La Galleria Deti
La Galleria Deti, oggi adibita a studio del Presidente del Consiglio, per ricchezza di stucchi, dorature, pitture, fregi e cornici, rappresenta una delle maggiori preziosità del Palazzo.
La Galleria Deti è l’ultima Sala dell’originario appartamento Aldobrandini Deti ma è completamente diversa dall’Anticamera e dal Salotto Giallo sia nella struttura architettonica che nella decorazione. La volta, ricca di dorature, è affrescata da Flaminio Allegrini con soggetti biblici che rappresentano il peccato e la redenzione del genere umano.
Al centro del soffitto appaiono tre scene della Genesi: il “Peccato originale”, la “Creazione di Eva” e la “Cacciata dal Paradiso Terrestre”. Ovunque ricorre il motivo araldico del Cardinal Deti, la luna falcata, che agli angoli inquadra il rastrello e le stelle degli Aldobrandini.
Questa Sala si affaccia sull’esterno con la loggetta all’angolo tra via del Corso e piazza Colonna. La loggetta è famosa soprattutto per le numerose dimostrazioni di protesta inscenate, nel corso della storia, sotto di essa. Quando il palazzo, agli inizi del XX secolo, ospita l’ambasciata austriaca, si susseguono davanti a quest’angolo le manifestazioni per Trento e Trieste. Nel 1925, le finestre del balcone sono obiettivo del fallito attentato di Tito Zaniboni a Mussolini, il quale, fino al 1931, ha il suo studio proprio nella Galleria Deti.