del mondo, poter uscire di casa, sotto casa, e portare tuo figlio a giocare al parco. Perché qui mancavano le cose più banali. Le abbiamo riportate, l'abbiamo riportato il parco giochi, l'asilo comunale dove far crescere i propri bambini, abbiamo portato più docenti nelle scuole, assistenti sociali che mancano e abbiamo riportato un centro dove poter stare insieme, fare sport, fare comunità, respirare il bello della vita. 

Quel centro è il centro in cui ci troviamo oggi, l'ex Delphinia, il simbolo forse più significativo del degrado e dell'abbandono di questo territorio. Quando siamo venuti il 31 agosto noi abbiamo detto che quel centro sarebbe stato bonificato, che sarebbe stato riqualificato, che sarebbe stato ricostruito per le parti dove era necessario ricostruire, che sarebbe stato restituito ai cittadini di Cavano entro la fine di maggio.

Oggi è il 28 di maggio. Abbiamo mantenuto quell'impegno, lo abbiamo fatto grazie al lavoro straordinario, soprattutto della Struttura Commissariale di Governo e di Sport e Salute, che davvero ringrazio. Voglio ringraziare Marco Mezzaroma, voglio ringraziare Diego Nepi, perché hanno messo passione in questo lavoro. Non è semplicemente seguire delle indicazioni, è partecipare a un disegno. Ovviamente grazie all'Esercito, grazie a tutte le amministrazioni e gli uffici che hanno fatto la loro parte, perché in questi progetti si riesce solamente quando tutti fanno la loro parte. Io devo ringraziare anche le aziende private che hanno qui scelto di fare beneficenza, che hanno scelto di partecipare con quello che potevano fare. Il privato, il pubblico, le istituzioni, le Forze dell'ordine, le società che si mettono insieme. Quando siamo arrivati qui c'era solo degrado, c'era incuria, c'era abbandono, e oggi sorge un centro polifunzionale dedicato allo sport, alla cultura, all'arte, alla natura.

In questo centro si potranno praticare circa 44 discipline sportive. Voglio ringraziare la collaborazione delle Fiamme Oro che vedete qui oggi, ringrazio di nuovo, saluto gli atleti che aiuteranno a gestire il centro. Il centro sarà immediatamente operativo. Domani inizieranno gli open day, il 10 giugno prenderanno vita anche i campi estivi per i bambini e i ragazzi di questo territorio. C'è un parco urbano attrezzato che è dedicato alla memoria di un martire, di un eroe antimafia come il giudice Rosario Livatino, dove i cittadini possono trascorrere la propria giornata a fare sport all'aria aperta. Ma non è tutto, perché qui nei prossimi mesi sorgerà anche un nuovo teatro da 500 posti e un anfiteatro esterno da 1000 posti. E quindi il centro sportivo, il parco urbano, il teatro e l'anfiteatro, faranno parte di un grande polo dello sport e della cultura dell'arte, che noi abbiamo scelto di dedicare a uno dei più grandi interpreti della canzone italiana, della cultura italiana, e quell'uomo è Pino Daniele.

Io voglio ringraziare suo figlio Alessandro, che è qui con noi oggi, che ci ha dato l'autorizzazione a dedicare questo centro a Pino Daniele e che è anche Presidente della Fondazione dedicata al padre e si occupa di conservare la sua memoria, di promuovere lo straordinario patrimonio culturale e musicale che ci ha lasciato Pino. È un'eredità musicale che mi piace pensare possa camminare anche sulle gambe dei bambini di Caivano che insieme all'Antoniano hanno dato vita al Piccolo coro di Caivano e che l'altro ieri si sono esibiti anche alla presenza di Papa Francesco a San Pietro.

E quindi grazie Alessandro davvero per la tua disponibilità e complimenti ai ragazzi del Liceo artistico Emilio Sereni e Afragola Cardito che hanno realizzato questa bellissima opera dedicata a Pino Daniele che tra poco vedremo. Tanti piccoli e grandi mattoni, molti dei quali sono stati già posati in questi mesi. Penso al rafforzamento amministrativo e gestionale dell'amministrazione comunale, il trasporto per i bambini disabili, la messa a disposizione del Comune di alcune vetture sequestrate alla criminalità organizzata, il potenziamento degli uffici giudiziari, i lavori di messa in sicurezza della rete idrica, l'avvio dei lavori di riqualificazione della Villa comunale di Pascarola e molto altro. Molti altri mattoni verranno posati nei prossimi mesi, perché il lavoro che stiamo facendo non è finito e non finisce oggi. Questa è solamente una tappa del nostro lavoro, sono molti altri gli interventi in via di realizzazione.
Penso alla realizzazione del centro di coordinamento della Protezione civile, penso all'accordo stretto dal Ministero dell'Università con le università campane che ci permetterà di realizzare il Polo universitario di Caivano, un campus universitario da 3.800 metri quadri che ospiterà diversi corsi di laurea. Penso anche al futuro polo universitario di Afragola dell'Università Federico II di Napoli, polo che nascerà dentro un bene sequestrato alla mafia, Villa Moccia di Afragola, villa simbolo del potere del clan sul territorio. Qui nascerà la Scuola delle Arti e dei Mestieri, cioè un centro di formazione e di valorizzazione delle competenze per i nostri ragazzi. 

Ecco uno spaccato del nostro lavoro, un lavoro che abbiamo portato avanti prima di tutto per sfidare noi stessi, ma anche per dire che è molto più seria una politica che prova a risolvere il problema a costo di fallire che una che preferisce fingere che quel problema non esista e voltarsi all'altra parte. Voglio dire senza polemica al Presidente della Regione Campania De Luca, che ieri parlava di questa giornata con una passeggiata del Governo, Presidente De Luca, che se tutte le volte che la politica passeggia portasse questi risultati avremmo sicuramente una politica più rispettata da parte dei nostri cittadini. 
Quindi continueremo a passeggiare, a portare risposte, perché è quello che fa una politica seria. Faremo di Caivano un modello per la Nazione intera, dimostreremo che si poteva fare e esporteremo quel modello. In molte altre Caivano d'Italia, ricordo che con il Decreto Coesione noi abbiamo investito 3 miliardi di euro di fondi europei per le periferie di 14 città metropolitane, 39 città medie del Sud su un programma finalizzato alla rigenerazione urbana, al recupero delle aree disagiate e degradate. Cioè su un programma che significa che avremo molte altre Caivano. Faremo vincere lo Stato sulla criminalità organizzata, sul degrado, sull'abbandono, sulla rassegnazione. È certo che è un imperativo gravoso, ma è quello che gli italiani si aspettano da noi ed è quello che faremo. Vi ringrazio. 
 

28 Maggio 2024

Campagna di comunicazione "Usa il tuo voto. O altri decideranno per te"

Campagna istituzionale del Parlamento europeo che intende sottolineare l'importanza del voto e della salvaguardia della democrazia. Il video realizzato è una delle azioni principali di informazione elettorale del Parlamento europeo e presenta testimonianze di cittadini anziani provenienti da diversi paesi dell'UE che raccontano le loro storie sulla democrazia alle generazioni future e sottolineano che la democrazia e il voto non possono essere dati per scontati.

28 Maggio 2024

Visita ed inaugurazione del centro sportivo a Caivano

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento all'inaugurazione del centro sportivo a Caivano.

28 Maggio 2024

Visita ed inaugurazione del centro sportivo a Caivano

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento durante la cerimonia di inaugurazione del centro sportivo a Caivano.

27 Maggio 2024

Firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Siciliana

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento, presso il teatro Massimo di Palermo, durante la cerimonia di firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Siciliana.

Accordo per lo sviluppo e la coesione Governo - Regione Siciliana, intervento del Presidente Meloni

Lunedì, 27 Maggio 2024

Buon pomeriggio a tutti, 
grazie al Presidente Schifani, grazie ai tanti sindaci che vedo in questa sala, grazie a tutte le autorità che sono intervenute, a tutte le persone che ci stanno seguendo. Io sono molto contenta di avere questa occasione, sono molto contenta della firma oggi di questo Accordo che considero particolarmente significativo, particolarmente strategico tra il Governo italiano e la Regione Siciliana. Una grande occasione. 
Prima però di entrare nel merito dell'Accordo, in parte il Presidente Schifani ha già detto molte delle cose che sono inserite all'interno della firma che stiamo per portare avanti, io vorrei fare un passo indietro per raccontare il lavoro e la strategia che c'è alla base di quello che noi facciamo oggi, perché le cose difficili, le cose che richiedono tempo, le cose che richiedono molto lavoro, spesso sono anche le più difficili da raccontare e da far passare, ciò non toglie che raccontano la responsabilità delle classi dirigenti. 
Allora, come arriviamo noi alla firma di questo Accordo di oggi? Quando questo Governo si è insediato, noi abbiamo deciso di approfondire la materia dei Fondi di sviluppo e coesione, voi sapete che i fondi di sviluppo e coesione sono per eccellenza i Fondi che servono, le risorse che servono a combattere la disparità tra i territori. E noi sappiamo che l'Italia è una Nazione nella quale di divari ce ne sono diversi, quello più noto di tutti tra il Nord e il Sud, ma c'è anche quello tra la costa tirrenica e la costa adriatica, ci sono le disparità all'interno delle stesse Regioni. Abbiamo deciso di capire quale fosse lo stato di utilizzo di queste risorse, che sono estremamente preziose. 
Il Ministro Fitto, che è competente per questa materia, come è competente per la materia del PNRR, ha incontrato tutti i Presidenti di Regione e ha fatto un approfondimento, uno studio, sullo stato d'attuazione della vecchia programmazione di queste risorse, perché queste risorse vanno avanti per cicli di programmazione. Il risultato è stato, diciamoci la verità, abbastanza avvilente. Nella vecchia programmazione dei Fondi sviluppo e coesione, programmazione 2014-2020, allo Stato, su 126 miliardi di euro disponibili, ne risultavano spesi 47. Ora, il Presidente Schifani parlava di provocazione. Io non penso che sia una provocazione, io penso che sia un fatto di responsabilità, fare in modo che in una Nazione come l'Italia risorse che sono estremamente preziose non vadano disperse. E allora noi ci siamo interrogati su come questo potesse avvenire. Abbiamo avviato questo confronto con i livelli istituzionali, con le Regioni. Voglio ringraziare ovviamente tutti i Presidenti di Regione per la loro collaborazione. All'esito di questo confronto, sia sulla vecchia programmazione, sullo stato dei lavori della vecchia programmazione, sia sulla nuova programmazione, che è quella della quale stiamo parlando, abbiamo dato vita a questo decreto che si chiama Decreto Sud. 
Il Decreto Sud riorganizza i Fondi di coesione, istituisce gli Accordi di coesione, con alcune importanti novità. La prima di queste novità è che con questi Accordi noi finanziamo progetti che vengono proposti dalla Regione, ma che sono condivisi dallo Stato nazionale. E qui il Presidente Schifani lo spiegava bene, non c'è in questo una volontà, diciamo così, di limitare l'autonomia dei territori, c'è invece la volontà di mettere in sinergia il lavoro che fa una Regione con il lavoro che fanno le altre, cioè di costruire una strategia complessiva, perché se si costruisce quella strategia complessiva anche l'impatto del singolo intervento sul singolo territorio è un impatto decisamente maggiore. Dopodiché abbiamo previsto all'interno di questi Fondi, di questi Accordi di coesione, sia la possibilità dell'intervento dei poteri sostitutivi, quando dovessero esserci delle lungaggini, sia la possibilità del definanziamento. Perché? Perché nessun euro di queste risorse deve andare disperso. Purtroppo è accaduto e noi vorremmo che non accadesse più. Abbiamo così riformato i Fondi di coesione e abbiamo messo queste risorse in perfetta complementarità con altre risorse che ci sono, per esempio le risorse del PNRR. Non è un caso che lo stesso Ministro, Raffaele Fitto, abbia sia la competenza dei Fondi di sviluppo e coesione, i Fondi europei, del PNRR. Perché è accaduto anche questo, che noi avessimo diverse fonti di finanziamento che tra di loro non si parlavano, che in alcuni casi si sovrapponevano, risorse che anche così venivano disperse. 
Io sono fiera anche del lavoro che noi abbiamo fatto sul PNRR, del quale vi parlo anche perché dobbiamo ricordare che il PNRR cuba sulla Regione Siciliana circa, se non vado errata, 11 miliardi di euro di investimenti strategici. Era anche per questo molto importante per noi mettere in sicurezza il PNRR. E io sono molto fiera del lavoro che abbiamo fatto, perché ricordo le polemiche sul fatto che, se fosse arrivato il Governo Meloni, si sarebbero disperse le risorse del PNRR, e ancora di più, se il Governo Meloni fosse andato avanti con questa sua idea folle di rinegoziare il PNRR, che non andava toccato anche se il PNRR era stato scritto in un tempo diverso da quello che noi stiamo affrontando e quindi con priorità che erano diverse rispetto a quelle che noi abbiamo oggi, quelle risorse sarebbero andate disperse. Le cose sono andate molto diversamente. 
Le cose sono andate che nel 2023 noi abbiamo ottenuto il pagamento della terza rata del PNRR, ottenuto il pagamento della quarta rata del PNRR, siamo la prima Nazione d'Europa ad aver presentato gli obiettivi della quinta rata del PNRR, la Commissione Europea dice che l'Italia è al top, è la prima Nazione nella realizzazione delle riforme degli obiettivi del PNRR. Abbiamo raccontato una storia diversa da quella che abbiamo visto delle volte in passato e mentre raccoglievamo e centravamo questi obiettivi abbiamo rinegoziato quel PNRR, certo, e lo abbiamo rinegoziato per due ragioni. La prima di queste ragioni è che diversi interventi che erano contenuti nella prima bozza del primo PNRR, alla prova dei fatti rischiavano di non superare il test della Commissione europea, perché alcune risorse non erano finanziabili, alcuni progetti non erano finanziabili con le risorse del PNRR, altri non era possibile terminarli in tempo, voi sapete che il PNRR ha una scadenza molto precisa, che è quella del 2026. Abbiamo trasferito questi progetti su altre fonti di finanziamento, abbiamo rinegoziato il PNRR per concentrarci su alcune priorità, abbiamo liberato 21 miliardi di euro, abbiamo destinato quei 21 miliardi di euro, soprattutto alla crescita di questa Nazione. 12 di questi miliardi di euro vanno al tessuto produttivo, 6 quali su transizione 6.0, sull'efficientamento energetico delle piccole e medie imprese, sull'agricoltura, perché non abbiamo avuto bisogno di vedere i trattori in piazza per sapere che il nostro mondo agricolo era in difficoltà e dall'inizio del nostro lavoro abbiamo fatto tutto quello che potevamo per aiutare un comparto che per noi è fondamentale, non solo in termini di ricchezza, ma in termini di produzione d'eccellenza, perché l'Italia non compete sulla quantità dei prodotti, ma certamente nessuno compete con l'Italia sulla qualità dei prodotti. Ma per garantire e difendere quella qualità noi abbiamo bisogno anche di aiutare il nostro comparto agricolo.
Tre miliardi di euro sono state le risorse aggiuntive che abbiamo destinato al comparto agricolo e poi le infrastrutture strategiche, particolarmente quelle che riguardano l'energia. Perché io penso che nelle crisi che stiamo affrontando ci siano anche delle grandi occasioni. Una di queste grandi occasioni è data proprio dalla materia energetica, da quello che è successo all'indomani dell'invasione Russa dell’Ucraina, Perché noi possiamo diventare oggi, e quando dico noi dico soprattutto il Sud Italia, un hub di approvvigionamento energetico per l'Europa intera. Noi possiamo diventare la porta del Mediterraneo nell'accesso all'energia e possiamo in questo accrescere di molto anche la nostra centralità strategica. Servono gli investimenti per farlo, servono le infrastrutture di collegamento per farlo e anche questo è stato inserito nel PNRR, così come abbiamo liberato altri 750 milioni da destinare alla sanità, perché a dispetto di quello che anche qui spesso si dice, questo è il Governo che nella storia ha investito in assoluto di più in termini di risorse sulla sanità e in termini di aumento del Fondo Sanitario Nazionale. Nella revisione del PNRR, noi abbiamo inserito anche la riforma delle politiche di coesione legate ai Fondi europei. È un altro passaggio importante di questo lavoro e lo abbiamo centrato con l'approvazione all'inizio del mese di maggio di un altro importante Decreto, con il quale abbiamo riorganizzato complessivamente 74 miliardi di euro, dei quali 42 sono Fondi europei e sono risorse che, come voi sapete, vanno prevalentemente al Mezzogiorno d'Italia, 80% al Mezzogiorno d'Italia.
Chiaramente se questi Fondi, i Fondi di coesione, servono a combattere il divario e le disparità tra i territori, e il più significativo dei divari è proprio quello tra Nord e Sud e quel divario, dal nostro punto di vista, è determinato soprattutto dalla disparità infrastrutturale. Allora non avremmo potuto occuparci di questa materia senza affrontare la questione delle infrastrutture. 
Questo Decreto prevede una cosa molto importante. Prevede l’istituzione di un fondo di perequazione infrastrutturale e prevede l'obbligo di destinare il 40% delle risorse per infrastrutture al Mezzogiorno d'Italia. Una percentuale decisamente più alta di quella che noi conoscevamo in passato, perché io ho sempre contestato il principio per cui la distribuzione della spesa infrastrutturale viaggiasse sulla base della popolazione. Al Sud c'è il 34% della popolazione e quindi va il 34% di spesa infrastrutturale. Ma c'è un problema, che al Sud c'è lo spopolamento e quello spopolamento è figlio anche e soprattutto dell'assenza di infrastrutture. Per cui se noi continuassimo a legare la spesa infrastrutturale alla popolazione avremmo oggettivamente un problema. Abbiamo deciso di portare quella percentuale al 4o%. Con lo stesso Decreto abbiamo messo quasi 3 miliardi in più sul lavoro, soprattutto sul lavoro nel Mezzogiorno, con la misura principale che io considero molto importante, che è l'esonero del 100% dei contributi previdenziali per due anni per chi nel Mezzogiorno assume under 35 che non abbiano avuto contratti a tempo indeterminato; over 35 disoccupati da almeno due anni e donne. Con un'unica condizione: non devi niente allo Stato per due anni se l'assunzione è un'assunzione a tempo indeterminato. 
Perché sono d'accordo con quello che dice il Presidente Schifani sulla precarietà e non è un caso che il lavoro che stiamo cercando di fare è un lavoro che sta portando non solo miglioramento dei dati sull'occupazione ma miglioramento dei contratti stabili, dei contratti a tempo indeterminato all'interno dell'aumento occupazionale. 
Dopodiché abbiamo previsto incentivi che non valgono solamente per i lavoratori dipendenti ma valgono anche per le iniziative di autoimpiego, cioè per far nascere nuove imprese. Abbiamo rafforzato la misura Resto al Sud, prevedendo un contributo che arriva fino a 200 mila euro per chi avvia una nuova attività; abbiamo previsto risorse per l'infrastrutturazione delle zone industriali del Mezzogiorno; iniziative per il rafforzamento della sicurezza della legalità; provvedimenti per il rientro dei cervelli. 
E in tutto questo quadro abbiamo investito 2 miliardi di euro sulla ZES unica del Mezzogiorno. Io penso che la ZES unica del Mezzogiorno sia una grande occasione per il Sud Italia. Noi abbiamo deciso di sostituire le ZES che avevamo soprattutto nelle zone retroportuali con un'unica Zona Economica Speciale che investe tutto il Mezzogiorno. Penso che aver spuntato questo accordo con la Commissione europea non fosse scontato, penso che sia stato frutto di un ottimo lavoro per il quale devo ringraziare soprattutto il Ministro Fitto, e penso che sia una grande occasione. Mi sento di dire, mi sento di tranquillizzare sul fatto che non ci saranno lungaggini, Presidente Schifani. 
Noi garantiremo e stiamo già garantendo con il Piano strategico che stiamo già lavorando e con 2 miliardi di euro che abbiamo messo con il Decreto sui crediti di imposta per la ZES unica nel Mezzogiorno che sono già stati approvati. E questo racconta un'idea che non è l'idea del Sud che dobbiamo mantenere con l'assistenzialismo perché non ne possiamo migliorare le condizioni. Questo racconta un'altra idea di sviluppo del Sud che è combattere a monte la disparità che esiste, consentire a queste Regioni di competere ad armi pari per dimostrare il loro valore. Io penso che sia quello che ci viene richiesto e tutto questo lavoro che io vi sto raccontando fa parte della stessa strategia. 
C'è un altro tassello in questa strategia del quale mi piace parlare. E quel tassello è il mare. La straordinaria infrastruttura rappresentata in Italia dal fatto che l'Italia è una piattaforma piazzata nel mezzo del Mediterraneo. È la porta di accesso tra l'Europa e l'Africa, è il crocevia naturale dei due grandi bacini commerciali marittimi del mondo, che sono l'Indo-Pacifico e l'Atlantico. Noi stiamo lì in mezzo, ci siamo comportati per tantissimi anni come se il mare non lo avessimo, come se non fosse una delle nostre principali infrastrutture di sviluppo. E non è un caso che anche qui abbiamo per questo investito su questa risorsa, istituendo il Ministero del Mare, affidando il Ministero del Mare a un grande siciliano come Nello Musumeci; abbiamo affidato a quel Ministero una Struttura di missione e abbiamo convocato e istituito un Comitato interministeriale, cioè che coinvolge tutti i Ministri che hanno una competenza su questa materia, per disegnare una strategia concreta di valorizzazione di questa enorme potenzialità tutta italiana. 
Il Comitato interministeriale ha già approvato il Piano del Mare e su questa strategia noi stiamo coinvolgendo e mettendo a regime e a sistema tutti i settori e tutti gli attori interessati, quindi il turismo, la pesca, l'acquacultura, la cantieristica, l'industria armatoriale, il sistema portuale e logistico, il trasporto marittimo, con le peculiarità necessarie per il lavoro marittimo, fino anche alle nuove sfide che ci attendono, perché noi dobbiamo anche ricominciare a pensare un po' all'altezza di quello che siamo, all'altezza dell'Italia. 
Penso che tra le grandi sfide ci sia, per esempio, tutto il tema della corsa al mondo subacqueo, alle risorse geologiche dei fondali, un dominio nel quale l'Italia è naturalmente candidata a giocare un ruolo di assoluto primo piano.
Quindi, nell'ambito di questa strategia, si inserisce l'Accordo che noi stiamo firmando oggi tra il Governo e la Regione Siciliana. È il diciottesimo Accordo di coesione che noi firmiamo, stiamo andando chiaramente su tutto il territorio nazionale, stiamo stipulando questi accordi con tutte le Regioni, con le Province autonome. Questo con la Sicilia è l'Accordo finanziariamente più significativo che noi abbiamo sottoscritto. Anche per questo la gestazione ha richiesto più tempo, anche perché chiaramente si tratta di risorse ingenti, perché dovevamo garantire una rendicontazione completa di tutte le risorse della precedente programmazione, quella 2014-2020. Siamo arrivati a oggi. Voglio ringraziare tutti quelli che hanno collaborato, voglio ringraziare il Governo, il Presidente Schifani, i sindaci, gli assessori competenti, gli uffici tecnici, perché è stato un lavoro molto complesso e molto lungo che abbiamo fatto giorno dopo giorno, in silenzio, con serietà, con concretezza e che oggi ci regala, secondo me, un Accordo strategico straordinario. Con questo Accordo, come diceva il Presidente Schifani, noi assegniamo complessivamente alla Regione Siciliana risorse del Fondo di sviluppo e coesione pari a 6,8miliardi di euro, che comprendono anche 1,3 miliardi di euro destinati per legge al Ponte sullo stretto di Messina e 237 milioni che erano stati dati come anticipo nel 2021. Ma se a queste risorse noi aggiungiamo anche gli ulteriori finanziamenti che vengono disposti dai Comuni, dalla Regione, da altri fondi dello Stato che insistono su progetti inseriti all'interno di questo Accordo, sono più o meno altri 2,9 miliardi di euro. La mole complessiva di investimenti che noi stiamo liberando su questo territorio, in questa Regione, raggiunge quasi i 10 miliardi di euro.
Io penso che sia un segnale molto importante di che cosa pensiamo dello sviluppo di una Regione come la Sicilia, dello sviluppo del Mezzogiorno d'Italia. Chiaramente, ripeto, a queste risorse poi si devono considerare come aggiunta anche quelle del PNRR. 
Con queste risorse noi finanziamo - al netto del Ponte - altri 580 progetti strategici sulla Regione, ma lo facciamo non random, come qualcuno va in giro dicendo, chiamiamo amici, no, non funziona esattamente così, funziona in maniera molto diversa, funziona che noi stabiliamo delle direttrici di intervento.
Stabiliamo quelle che sono le nostre priorità, definiamo quelle priorità e una volta stabilite le priorità vediamo quali sono le situazioni nelle quali c'è maggiore urgenza o quelle che sono maggiormente strategiche. Abbiamo lavorato esattamente così. Abbiamo stabilito cinque direttrici di intervento prioritarie. La prima di queste direttrici di intervento, che cuba complessivamente circa 2,6 miliardi di euro, riguarda il contrasto al dissesto idrogeologico, riguarda la gestione dei rifiuti, riguarda il risparmio energetico e riguarda soprattutto un'altra grande emergenza con la quale noi ci stiamo confrontando che è la risorsa idrica, l’acqua. Un’altra questione dove la nostra è una corsa contro il tempo e su cui bisogna essere concreti ed efficaci. Sono moltissimi qui gli interventi, non intendo elencarli tutti, mi piace ricordare i più significativi, già peraltro ricordati dal Presidente Schifani, quindi il termovalorizzatore di Palermo e di Catania, interventi su 6 dighe, i dissalatori di Gela, di Trapani e di Porto Empedocle. E questa è la direttrice che cuba l'investimento più ampio. 
Il secondo grande capitolo riguarda ovviamente le infrastrutture di trasporto. Grande questione, insomma, che nella Regione siciliana è ben conosciuta. Oltre alle risorse, al netto sempre del Ponte, qui finanziamo oltre 150 progetti, un miliardo complessivamente di questo Accordo è destinato alle infrastrutture di trasporto, ci sono 125 interventi che interessano le strade, due che interessano le ferrovie, che sono il lotto della metropolitana di Catania tra Misterbianco e Paternò e la fermata Carini a Palermo. Ci sono 80 milioni per gli aeroporti di Catania, di Palermo, di Trapani e di Comiso; ci sono risorse per il trasporto marittimo. A 360 gradi interveniamo sulla priorità delle infrastrutture, perché senza infrastrutture possiamo produrre le cose più buone, possiamo avere gli scorci più belli, rimarremo sempre indietro. Se non partiamo da una adeguata infrastrutturazione del territorio, qualsiasi altra iniziativa si porti avanti sul territorio, purtroppo, non darà le risposte che ci si attende. 
Dopodiché la terza direttrice si concentra sullo sviluppo economico, sull'attenzione ai settori produttivi, al tessuto produttivo della Regione, cioè quasi mezzo miliardo di euro per finanziare e valorizzare diversi comparti, primo fra tutti quello turistico e dell'industria dei servizi. Anche qui valorizzare e sostenere le nostre imprese.
Ricordatevi sempre, ricordiamoci sempre, che lo Stato non produce ricchezza. Lo Stato non produce ricchezza, non abolisce la povertà, non crea lavoro per decreto. Chi crea ricchezza sono le aziende con i loro lavoratori, quello che deve fare lo Stato è mettere queste persone nella condizione di lavorare al meglio, di essere una risorsa e non un ostacolo, come noi stiamo umilmente cercando di fare. 
La quarta direttrice non poteva non essere la salute, altra grande materia della nostra quotidianità, del nostro lavoro, 250 milioni di euro per due interventi che interessano l'ospedale di Gela e l'ISMET di Palermo e una linea di azione che prevede in generale il potenziamento di tutta la rete ospedaliera della Regione. 
L'ultima direttrice si occupa di scuola, di sport, di cultura. Ci sono 80 milioni per la messa in sicurezza delle scuole, quindi l'edilizia scolastica, 20 milioni per gli asili nido, oltre 180 milioni per la cultura, per finanziare tra gli altri l'intervento sul teatro Politeama, qui a Palermo; circa 120 milioni di euro per gli interventi di edilizia sportiva. Questo è il lavoro che abbiamo fatto, questo è il lavoro che stiamo facendo, che stiamo facendo dialogando con tutti i livelli istituzionali, perché abbiamo solamente due grandi obiettivi: fare in modo che neanche un euro di risorse venga disperso, torni indietro, rimanga lì, venga impantanato dalla burocrazia o finisca nello scontro politico e non riesca a dare risposte ai cittadini e immaginare una nuova idea di sviluppo del Mezzogiorno d'Italia, perché io guardo le persone che ho davanti, conosco molto bene questa terra, che è in parte anche la mia terra, e so che questa gente orgogliosa non chiede carità, ma chiede di potersi misurare e di farlo ad armi pari. È quello che noi vogliamo garantirle. Vi ringrazio.

27 Maggio 2024

Firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Siciliana

La cerimonia di firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Siciliana con l'intervento del Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani e del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. 

27 Maggio 2024

Conversazione telefonica del Presidente Meloni con il Presidente degli Emirati Arabi Uniti

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto oggi una conversazione telefonica con il Presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed bin Sultan Al Nahyan. Nel corso del colloquio è stato condiviso l’eccellente stato dei rapporti bilaterali, in particolare sul versante economico e commerciale e le possibili ulteriori aree di collaborazione e di investimenti, anche alla luce della recente creazione della joint venture MAESTRAL tra Fincantieri e l’emiratina EDGE Group. Il Presidente Meloni ha infine ringraziato il suo interlocutore per aver confermato la sua partecipazione al Vertice G7 di Borgo Egnazia.