English | Italiano

Accordo per lo sviluppo e la coesione Governo - Regione Calabria: intervento del Presidente Meloni

Friday, 16 February 2024

Buongiorno a tutti, grazie di essere qui. 

Io sento l'obbligo di iniziare questo intervento con una brutta vicenda che è avvenuta questa mattina, non qui, a Firenze, dove ci sono degli operai che sono rimasti coinvolti in un incidente che riguarda il cantiere per la costruzione di un supermercato e quindi a nome mio, del Governo, dell'Italia, di tutti gli amministratori presenti, vorrei esprimere il mio cordoglio, la mia vicinanza alle famiglie delle persone coinvolte. Stiamo seguendo gli sviluppi del caso e preghiamo per le persone ferite e per quelle che ancora non si trovano. 
Quindi vorrei esprimere il mio cordoglio perché è un'altra vicenda che lacera le nostre coscienze, di persone che escono semplicemente per fare il loro lavoro e non tornano a casa oggi. Quindi penso che dobbiamo mandare un abbraccio, un pensiero e tutta la nostra attenzione a loro e alle loro famiglie.

Detto questo, ringrazio il Presidente Occhiuto, ringrazio il Ministro Fitto, ringrazio i Parlamentari, i Sindaci, tutte le Autorità presenti per questa bella mattinata sulla quale abbiamo molto lavorato. E voglio dire al Presidente Occhiuto che ho condiviso ogni parola del suo intervento, fondamentalmente perché ne condivido lo spirito. 

E allora consentitemi di fare mezzo passo indietro sul lavoro che ci ha portato a essere qui questa mattina per la firma di questo Accordo di coesione. Voi sapete che i Fondi di sviluppo e coesione sono i fondi principe che servono a combattere il divario tra i territori: chiaramente i grandi divari che sono presenti in Italia, quello tra Nord e Sud, devo dire anche quello tra Est e Ovest, ma anche i divari che esistono all'interno dei singoli territori. Sono lo strumento principe che ci consente di investire per far sì che tutti i cittadini di questa Nazione abbiano gli stessi diritti. 

E vedete, quando noi siamo arrivati al Governo ci siamo resi conto che queste risorse, che sono risorse importanti, per decine di miliardi di euro, e che si organizzano su cicli pluriennali di programmazione, in molti casi non si spendevano. Non si spendevano nella loro totalità o si spendevano con enormi ritardi e avremmo potuto andare avanti così. Però, non so se una Nazione come la nostra, che ha oggettivamente bisogno di risorse, può permettersi di non far arrivare sul territorio fino all'ultimo centesimo delle risorse che ha a disposizione. E allora il Ministro Fitto, che voglio ringraziare perché ha fatto un lavoro molto prezioso, ha avviato un confronto con tutti i Presidenti di tutte le Regioni per fare una mappatura di quello che era lo stato della spesa della precedente programmazione e per avviare il confronto sulla nuova programmazione. Perché? Perché chiaramente per noi l'obiettivo è, da una parte riuscire a spendere tutte queste risorse, dall'altra parte spenderle nel migliore dei modi, che significa spenderle all'interno di una strategia. 

All'esito di questo confronto che noi abbiamo avviato con tutte le Regioni, è nato il Decreto Sud. Il Decreto Sud riorganizza i Fondi di coesione e istituisce questi Accordi di coesione che hanno alcune particolarità. La prima di queste particolarità è che i progetti che vengono finanziati con gli Accordi di coesione sono proposti dalla Regione e condivisi dal Governo nazionale - questo è quello che ha fatto un po’ arrabbiare qualcuno -, ma non perché noi si voglia chiaramente limitare l'autonomia del singolo territorio, ma perché queste risorse vanno inserite nel complesso di una strategia. Per troppo tempo noi ci siamo mossi come fossimo delle monadi, come se ciascuno di noi fosse un territorio a parte, ma se non mettiamo in rete il lavoro che una Regione fa con l'altra, noi non ricostruiremo mai la strategia della quale la Nazione nel suo complesso ha bisogno. E quindi abbiamo chiesto di inserire anche questi progetti in una strategia generale. 

Dopodiché, ci siamo mossi anche per stabilire alcuni principi e cioè che ad esempio le opere che non vengono realizzate si possono definanziare per mettere quelle risorse su opere che possono essere realizzate e che, quando ci sono delle lungaggini che non consentono di spendere queste risorse nei tempi previsti, si possono attivare i poteri sostitutivi. Cioè un meccanismo di responsabilizzazione per tutti noi, ma soprattutto un meccanismo che consente e garantisce che non si disperdano delle risorse che sono estremamente preziose. 

Questo lavoro noi lo dobbiamo mettere, sempre per una questione di strategia, in rapporto con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, perché ci sono diverse fonti di finanziamento. E un'altra cosa che abbiamo capito quando siamo arrivati al Governo è che in alcuni casi fonti di finanziamento che erano diverse, si sovrapponevano o non lavoravano creando una strategia che avesse un senso. È la ragione per la quale io ho scelto di dare la competenza sia dei Fondi di sviluppo e coesione sia del PNRR allo stesso Ministro, perché mentre noi facevamo questo lavoro di riorganizzazione dei Fondi di coesione, facevamo anche il lavoro di revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per essere certi che le risorse fossero spalmate nel migliore dei modi e che nessuno e niente rimanesse indietro e definanziato. 

Anche sul PNRR, consentitemi di fare una piccola digressione, poi vedremo Presidente che cosa nel lavoro futuro si potrà fare di più anche per la Calabria. Però, obiettivamente, io ricordo tutti gli allarmi che sono stati lanciati sul PNRR: con il Governo Meloni non si spenderanno le risorse, ci farà perdere le risorse, la revisione del PNRR, siete matti, perderemo tutte le risorse. Le cose sono andate un po' diversamente. Le cose sono andate che nel 2023 l'Italia ha terminato tutti gli obiettivi della terza rata, che erano quelli che noi ereditavamo - alcuni avevano dei problemi; ha ottenuto il pagamento della terza rata; ha presentato gli obiettivi della quarta rata; ha ottenuto il pagamento della quarta rata; ha presentato gli obiettivi della quinta rata - siamo la prima Nazione in Europa ad aver presentato tutti gli obiettivi della quinta rata. E mentre facevamo questo lavoro rinegoziavamo il PNRR. Anche qui, perché rinegoziare il PNRR? Perché il precedente Piano era stato scritto in un contesto diverso e quindi era stato scritto in un contesto che non poteva tenere in considerazione alcune emergenze che noi oggi abbiamo che sono ad esempio figlie del conflitto in Ucraina e quindi bisognava aggiornarlo. 
Anche qui se n'è fatta una questione ideologica ma abbiamo dimostrato che si poteva fare, non solo, che lo stanno facendo quasi tutte le Nazioni europee, e che nel farlo potevamo dare risposte più cogenti ai problemi che abbiamo oggi. 
Abbiamo liberato 21 miliardi di euro di risorse che possiamo spendere per alcune priorità che secondo noi sono tali, tipo il sostegno al sistema produttivo. Ci sono 12 miliardi e mezzo di euro nuovi per gli incentivi alle imprese, di cui oltre 6 su Transizione 6.0. Ci sono le risorse per gli agricoltori, perché questo Governo non ha avuto bisogno di vedere i trattori in piazza per accorgersi che il mondo agricolo è in difficoltà. Lo sapevamo, ci abbiamo lavorato dall'inizio, abbiamo portato le risorse per l'agricoltura, tra contratti di filiera e agrivoltaico, da 5 a 8 miliardi di euro nella revisione del PNRR. Abbiamo lavorato sull'efficientamento energetico delle piccole e medie imprese. Abbiamo messo nuovi soldi sulla sanità per quasi un miliardo di euro. Abbiamo fatto un lavoro che secondo noi era molto importante fare. 

Ed è un lavoro, ripeto, che risponde complessivamente ad una strategia. È un lavoro per il quale io devo ringraziare i Presidenti delle Regioni, quello che riguarda particolarmente i Fondi di sviluppo e coesione, perché, come diceva correttamente il Presidente Occhiuto, tutti hanno capito il senso di quello che stiamo facendo e c'è stata e c'è una enorme collaborazione. Questo è il decimo Accordo di coesione che firmiamo, ce ne sono già pronti altri sei, se non vado errata, e gli altri stanno lavorando. Poi ciascuno ha le sue difficoltà, ma tutti sono collaborativi, salvo uno che non è molto collaborativo allo stato attuale. Rispetto per carità. Neanche mi stupisce troppo se si va a guardare il ciclo di programmazione 2014-2020, risulta speso il 24% della spesa dei fondi necessari: forse, se invece di fare le manifestazioni ci si mettesse a lavorare, si potrebbe ottenere qualche risultato in più. Ma questa è un'altra questione. 

La Calabria è la decima Regione che firma questo accordo, è la prima che firma questo Accordo nel Mezzogiorno d'Italia. Noi con questo Accordo - lo diceva il Presidente Occhiuto - mettiamo a disposizione di questo territorio 2 miliardi e 863 milioni di euro, però se a queste risorse aggiungiamo quelle che sono state rese disponibili da altre fonti di finanziamento, che sono circa 257 milioni, arriviamo qui con un investimento complessivo di 3 miliardi di euro. In queste risorse rientrano, per essere precisi, i 142 milioni di euro che sono stati già assegnati come anticipo nel 2021 e rientrano i 440 milioni di euro che abbiamo attribuito con una legge apposita alla Regione Calabria per combattere il rischio idrogeologico. Queste risorse serviranno a finanziare complessivamente 317 progetti per questo territorio. Questi progetti però sono concentrati su poche priorità, proprio per rispondere all'idea di strategia che citavo prima.

La priorità delle priorità che noi finanziamo con questo Accordo di sviluppo sono le infrastrutture. Alle infrastrutture questo Accordo complessivamente dedica oltre un miliardo di euro. Parliamo di infrastrutture viarie, di trasporto pubblico, di porti - poi tornerò sul tema dei porti. Ci sono i 300 milioni di euro destinati per legge alla realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina, quello che molti amano definire “il ponte che non si farà mai”. “È impossibile fare il Ponte sullo stretto di Messina”, io sono convinta che impossibile sia la parola che usano quelli che non hanno coraggio, che non hanno voglia di lavorare, perché per quelli che hanno coraggio e hanno voglia di lavorare le cose si fanno. 

Sono venuta qui tante volte, quando ero all'opposizione, mi piace dimostrare che le cose che ho detto quando ero all’opposizione non sono cambiate quando sono al governo. Ogni volta che mi sono trovata nel Mezzogiorno d'Italia io ho sempre parlato di infrastrutture, se vogliamo di “infrastrutture di cittadinanza”. Qualche volta abbiamo giocato su questo termine, perché vedete ci si lamenta del divario del Sud, però io sono molto d'accordo con il Presidente Occhiuto, c'è un solo modo per combattere il divario nel Mezzogiorno d'Italia ed è costruire le precondizioni per consentire a queste regioni di competere ad armi pari. E qui c'è una differenza di fondo nel modello, nella visione, se vogliamo, politica. Leggevo stamattina un'intervista del leader dell'opposizione - grande rispetto perché io sono stata all'opposizione per tanti anni - che diceva: i patrioti abbandonano il Mezzogiorno - in riferimento a me -, tradiscono il Mezzogiorno. 

Io penso che ci siano due modi per affrontare il divario del mezzogiorno, c’è il reddito di cittadinanza e ci sono le infrastrutture di cittadinanza. Il reddito di cittadinanza era, secondo me, la risposta che dava chi considerava questi territori non recuperabili, chi considerava il destino di questi territori ineluttabile e chi diceva ai cittadini di questi territori: non posso migliorare la tua condizione, io non posso fare nulla per il tuo sviluppo e, dico di più, io non ho bisogno del tuo contributo e quindi quello che posso fare è mantenerti nella tua condizione di povertà. Non è la mia visione di quello che è il potenziale di questi territori. Cioè, a chi mi accusa di dividere l'Italia vorrei dire che l'Italia è stata divisa. Ed è stata divisa da chi credeva che ci fossero cittadini di serie A e cittadini di serie B, cittadini sui quali valesse la pena investire, perché avrebbero potuto dare un moltiplicatore, e cittadini sui quali invece era inutile investire e che dovevano essere mantenuti nella loro condizione di marginalità. Non è la mia lettura. 

Io credo che la sfida di questi territori sia consentire alle Regioni del Mezzogiorno di dimostrare quello che valgono, banalmente avendo le stesse identiche condizioni che sono state concesse ad altri cittadini in altre Regioni. E questo si fa con l'investimento sulle infrastrutture, secondo me. E proprio perché mi considero una patriota, voglio colmare un divario che purtroppo c'è, e voglio colmarlo con le risposte che sono meno facili, che sono quelle che possono dare davvero risultati, ma sono sicuramente meno facili da realizzare perché le risposte facili le abbiamo già viste messe in campo e non hanno funzionato molto. 

Allora ci sono dei gioielli qui – lo diceva bene il Presidente Occhiuto -, ci sono dei potenziali, che però senza infrastrutture non vanno da nessuna parte. Porto di Gioia Tauro. Non è un caso che noi oggi siamo venuti al Porto di Gioia Tauro, per carità, è un gioiello, è una delle maggiori infrastrutture nel Mediterraneo, è il primo porto italiano per traffico merci, è il nono porto europeo per traffico merci. Bene? Noi siamo una piattaforma in mezzo al Mediterraneo, noi siamo la piattaforma proprio in mezzo a quel mare che è il punto di contatto tra i due grandi ambiti globali di commercio marittimo, che sono l'Indo-Pacifico e l'Atlantico. Noi stiamo in mezzo, con un porto che sta praticamente sulla punta di questa piattaforma. Secondo voi, il nono porto per traffico merci in Europa è l'obiettivo massimo al quale possiamo ambire? Ve lo dico io: no. No, perché tutti quanti sappiamo che ci sono merci che arrivano dall'est del mondo e che vengono trasportate via mare, circumnavigando l'Europa, nei porti di Rotterdam o di Amsterdam, banalmente perché noi non abbiamo le infrastrutture interne per garantire che quando le merci arrivano da noi poi riescono velocemente a raggiungere i mercati che devono raggiungere. E quindi sì, il tema delle infrastrutture, nonostante gli sforzi che abbiamo fatto e che stiamo facendo per far funzionare il porto - ci sono delle risorse ovviamente nel Fondo di sviluppo e coesione -, se noi non lavoriamo su quello che poi accade appena dietro, non raggiunge le sue potenzialità. 

E allora questa è, secondo me, la strategia che noi dobbiamo mettere in campo e che, guardate, riguarda un'altra grande infrastruttura che abbiamo e che fin qui non abbiamo adeguatamente valorizzato, che è il mare. Il mare, con gli 8.000 chilometri di coste che ci sono in Italia, con la collocazione geostrategica che l'Italia ha con il mar Mediterraneo, il rapporto con l'Africa sul quale - torno su quello che diceva il Presidente Occhiuto - non a caso l'Italia si sta proiettando. Guardate, l'Africa viene raccontata come un continente povero, ma l'Africa non è un continente povero. L'Africa detiene oggi il 60% delle risorse minerarie strategiche, ha il 60% di terre arabili. È un continente potenzialmente ricchissimo, oggi per lo più sfruttato. E mentre qualcuno depreda le risorse che ci sono in Africa, noi siamo quelli che ne pagano le conseguenze tra instabilità, flussi migratori e tutto quello che conosciamo. La scelta di questo Governo di tornare a rendere l'Italia centrale sul Mediterraneo e centrale nei rapporti con l'Africa, certo attraendo anche altre risorse… Non ho la presunzione, come Nazione italiana, di risolvere il problema di un intero continente che ha più di un miliardo di abitanti. Ho la presunzione però di fare una cosa che l'Italia non ha avuto spesso il coraggio di fare e cioè essere pioniere in alcune scelte strategiche e tirarsi dietro gli altri, mentre noi spesso abbiamo preferito guardare che cosa facevano gli altri e poi inseguirli. 

Io penso che noi possiamo essere protagonisti di stagioni nuove, di strategie delle quali siamo capofila. Oggi tutti stanno comprendendo il valore che l'Africa può avere per noi, particolarmente su un'altra questione che riguarda e coinvolge soprattutto il Mezzogiorno d'Italia. Perché poi se si va a guardare - questi che vorrebbero, diciamo così, dividere l'Italia -, in realtà tutte le grandi strategie che stiamo individuando passano da qui, compreso il tema del rapporto con l'Africa. 
Perché qual è la grande sfida che noi ci siamo dati con il piano Mattei e quant'altro? Fare dell'Italia l'hub di approvvigionamento energetico d'Europa, cioè mettere insieme due interessi, l'interesse dell'Africa a crescere, prosperare e vivere delle risorse delle quali dispone - l'Africa è potenzialmente un enorme produttore di energia, di energia verde soprattutto - e la difficoltà che invece oggi soprattutto l'Europa del Nord ha nell'approvvigionamento energetico. Per cui se noi investiamo in Africa seriamente, non solamente noi italiani ma noi europei, nella produzione di energia anche in Africa - fermo restando che il Mezzogiorno d'Italia per la produzione di tutto quello che riguarda il rinnovabile o il rigassificatore, anche tutto il discorso che hai fatto, sono molto d'accordo, è chiaramente un potenziale enorme ma da soli non possiamo risolvere tutto il bisogno che c'è -, se noi riusciamo a portare l'Europa a fare quegli investimenti in Africa, produciamo quell'energia e costruiamo, come stiamo facendo, le adeguate infrastrutture di collegamento, sapete che cosa accade? Che il Mezzogiorno d'Italia, che è la porta d'ingresso di quella energia, è la porta di transito di quella energia, assume una centralità strategica che porta ogni risposta possibile. 

Per cui c'è un disegno in quello che stiamo facendo. C'è un disegno in quello che abbiamo fatto istituendo un Ministero del Mare, avviando un Piano strategico del Mare, cioè mettendo a regime tutti i Ministeri che hanno una competenza su questa grande infrastruttura e su questo grande volano di ricchezza che da noi è rappresentato dal mare. Nel presente e nel futuro non vuol dire solo pesca, non vuol dire solamente tutta la nautica, che è un'assoluta eccellenza italiana, significa anche qui, e perdonatemi se parlo di strategie che possono sembrare avveniristiche ma non lo sono, perché il problema di questa Nazione è che non ha avuto una strategia, ma per esempio, oggi e nel futuro, mentre tutti sono concentrati con gli occhi in alto a guardare e a contendersi il dominio dello spazio - dove la concorrenza è sicuramente una concorrenza accesa e l'Italia ci deve essere - comunico che quasi nessuno sta guardando in basso verso un altro dominio strategico fondamentale del futuro, che sono i fondali marini e le grandi, enormi risorse che possono arrivare dai fondali marini. Lì non c'è nessuno ad oggi che compete con l'Italia. È un'altra nostra prerogativa, è qualcosa su cui dobbiamo mettere la testa.

E ripeto, sì, potrei venire qui semplicemente a raccontare quante risorse abbiamo messo sui redditi, sui salari, ma mi piace parlare di strategia, perché è quello che è mancato qui. Quello che è mancato qui è credere in un potenziale che è dato dall'operosità, dal coraggio e dalla forza dei cittadini di questi territori, dalla capacità di mettere quell'operosità, quella forza e quella competenza in condizioni di competere ad armi pari e da una strategia che veniva data dal Governo nazionale, condivisa con i territori, su cui tutti quanti lavoriamo. 

Allora, noi abbiamo individuato la strategia, stiamo mettendo le risorse su quella strategia, lo dimostra il Fondo di Sviluppo e Coesione, ma non è l'unico strumento con cui lo faremo, lo facciamo anche con il PNRR, ci sono altre fonti di finanziamento, le stiamo rivedendo tutte, Presidente, quindi altre risorse, altre sfide arriveranno. 

Dopodiché, nel Fondo di sviluppo e coesione ci sono risorse molto importanti per altre questioni che pure sono centrali: la tutela dei beni culturali, anche su altri ambiti che sono propri dell’Italia, il tema del turismo, tutto quello che ne deriva in termini di posti di lavoro. Ci sono le risorse per il termovalorizzatore, qui a Gioia Tauro, cofinanziato tra risorse pubbliche e risorse private, per vincere un'altra grande sfida che è quella della gestione dei rifiuti sulla quale la Regione sta facendo un lavoro straordinario. Ci sono milioni e milioni di euro di sostegno al sistema produttivo, cioè alle aziende che qui decidono di creare lavoro e ricchezza. 

E qui arriva un'altra risposta che è stata sottovalutata dalla grande stampa, da molti secondo me, poi piano piano che si capirà qual è il valore aggiunto che porta, l’attenzione aumenterà. Ma noi siamo riusciti in una cosa nella quale non era riuscito nessun governo prima di noi, che è la Zona Economica Speciale unica del Mezzogiorno. Noi siamo stati abituati ad avere delle piccole zone economiche speciali che non hanno funzionato come potevano funzionare, la sfida che ha affrontato il Governo e che ha vinto ottenendo il via libera dalla Commissione europea è che tutte le Regioni del Sud diventano un'unica Zona Economica Speciale. Che vuol dire essere un'unica Zona Economica Speciale? Significa - visto che il Presidente Occhiuto diceva che bisogna attrarre nuovi investimenti - che tutti i nuovi investimenti che arrivano qui nelle regioni del Mezzogiorno, indipendentemente da dove vanno, possono vantare degli incentivi molto importanti e delle semplificazioni amministrative estremamente significative. 
Vuol dire colmare così, dando un vantaggio nell'investire in questi territori, i problemi che abbiamo ereditato e quindi creare quell'uguaglianza che è il presupposto del merito, cioè mettere tutti nella stessa condizione di competere e poi chi è più bravo andrà più avanti.

E questo mi porta all'ultimo tema che riguarda la questione dell'autonomia differenziata, perché anche su questo io ho sentito dire un po' di tutto, ma figuratevi se una persona come me, che sul tema dell'amore per l'Italia crede di aver dato qualche segnale, può immaginare di dividere la Nazione. Allora, sul tema dell'autonomia differenziata voglio dire due cose per spiegare la ratio del provvedimento che tanto viene giustamente dibattuto, lo capisco bene. La prima: il presupposto per la realizzazione dell'autonomia differenziata è l'individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni. Sapete che significa? Significa che per la prima volta in Italia qualcuno stabilirà quali sono i servizi essenziali che tu devi dare ai cittadini in ogni Regione d'Italia, in ogni territorio d'Italia. Perché vi comunico ufficialmente che in molti di questi territori quei livelli non sono stati garantiti. E garantire e definire quei livelli impone di garantire quei livelli anche a quei cittadini a cui quei livelli non erano stati garantiti. 
Secondo elemento dell'autonomia differenziata. L'autonomia differenziata non funziona come qualcuno racconta “tolgo a una Regione e dò a un'altra”. L'autonomia differenziata prevede una cosa più semplice: dove io ho un'amministrazione regionale virtuosa - che spende bene le sue risorse, che lavora bene, che mi dà un moltiplicatore alto –, lo Stato valuta di devolvere altre competenze. Quindi non è un tema di rapporto tra una Regione e l'altra, è un tema di rapporto tra lo Stato e la Regione. E quindi non è un divario che si crea tra il Nord e il Sud, è semmai un divario che si crea tra le amministrazioni capaci e quelle che capaci non sono state. E non mi stupisce che faccia paura a qualcuno e particolarmente a quelli che hanno degli indicatori più bassi, ma è un elemento di responsabilizzazione che può fare anche la forza di questi territori, perché quando le risposte arrivano, indipendentemente dal territorio, io posso avere solo l'interesse di rafforzare quel territorio perché possa crescere meglio. Per cui non c'è affatto un tentativo di indebolire, qui c'è un tentativo di rafforzare, consapevoli di quello che è l'enorme potenziale del Mezzogiorno d'Italia, della sua gente, di questo territorio, agendo su alcune leve. 

Bisogna avere una strategia, bisogna avere delle risorse, bisogna che quelle risorse arrivino a terra, bisogna che chi gestisce quelle risorse sia responsabilizzato per spenderle al meglio. Con questi quattro elementi io penso che i cittadini che vivono in queste Regioni non devono avere paura di niente, perché hanno affrontato di tutto, compreso la 'ndrangheta e la criminalità organizzata, e possono tranquillamente e devono poter contare sulla sfida della responsabilità. E noi combatteremo la 'ndrangheta così, dimostrando che lo Stato, quando ti dà qualcosa, non ti chiede in cambio la tua libertà, come fa invece la criminalità organizzata. Ma lo Stato deve esserci e deve esserci con risposte serie e efficaci, e sono quelle che stiamo tentando di costruire. 

Grazie a tutti, buon lavoro. 

16 February 2024

Accordo per lo sviluppo e la coesione Governo - Regione Calabria

A Gioia Tauro la cerimonia di firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Calabria. Prima della firma, gli interventi del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e del Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto.

English | Italiano

President Meloni’s press statement with Prime Minister Ciolacu at the Italy-Romania Intergovernmental Summit

Thursday, 15 February 2024


Good morning everyone.
I am very pleased to have welcomed Prime Minister Marcel Ciolacu and his Ministers to Rome today, for the third intergovernmental summit between Italy and Romania. 13 years have passed since the last time we met in this format and I must say I am particularly proud that we are bridging that gap today, because Italy and Romania are nations united by very strong relations and age-old cultural ties. Our peoples have a lot in common, also considering their shared Latin heritage (it is no coincidence that the extended bilateral meeting was held in the ‘Sala Roma’) and this has allowed our friendship to remain undiminished over time. 

This friendship can also be seen in the solid economic and trade relations between our nations. Italy is Romania’s second largest customer and second largest supplier and is the largest investor in Romania by number of registered companies. The fact that the Italian business community is so strongly rooted in Romania, with more than 50,000 companies, is clearly a tangible sign of how intense our relations are. Italy has a key presence in many sectors, particularly in strategic sectors: from energy to major infrastructure, the agri-food industry, banking services and healthcare.  

Just as there is a part of Italy in Romania, there is also an important part of Romania in Italy. As you know, the Romanian community is the largest foreign community in Italy, counting more than 1 million residents and making an extremely important contribution to our community.

This summit further strengthens our friendship and expands our cooperation in new sectors of common interest.

We have just signed a very significant joint declaration that broadens the scope of our strategic partnership and outlines new goals and new shared priorities. In addition to this declaration, there are also other important documents, with our Ministers signing seven more agreements (memoranda of understanding, technical agreements and letters of intent). These agreements regard very important areas: defence, police cooperation, justice, start-ups, cooperation in the field of nuclear energy, cybersecurity, tourism, civil protection, the training of civil servants.

One of the pillars of our partnership regards the strategic policy dimension, concerning our common security, which is all the more important in the context of a war taking place in the heart of Europe, directly on Romania’s borders. In this context, we have of course reaffirmed our full support for Ukraine. 

For my part, I confirmed to Prime Minister Ciolacu that we intend to continue actively contributing to the security of Romania and our eastern allies, as we have done thus far, as you know, through the national deployments guaranteed as part of NATO. We believe the Atlantic Alliance must continue to show cohesion and unity, and must do so in line with an all-encompassing approach to Euro-Atlantic security, and also by relaunching action along the Southern Flank.

We have also had the opportunity to discuss the main crisis scenarios, including the Middle East conflict. We are increasingly concerned about the recent developments, in particular for the safety of the hostages and for the protection of civilians in the area of Rafah, and about the risk of the conflict further escalating. Speaking on behalf of the Italian Government, we will take heed of the clear indication from the Italian Parliament and we will work towards this at international level, particularly as part of the Italian Presidency of the G7.
Together with Prime Minister Ciolacu, we have also confirmed our common focus on a region we consider strategic, and that is the Western Balkans. As you know, Italy considers the process of reunification with Europe for the nations in this region to be a priority. I am very pleased that this approach is also shared by Romania and that we also fully agree on the European Union accession path for Moldova, Ukraine and Georgia.

The internal dimension to security is also a key element of our relationship. We want to strengthen our cooperation to fight terrorism, cybersecurity threats, organised crime and criminal networks. We continue to believe in defending the Union’s external borders, relentlessly fighting human traffickers and building a new cooperation and development model with African nations, which, as you know, Italy is pursuing with its ‘Mattei Plan’. We believe this is the most effective response we can give at European level.

I wish to also thank Prime Minister Ciolacu for the great readiness and level of cooperation he has shown with regard to justice. There are many points on which our Ministers agree; I clearly can’t go through all of them but, for example, I think one of the important challenges we have set ourselves is the possibility for convicted prisoners, who have been given their final sentence in the respective countries, to be able to serve their time in their country of origin.

With today’s summit, we want to give new impetus to our economic and trade relations. As I have mentioned, the figures are extremely good but that is all the more reason not to stop here. We believe there is great unrealised potential. A Business Forum will be held this afternoon with over 200 leading Italian and Romanian companies in attendance. This initiative clearly goes precisely in this direction.

We consider our cooperation in the field of energy security to be equally as strategic. The recent signing of the agreement between Ansaldo Nucleare, SACE and Nuclearelectrica is very significant, in a sector that is particularly strategic for European development.

The agri-food industry is also fundamental, which is about both food security and cultural identity.

In short, this is a partnership that is becoming ever stronger, that is destined to grow. I see today’s summit as a new beginning, an event that can give a great boost to our relations, allowing us to explore new opportunities for mutual growth. During our meeting, we also confirmed our common desire to do this and to do so concretely and on a daily basis.
So, thank you very much, Prime Minister, and thanks to all the delegation for this wonderful day that marks a new beginning in the relationship between Italy and Romania.

[Courtesy translation]

16 February 2024

Accordo per lo sviluppo e la coesione Governo - Regione Calabria

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento a Gioia Tauro in occasione della cerimonia di firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Calabria.

15 February 2024

Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 69

Il Consiglio dei ministri si è riunito giovedì 15 febbraio 2024, alle ore 17.46 Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente, Giorgia Meloni. Segretario, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.

٠٠٠٠٠

15 February 2024

Italy-Romania Intergovernmental Summit

The Italy-Romania Intergovernmental Summit was held at Villa Doria Pamphilj in Rome today, during which the President of the Council of Ministers, Giorgia Meloni, and the Prime Minister of Romania, Marcel Ciolacu, issued statements to the press.

15 February 2024

Italy-Romania Intergovernmental Summit

The Italy-Romania Intergovernmental Summit was held at Villa Doria Pamphilj in Rome today, during which the President of the Council of Ministers, Giorgia Meloni, and the Prime Minister of Romania, Marcel Ciolacu, issued statements to the press.

15 February 2024

Italy-Romania Intergovernmental Summit

The Italy-Romania Intergovernmental Summit was held at Villa Doria Pamphilj in Rome today, with the President of the Council of Ministers, Giorgia Meloni, and the Prime Minister of Romania, Marcel Ciolacu. During the summit, the two leaders issued statements to the press.
 

15 February 2024

Vertice Intergovernativo Italia-Romania

Si tiene a Roma, presso Villa Doria Pamphilj, il Vertice intergovernativo Italia-Romania. Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il Primo Ministro, Marcel Ciolacu hanno rilasciato le dichiarazioni stampa congiunte.

English | Italiano

Vertice Intergovernativo Italia-Romania, le dichiarazioni alla stampa del Presidente Meloni con il Primo Ministro Ciolacu

Thursday, 15 February 2024

Buongiorno a tutti.

Sono molto felice di aver accolto qui a Roma il Primo Ministro Marcel Ciolacu e i suoi Ministri per il terzo Vertice Intergovernativo tra Italia e Romania. Erano 13 anni che non ci incontravamo in questo formato e devo dire che sono particolarmente fiera che oggi si colmi questa lacuna, perché Italia e Romania sono Nazioni unite da relazioni molto forti, da legami culturali millenari. I nostri popoli condividono molto, nel segno anche della comune appartenenza alla cultura latina, non a caso il bilaterale allargato si è svolto nella sala Roma, e questo ha consentito alla nostra amicizia di rimanere inalterata nel tempo. 

È un'amicizia che trova riscontro anche nelle solide relazioni economiche e commerciali che esistono tra le nostre Nazioni. L'Italia è il secondo cliente, il secondo fornitore della Romania, è il primo investitore in Romania per numero di aziende registrate. Il fortissimo radicamento della comunità imprenditoriale italiana in Romania, che conta oltre 50.000 aziende, è chiaramente un segno tangibile di come i nostri rapporti siano estremamente intensi e la presenza italiana è una presenza fondamentale in tanti comparti, soprattutto nei comparti strategici: dall'energia alle grandi infrastrutture, l'agroalimentare, i servizi bancari, la sanità. 

E così come c'è un pezzo di Italia in Romania, c'è anche un importante pezzo di Romania in Italia. La comunità romena, come si sa, è la comunità straniera più numerosa residente in Italia, oltre un milione di persone, e offre alla nostra comunità un contributo estremamente importante. 

Questo Vertice rafforza ulteriormente la nostra amicizia, amplia la nostra collaborazione in nuovi settori che sono di interesse comune. 

Abbiamo appena siglato una Dichiarazione congiunta molto significativa che amplia la portata del nostro partenariato strategico, che delinea nuovi obiettivi, nuove priorità condivise. A questa Dichiarazione si sono aggiunti altri documenti importanti con la sottoscrizione da parte dei nostri Ministri di altri sette tra Memorandum d'intesa, Intese tecniche e Lettere d'intenti. Sono documenti che interessano settori molto importanti: la difesa, la cooperazione di polizia, la giustizia, le start-up, la cooperazione nel settore dell'energia nucleare, la cybersicurezza, il turismo, la protezione civile, la formazione dei funzionari pubblici. 

Uno dei pilastri del nostro partenariato riguarda la dimensione politica strategica, tocca la nostra sicurezza comune, che è tanto più importante nell'ambito di una guerra che si sta consumando nel cuore dell'Europa e ai diretti confini della Romania. In questo contesto noi abbiamo chiaramente ribadito il nostro pieno sostegno all'Ucraina. 

Da parte mia ho confermato al Primo Ministro Ciolacu l'intenzione di proseguire nel contributo attivo alla sicurezza della Romania e dei nostri alleati orientali, come abbiamo fatto finora, come sapete, con gli schieramenti di assetti nazionali garantiti in ambito NATO. Noi siamo convinti che l'alleanza atlantica debba continuare a mostrare coesione e unità, che lo debba fare in linea con un approccio a 360 gradi alla sicurezza euro-atlantica e rilanciando anche l'azione al fianco sud. 

Abbiamo avuto modo di confrontarci sui principali scenari di crisi, compreso il conflitto in Medio Oriente. Siamo sempre più preoccupati dai recenti sviluppi, in particolare per l'incolumità degli ostaggi, la salvaguardia dei civili nella zona di Rafah, per il rischio di un ulteriore allargamento del conflitto. Da parte del Governo italiano recepiamo la chiara indicazione che è emersa dal Parlamento, lavoreremo in questo senso in ambito internazionale, particolarmente nell'ambito della nostra Presidenza italiana del G7. 
Con il Primo Ministro Ciolacu abbiamo inoltre rinnovato la nostra comune attenzione nei confronti di una regione che riteniamo strategica, ovvero i Balcani occidentali. Come sapete l'Italia considera una priorità il processo di riunificazione all'Europa delle Nazioni che fanno parte di questo quadrante. Sono molto contenta che questo approccio sia condiviso anche dalla Romania e c'è piena convergenza tra noi anche sul percorso di adesione all'Unione europea di Moldova, Ucraina e Georgia. 

Anche la dimensione interna della sicurezza è un elemento centrale dei nostri rapporti. Vogliamo rafforzare la nostra collaborazione per combattere il terrorismo, le minacce nel campo della cybersicurezza, la criminalità organizzata, le reti criminali. Continuiamo a credere nella difesa dei confini esterni dell'Unione, la lotta senza quartiere ai trafficanti di esseri umani, la costruzione di un nuovo modello di cooperazione e di sviluppo con le Nazioni africane che l'Italia porta avanti - come sapete - con il Piano Mattei, e crediamo che questa sia la risposta più efficace che possiamo dare a livello europeo. 

Io ringrazio il Primo Ministro Ciolacu anche per la grande disponibilità e la collaborazione dimostrata in materia di giustizia. Sono tanti i punti che abbiamo condiviso tra i nostri Ministri, chiaramente non li citerò tutti: penso ad esempio che sia importante, tra le sfide che ci diamo, anche quella che riguarda la possibilità che i detenuti condannati in via definitiva nei rispettivi Paesi possano scontare la pena nel Paese di origine.

Con il Vertice di oggi vogliamo dare nuovo impulso ai nostri rapporti economici e commerciali. I dati sono, come vi ho raccontato, estremamente buoni ma, a maggior ragione, non possiamo fermarci qui e crediamo che ci sia un grande potenziale inespresso. Nel pomeriggio si celebrerà un Business Forum che vedrà la partecipazione di oltre 200 tra le principali aziende italiane e romene. È un'iniziativa che chiaramente va esattamente in questa direzione. 

Riteniamo altrettanto strategica la nostra cooperazione nel campo della sicurezza energetica. Molto significativa la recente firma dell'Intesa tra Ansaldo Nucleare, Sace e Nuclearelectrica in un settore particolarmente strategico per lo sviluppo europeo. 

È fondamentale anche il settore dell'agroindustria che interseca il tema della sicurezza alimentare con quello dell'identità culturale.

Insomma, è un partenariato dove diventa sempre più forte, che è destinato a crescere. Il Vertice di oggi io lo vedo come un nuovo inizio, una giornata che può dare grande linfa ai nostri rapporti, che ci può consentire di esplorare nuove opportunità di crescita reciproca e mi pare che nei nostri colloqui abbiamo anche verificato la comune volontà di farlo, di farlo in maniera concreta e di farlo quotidianamente. 

Quindi grazie davvero Primo Ministro, grazie a tutta la delegazione per questa splendida giornata che segna un nuovo inizio nei rapporti tra Italia e Romania. 

Pages