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Intervento del Presidente Meloni alla 79ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite

Tuesday, 24 September 2024

Signor Presidente, signor Segretario Generale, colleghi delegati, signore e signori, 

è un’epoca molto complessa quella nella quale viviamo, e il carattere comune delle sfide del nostro tempo ci impone di ragionare in un modo completamente nuovo. 

La ferita inferta al sistema internazionale fondato sulle regole dalla guerra d’aggressione russa all’Ucraina sta avendo effetti destabilizzanti molto oltre i confini nella quale si consuma, e come un domino sta contribuendo a riaccendere, o far detonare, altri focolai di crisi.

I sistemi politici democratici affrontano insidie inedite. La frammentazione geo-economica cresce con conseguenze con le quali tutti dobbiamo fare i conti, ma soprattutto devono farci i conti le Nazioni più fragili.  

Il cammino per la riduzione delle emissioni ambientali è ad un bivio, stretto tra approcci ideologici e scarsa solidarietà, soprattutto dei principali emettitori di gas a effetto serra. 

La scarsità di acqua e di energia incidono sempre più profondamente sullo sviluppo, sulla sicurezza alimentare, sulla stabilità sociale di intere comunità. 

L’utilizzo strumentale della fede religiosa diventa fattore di tensione o, peggio, fattore di persecuzione: sono milioni nel mondo le persone che soffrono a causa della loro professione di fede, e al primo posto come vittime ci sono i cristiani. 

Assistiamo al dirompente avvento dell’intelligenza artificiale generativa, una rivoluzione che pone interrogativi del tutto inediti. Anche se non sono certa che dovremmo chiamarla intelligenza: intelligente è chi fa le domande, non chi dà le risposte processando i dati. In ogni caso, si tratta di una tecnologia che, a differenza di tutte quelle che abbiamo visto nel corso della storia, disegna un mondo nel quale il progresso non ottimizza più le competenze umane, ma può sostituirle, con conseguenze che rischiano di essere drammatiche soprattutto nel mercato del lavoro, verticalizzando, concentrando ancora di più la ricchezza. Non a caso l’Italia ha voluto che questo tema fosse al centro della sua presidenza del G7, perché vogliamo fare la nostra parte nella definizione di una governance globale dell'intelligenza artificiale, che sia capace di conciliare innovazione, diritti, lavoro, proprietà intellettuale, libertà di espressione, democrazia. 

Questa complessità, animata da sfide che sono profondamente interconnesse tra loro, ci dice prima di tutto una cosa: i problemi del cosiddetto Sud Globale sono anche i problemi del Nord del mondo, e viceversa. Non esistono più blocchi omogenei, e l’interdipendenza dei nostri destini è un fatto. Per questo siamo chiamati a ragionare fuori dagli schemi che abbiamo conosciuto nel passato. 

La sfida è un cambio deciso di paradigma nei rapporti tra le Nazioni e nel funzionamento degli organismi multilaterali e l'obiettivo è costruire un modello di cooperazione completamente nuovo. 

Personalmente sono convinta che questo nuovo modello possa e debba fondarsi su alcuni principi, purtroppo non scontati: il rispetto reciproco, la concretezza, la condivisione. Significa relazionarsi con l’altro da pari a pari, recuperare quella capacità di saper ascoltare per comprendere le ragioni dell’altro che è alla base di qualsiasi fiducia reciproca. 

E proprio perché crediamo in questo approccio, l’Italia ha concepito tutti gli appuntamenti del suo anno di Presidenza G7 in formato aperto, con un outreach molto ampio, che ha coinvolto tutti i Continenti, il G20, l’Unione Africana, le Istituzioni economiche-finanziarie e le Banche multilaterali di sviluppo. Abbiamo dimostrato che il G7 non è una fortezza chiusa, che vuole difendersi da qualcuno, ma un’offerta di valori aperta al mondo. 

Penso poi alla svolta che l’Italia ha impresso, particolarmente ai propri rapporti con il continente africano. Abbiamo reso operativo, a livello bilaterale, il nostro piano di investimenti per l'Africa, il Piano Mattei, con progetti pilota in nove Nazioni del continente, creando partenariati strategici con ognuna di queste Nazioni. Abbiamo strutturato sinergie operative con il Global Gateway dell’Unione europea e la Partnership for Global Infrastructure and Investment del G7. 

Abbiamo costruito strumenti finanziari nuovi con la Banca Africana di Sviluppo e con la Banca Mondiale, per permettere l’afflusso di risorse pubbliche e private. Abbiamo immaginato soluzioni innovative, come l’Apulia Food Security Initiative, per rafforzare la produzione agricola e la sicurezza alimentare, o l’Energy for Growth in Africa, per sostenere la produzione e la distribuzione di energia pulita. Abbiamo deciso di sostenere progetti strategici per l’Africa, come il corridoio di Lobito.

Abbiamo fatto tutto questo senza mai smettere di coinvolgere e confrontarci con i nostri interlocutori africani. Perché il nostro intento non è imporre, ma è condividere. E, insieme, scegliere priorità, settori di intervento, ambiti di azione. Dove potevamo essere un valore aggiunto, allora lì abbiamo offerto il nostro punto di vista e la nostra collaborazione. Con progetti concreti che già stanno dando i loro frutti. In Algeria, dove renderemo fertili 36 mila ettari di terreno desertico per la coltivazione, costruiremo una filiera locale di trasformazione e produzione. In Kenya, con lo sviluppo di una filiera di biocarburanti che arriverà entro la fine del 2025 a sostenere fino a duecentomila piccole imprese agricole. In Etiopia, con un vasto intervento di recupero ambientale dell’area del lago Boye, nell’ovest del Paese. 

Perché, voglio ribadirlo ancora una volta, il nostro obiettivo, di fronte a decine di migliaia di persone che affrontano viaggi disperati per entrare illegalmente in Europa, è garantire prima di tutto il loro diritto a non dover emigrare, a non dover recidere le proprie radici semplicemente perché non hanno altra scelta. 

Una disperazione sulla quale lucrano organizzazioni di criminali senza scrupoli sempre più potenti, sempre più ramificate. Proposi un anno fa, da questo stesso podio, di dichiarare una guerra globale ai trafficanti di esseri umani, e sono felice che quell’appello non sia caduto nel vuoto, e che in primis a livello G7 si sia trovata l’intesa per dare vita ad un coordinamento internazionale per smantellare queste reti criminali. Ma bisogna fare di più. Le Nazioni Unite devono fare di più, perché queste organizzazioni criminali stanno riproponendo, sotto altre forme, una schiavitù – intesa come mercificazione dell’essere umano – che questa Assemblea, in altri tempi, ebbe un ruolo fondamentale nel debellare definitivamente. Non si torna indietro. 

Sconfiggere gli schiavisti del Terzo millennio è possibile, e possiamo farlo se uniamo le forze, con una maggiore cooperazione e con iniziative congiunte tra le nostre Forze di polizia, i servizi di intelligence e le autorità giudiziarie, adottando la formula “follow the money”. Una intuizione di due grandi giudici italiani, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che è diventata un modello, anche a livello internazionale, per contrastare le organizzazioni criminali. 

È un metodo con il quale l’Italia intende rafforzare la sua cooperazione anche con le Nazioni dell’America Latina. 

Perché c’è un filo rosso che lega le organizzazioni che speculano sulla tratta di esseri umani in Africa e chi gestisce il traffico di stupefacenti in America Latina, o l’abominio di chi rapisce i bambini per renderli schiavi del sesso di uomini ricchi senza scrupoli, privandoli del loro presente e del loro futuro. 

America Latina dove, come purtroppo accade in diverse regioni del mondo, le legittime aspirazioni di libertà e democrazia di decine di milioni di persone continuano a rimanere disattese. Penso in particolare al popolo venezuelano, a cui va tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno. La comunità internazionale non può rimanere a guardare mentre, a distanza di quasi due mesi dalle elezioni del 28 luglio scorso, ancora non è stato riconosciuto il risultato elettorale, ma nel frattempo si è consumata una brutale repressione, la morte di decine di manifestanti, l’arresto arbitrario di migliaia di oppositori politici, l'incriminazione e l’esilio del candidato presidente dell’opposizione democratica. È nostro dovere alzare la voce.  

Cari amici, nel 2025 celebreremo l’ottantesimo anniversario della Carta delle Nazioni Unite. Carta che sancisce principi e valori che in questo tempo sono stati messi in discussione addirittura da un membro permanente del Consiglio di sicurezza, ma sulla cui difesa l’Italia non intende arretrare. Perché sono principi e valori posti a garanzia di tutti, soprattutto delle Nazioni che hanno meno strumenti per difendersi. Come sempre la legge deve essere uguale per tutti, ma perché questo serve soprattutto a difendere i più deboli. 

È per questo che non possiamo voltarci dall’altra parte di fronte al diritto dell’Ucraina a difendere le sue frontiere, la sua sovranità, la sua libertà. Così come affermiamo il diritto dello Stato di Israele di difendersi da attacchi esterni, come quello orribile del 7 ottobre scorso, ma allo stesso tempo chiediamo ad Israele di rispettare il diritto internazionale, tutelando la popolazione civile, anch’essa in gran parte vittima di Hamas e delle sue scelte distruttive. 

E seguendo lo stesso ragionamento sosteniamo, ovviamente, anche il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato. Ma affinché questo possa vedere presto la luce è necessario che i palestinesi lo affidino a una leadership ispirata al dialogo, alla stabilizzazione del Medio Oriente e all’autonomia. 

Gli Accordi di Abramo hanno dimostrato la possibilità di convivere e cooperare vantaggiosamente sulla base del mutuo riconoscimento. Se questa è la prospettiva sulla quale tutti dobbiamo lavorare, e lo è, oggi l’imperativo è raggiungere, senza ulteriori ritardi, un cessate il fuoco a Gaza e l’immediato rilascio degli ostaggi israeliani. Non possiamo più assistere a tragedie come quelle di questi giorni nel Sud e nell’Est del Libano, con il coinvolgimento di civili inermi, tra cui numerosi bambini.

Detto questo, l’anniversario del prossimo anno impone a tutti noi un’occasione storica. Essere finalmente consapevoli che, piaccia o no, i problemi di oggi ci coinvolgono e ci riguardano tutti. 

Dobbiamo saperci mettere in discussione, con umiltà e consapevolezza. E questo impone anche una riflessione seria sul multilateralismo, sulla capacità delle organizzazioni internazionali di essere all’altezza di questa epoca e delle sfide che ci pone di fronte. Parlo ovviamente, anche delle Nazioni Unite, della sua capacità di riformarsi partendo da ciò che è utile e necessario, e non da ciò che è più facile. 

L’Italia è convinta che qualsiasi revisione dell’architettura di funzionamento delle Nazioni Unite, a partire dal Consiglio di Sicurezza, non possa prescindere dai principi di eguaglianza, democraticità, rappresentatività. Sarebbe un errore creare nuove gerarchie, con nuovi seggi permanenti. Siamo aperti a discutere la riforma senza alcun pregiudizio, ma vogliamo una riforma che serva a rappresentare meglio tutti, non a rappresentare meglio alcuni. 

Colleghi, delegati, signore e signori, è un tempo difficile quello nel quale siamo stati chiamati a governare le nostre Nazioni. Tutto intorno a noi sembra cambiare, tutto viene messo in discussione, e le poche certezze che pensavamo di avere non sono più tali. Il destino ci sfida, ma in fondo lo fa per metterci alla prova. Nella tempesta, noi possiamo dimostrare di essere all’altezza del compito che la storia ci ha dato. Dimostrarlo ai cittadini che governiamo, dimostrarlo ai nostri figli. Dimostrarlo a noi stessi, forse soprattutto a noi stessi, perché come diceva un grande patriota italiano, Carlo Pisacane, protagonista di quel Risorgimento che fece dell’Italia una Nazione unita, “ogni ricompensa la troverò nel fondo della mia coscienza”. 

Affrontare i problemi piuttosto che rinviarli, avanzare piuttosto che indietreggiare, preferire ciò che è giusto a ciò che è utile, questo è il nostro compito, difficile ma necessario. 

L’Italia, come sempre, è pronta a fare la sua parte. 

Grazie.

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UNGA, il punto stampa del Presidente Meloni a New York

Tuesday, 24 September 2024

INTRODUZIONE DEL PRESIDENTE MELONI 

Buonasera a voi, cerchiamo di fare il bilancio, anche se ancora non è finita questa nostra partecipazione all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Come avete visto sono accadute molte cose in questi ormai tre giorni. 

Abbiamo cominciato con una serie di incontri con alcuni degli esponenti di maggiore spicco del mondo delle aziende e dell'innovazione. Come avete visto abbiamo incontrato gli amministratori delegati di Motorola, di Google, di OpenAI, ovviamente anche Elon Musk, per affrontare e continuare a fare questo lavoro che stiamo facendo particolarmente sulla governance dell'intelligenza artificiale, ma anche per valutare opportunità di investimenti maggiori nella nostra Nazione. 

C'è poi tutta la parte che riguarda le Nazioni Unite che è iniziata ieri con l'intervento relativamente al Patto per il futuro, dove l'Italia, come sempre, ha tracciato le sue priorità, dal sostegno all'Ucraina passando per il lavoro che stiamo facendo nel tentativo di una de-escalation in Medio Oriente, la riforma del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, il governo dell'intelligenza artificiale, il lavoro che l'Italia sta portando avanti in Africa anche come spunto per un nuovo modello di cooperazione, il tema della lotta ai trafficanti di esseri umani.  Sono ovviamente tutte materie che torneranno anche nell'intervento che farò più tardi all'Assemblea Generale - chiaramente sarà più ampio, tratteremo anche la materia dell'America Latina. Insomma, le grandi questioni che l'Italia pone sono quelle che avete già sentito. 

Dopodiché, questa è un'occasione per incontrare molti leader e molti ne abbiamo incontrati. Abbiamo avuto una serie di incontri bilaterali con il Principe ereditario del Kuwait, con il Primo Ministro dell’Iraq, con il Presidente turco Erdogan, stamattina con il Presidente ucraino Zelensky, adesso con il Presidente argentino Milei, molti anche pull aside si dice in gergo, cioè incontri che avvengono anche a margine l'uno dell'altro, molto veloci. Chiaramente ci siamo concentrati parecchio sulla vicenda medio orientale, in queste ore ci preoccupa moltissimo la situazione libanese ma con tutte queste Nazioni abbiamo parlato anche dei nostri rapporti bilaterali. 

A margine di tutto questo lavoro avete visto si sono sviluppate anche altre iniziative, una di queste con il Presidente Biden, che ringrazio. Abbiamo partecipato a questa iniziativa della coalizione globale contro le droghe sintetiche, iniziativa su cui l'Italia, come sapete, è stata tra le prime Nazioni europee a muoversi e non è un caso che fossimo tra i partecipanti a questa iniziativa. 

Ieri avete visto il premio dell'Atlantic Council. Mancano solamente l'Assemblea Generale, e l'intervento nell'iniziativa organizzata per domani con le Nazioni che hanno sottoscritto accordi di sicurezza con l'Ucraina, al quale pure parteciperò seppure da remoto perché è stato spostato negli ultimi giorni. E quindi il bilancio è direi positivo di questi giorni, è stato un calendario parecchio intenso. Spero di non aver dimenticato nulla di quello che abbiamo fatto, ma in caso sono qui per le vostre domande. 

DOMANDE

Domanda: La scelta di non partecipare in presenza a questo importante incontro sul Ucraina è una scelta in qualche modo politica che mostra un graduale cambiamento di linea dell'Italia? 

Presidente Meloni: Ovviamente no, poi io capisco che si cerchi di sostenere tesi anche contro l'evidenza. L'incontro era previsto per oggi, chiaramente noi abbiamo tarato il nostro programma a New York anche sulla base di quell'incontro che è stato spostato su richiesta in particolare degli Stati Uniti a domani. Parteciperemo lo stesso e penso che al di là del tentativo di cercare di dimostrare cose che non sono dimostrabili, la posizione italiana non cambia e non stia cambiando come dimostra anche l'incontro che abbiamo avuto questa mattina con Volodymyr Zelensky, e penso che non sia neanche così utile per la Nazione che ha il pregio che tutti riconoscono al mondo della chiarezza e della sua determinazione nel sostenere l'Ucraina cercare di raccontare un'altra storia. Insomma, non dico per il Governo, lo dico per l'Italia che una volta tanto è considerata particolarmente in questa vicenda, una Nazione seria, affidabile che non cambia posizione in base a come cambia il vento. È qualcosa che ci riconoscono tutti e insomma penso che sia un elemento del quale tutti quanti dovremmo andare fieri. 

Domanda: Presidente, ieri Scholz ha parlato di un atto ostile nei confronti di Commerce Bank da parte di Unicredit, oggi il Ministro delle Finanze tedesco ha criticato sostanzialmente lo stile, il Consiglio di Sorveglianza della Banca non vuole la fusione, Bruxelles dice che le banche fanno bene a unirsi. Lei cosa dice? 

Presidente Meloni: Che non è una questione che riguarda il governo. Noi abbiamo un Mercato unico nell'Unione Europea, c'è il libero mercato, c'è un'azienda privata che sta facendo delle proprie scelte – banca - rispetto a un'altra e penso che non siano materie che riguardano il governo. Insomma, poi vedremo come andrà, e se possiamo coadiuvare soluzioni, aiutiamo a coadiuvarle, ma non è una materia sulla quale il governo è in nessun modo coinvolto. 

Domanda: Sul Libano ci sarà un’iniziativa dell’Italia?

Presidente Meloni: Sul Libano io credo che la grande sfida sia quella di - anche lì - arrivare in qualche maniera a un cessate il fuoco. Penso che Israele abbia come sempre il diritto a difendersi ma penso che una guerra su larga scala in Libano non convenga a nessuno quindi noi stiamo continuando a passare i nostri messaggi di moderazione, stiamo lavorando come sempre con i nostri alleati anche in qualità di Presidenti G7 e con loro dobbiamo valutare quali sono eventualmente le iniziative da portare avanti, ma ci sono delle interlocuzioni che si stanno muovendo, chiaramente partendo dalla necessità di fare tutti qualche passo indietro. Mi preoccupa la situazione. Qui alle Nazioni Unite ci siamo occupati molto anche della sicurezza dei nostri soldati. Voi sapete che noi abbiamo mille soldati impegnati nella missione UNIFIL e chiaramente con le Nazioni Unite, perché siamo nell'ambito di un'iniziativa delle Nazioni Unite, stiamo chiedendo all'organizzazione di concentrarsi sulla sicurezza di questi soldati.

Domanda: Sul tema di Elon Musk, è noto per le posizioni filotrumpiane. L’incontro di ieri è capitato in un momento molto delicato, rischia di incrinare [inaudibile]

Presidente Meloni: Assolutamente no, ho già risposto mille volte a queste domande, ho già spiegato mille volte che io non sono una sostenitrice dell'ingerenza straniera nelle questioni interne delle Nazioni sovrane. Non sono tra quei leader che pensano di avere la facoltà di dire a un cittadino che vive in un’altra Nazione cosa sia meglio per il suo futuro. Queste sono cose che piacciono tanto alla sinistra, a me non sono piaciute mai. E quindi la scelta di Elon Musk era la scelta di una, sicuramente delle personalità più interessanti del nostro tempo, una scelta che noi abbiamo fatto mesi fa ma non c'entra niente con la campagna americana. Mi pare che il tentativo di schierare l'Italia nella campagna americana sia soprattutto un tentativo italiano, ma non mi sembra particolarmente intelligente. 

Domanda: Io vorrei parlare di intelligenza artificiale visto che anche il Presidente Biden ha parlato a lungo della sfida dell’intelligenza artificiale e ha invocato regole dure. C’è stato il primo Consiglio di sicurezza proprio sull’intelligenza artificiale. È plausibile, è possibile ordinare delle globali regole sull’IA visto che non tutti hanno gli stessi obiettivi?   

Presidente Meloni: Facile sicuramente no, necessario assolutamente. E voglio dire che, rispetto a un intervento che io feci un anno fa all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite quando questo tema ancora non era presente in moltissimi interventi, aver sentito molti leader - ieri ascoltavo il presidente indiano Modi - che parlano della necessità oggi di una governance globale, l'intelligenza artificiale è anche frutto di un lungo lavoro che noi abbiamo fatto. È ovvio che non sarà facile mettere tutti d'accordo, è ovvio che sia una sfida estremamente complessa, però io credo che tutti si rendano conto dell'impatto che questa tecnologia può avere sul futuro delle società di ciascuno di noi, indipendentemente da chi detiene le migliori tecnologie o indipendentemente da chi ha più dati da processare. È una forte differenza nello scacchiere geopolitico. Tutti sappiamo che l'intelligenza artificiale dal rischio di creare nuovi focolai di crisi - come sempre quando c'è una tecnologia che crea un vantaggio competitivo fondamentale - fino all'impatto nel mercato del lavoro, fino all'impatto che può avere sulle democrazie, è una tecnologia che rischia di cambiare completamente le nostre società. E quindi è qualcosa su cui, a partire dalle Nazioni Unite che dovrebbe essere il luogo nel quale si arriva a una soluzione condivisa, occorre continuare a lavorare. L'Italia ha fatto la sua parte, lei avrà visto i nostri outcomes, i risultati del nostro G7: abbiamo lavorato soprattutto sulla capacità delle aziende che sviluppano l'intelligenza artificiale di aderire volontariamente a un codice di condotta, che era stato preventivamente stabilito nel G7 a guida giapponese, e abbiamo immaginato un logo che consente anche al consumatore di riconoscere che cosa sta usando quando usa l'intelligenza artificiale, così come la nostra ministeriale sul lavoro come lei sa è concentrata particolarmente sull'impatto nel mercato del lavoro. C'è un piano d'azione che abbiamo messo insieme con i paesi del G7. Quindi, noi la nostra parte la stiamo facendo, chiaramente non possiamo risolverlo da soli, bisogna allargare il più possibile il fronte. 

Domanda: Presidente una domanda veloce. I soldati in Libano [non audibile]

Presidente Meloni: Non ho avuto contatti con Trump o con potenziali membri della sua amministrazione in questa missione. Per quello che riguarda il tema del Libano, io penso che siano molto preziosi i nostri soldati. In Libano penso che siano - come tutti sanno -rispettati da tutti e penso che chiaramente possano avere anche un ruolo importante una volta che, come speriamo … c'è sì la parte più drammatica che stiamo vivendo in questi giorni, dopodiché anche queste non sono iniziative che l'Italia prende autonomamente, sono valutazioni che vanno fatte in seno alle Nazioni Unite, in questo particolare caso, e con i propri alleati. 

Domanda: Presidente, ieri ha dato la sveglia all'Occidente nel suo discorso e oggi parlerà all’Assemblea Generale. Ha sentito il Presidente Biden e prima ancora il Segretario generale Guterres: dei loro discorsi, cosa l'ha impressionata di più probabilmente e cosa magari cercava in quei discorsi che non ha trovato? 

Presidente Meloni: Non mi metto a fare l'esegesi o la critica dei discorsi degli altri. Posso dire che mi pare, dai principali interventi che abbiamo sentito stamattina, che quest'anno il tema sia la riforma del Consiglio di sicurezza. È questa la materia sulla quale un po' si è consumato e si consuma il grande dibattito. Anche l'Italia ha tenuto una posizione chiara, voi l'avete visto, lo ribadiremo anche stasera. Assolutamente il multilateralismo funziona se ha organismi che funzionano, però proprio per questo non bisogna rischiare di fare delle riforme che servono in realtà o a creare nuove gerarchie o ad accontentare qualcuno e magari escludere i più. Per cui noi non siamo favorevoli a nuovi seggi permanenti nel Consiglio di sicurezza dell'ONU, siamo invece favorevoli a qualsiasi riforma che possa effettivamente far sentire tutti quanti più coinvolti. Una delle proposte è quella che riguarda la possibilità di indicare nuovi seggi regionali a rotazione: consentirebbe di rappresentare tutti. Quindi noi stiamo facendo la nostra parte, siamo aperti alla riforma, ne stiamo parlando. Ovviamente è una lunga negoziazione, però bisogna guardare all'obiettivo. L'obiettivo non è semplicemente accontentare qualcuno, l'obiettivo è rendere l'organizzazione più aperta, più trasparente, più capace di coinvolgere tutti gli Stati. 

Domanda: Sul piano del Presidente Zelensky che aspettative ha?

Presidente Meloni: Io ho sempre grandi aspettative sul popolo ucraino. Se avessi dovuto fidarmi di quello che veniva raccontato, un po' dalla propaganda russa, un po' anche da chi ci crede nella propaganda russa, le cose non sarebbero andate come vediamo, no? Io sento un continuo parlare che la Russia ha già vinto, la Russia sta vincendo, dopodiché di fronte a un conflitto nel quale le forze in campo erano in maniera drammatica squilibrate e a un tentativo che - ricordiamo - nei piani iniziali del Presidente russo era quello di una guerra  lampo per invadere Kiev, mi pare che le cose non siano andate così. Mi pare che oggi nessuno prende in considerazione l'ipotesi che la Russia invada Kiev. Mi pare che, come ho raccontato molte volte, in un anno di guerra, a fronte anche di perdite molto significative da parte russa, siamo passati dal controllo russo in territorio ucraino del 17,3 al 17,5. Quindi mi pare che gli ucraini ci hanno finora stupito. Chiaramente l'hanno potuto fare anche grazie all'aiuto dei Paesi che hanno dato una mano proprio perché ci fosse un riequilibrio delle forze in campo. Però, obiettivamente, secondo me molti li hanno spesso sottovalutati. 

Domanda: Presidente, come sono andate gli incontri di domenica con i colossi della tecnologia su possibili investimenti in Italia? 

Presidente Meloni: Mi pare che ci siano molti spunti sui quali si può efficacemente lavorare. Molte di queste aziende, come lei sa, già investono in Italia, io sto cercando di capire quali possano essere gli elementi sui quali l'Italia è maggiormente attrattiva. Per esempio, sul tema di tutto quello che riguarda l'ingegneristica, noi siamo considerati assolutamente un punto di riferimento. Quello che posso dirle che vedo è che, da parte di queste grandi aziende, ma non solo delle grandi aziende dell’high-tech e delle grandi aziende dell'innovazione, si vede che c'è un ambiente favorevole agli investimenti e quindi c'è assolutamente positività. Sono ottimista. Non mi faccia dire di più perché sono cose sulle quali prima i risultati si portano a casa e poi eventualmente se ne parla ma, insomma, vedremo anche questo, lo vedremo nel futuro. 

Domanda: Resto sull’economia. Il settore automotive è un po' in difficoltà nel nostro Paese: lavoratori di Stellantis sono preoccupati, hanno proclamato lo sciopero per il 18 ottobre. Il Governo resta attore su Stellantis o intende intervenire in qualche maniera?

Presidente Meloni: No, il governo ovviamente farà la sua parte come l'ha sempre fatta, soprattutto per aiutare questi lavoratori, anche dialogando con Stellantis, a patto che le proposte che si portano siano proposte che sono favorevoli per gli interessi italiani. Questa è forse la grande novità nel rapporto con queste grandi aziende che il Governo ha cercato di introdurre. Quindi c'è un confronto che è sicuramente franco. Ci sono iniziative che il governo ha portato avanti - il tema degli incentivi piuttosto che - e poi chiaramente chiediamo che, quando si ha un'interlocuzione, lo si faccia anche immaginando quello che è l'interesse della politica. E l'interesse della politica è difendere i suoi siti produttivi, difendere i lavoratori. Dopodiché, io ho detto all'Assemblea di Confindustria - e ripeto - che sul tema dell'auto credo che anche con il mondo proprio industriale italiano, non solamente italiano ma direi europeo e occidentale, una valutazione su come sta evolvendo il rapporto con l'auto prima o poi si debba fare, perché rischiamo di essere convinti di vivere in un mondo che è cambiato. 

Domanda: Sulla cittadinanza sta arrivando la proposta di legge di Forza Italia che vedremo giovedì ed è stato raggiunto il quorum delle firme per il referendum. È disponibile a valutare questa proposta? 

Presidente Meloni: Quella di Forza Italia non la conosco. Per quello che riguarda la proposta sulla quale sono state raccolte le 500.000 firme, che propone di dimezzare i tempi per l'ottenimento della cittadinanza, io penso che il termine dei 10 anni sia un termine congruo. Penso che l'Italia abbia una ottima legge sulla cittadinanza e penso che questo sia dimostrato dal fatto che siamo tra le Nazioni europee che concedono ogni anno il maggior numero di cittadinanze agli stranieri e quindi non ne ravvedo la necessità. Poi, se c'è un referendum, quella è democrazia: lì devono decidere gli italiani e diventa tutta un'altra materia. Io sempre rispetto di quello che gli italiani decidono. 
Alex chiudiamo. Ci vuole una di quelle domande colorate!

Domanda: Lei allo speech dell'Atlantic Council, ha dichiarato la sua passione per Michael Jackson. Io le vorrei chiedere qualcosa in più su quello.

Presidente Meloni: Potrei parlarle ore di Michael Jackson, perché io sono stata una grandissima fan di Michael Jackson. Immagino che questo interessi tantissimo la gente che ci ascolta ma non scherzavo quando ieri ho detto “My English teacher”, perché io ho cominciato a cimentarmi con l'inglese per tentare di capire cosa dicessero i testi di queste canzoni. Quindi lo ringrazierò a lungo per avermi aiutato a parlare dignitosamente l'inglese. La mia preferita è Man in the Mirror, quella che ho citato ieri.
 

24 September 2024

UNGA: President Meloni meets with the President of the Argentine Republic

The President of the Council of Ministers, Giorgia Meloni, met with the President of the Argentine Republic, Javier Milei, in New York today, in the margins of the UN General Assembly. The meeting focused on the common will to strengthen bilateral relations and, in light of this, the two leaders agreed to look into the possibility of a visit to Argentina in the margins of the G20 Summit in Brazil in November.

24 September 2024

UNGA: President Meloni meets with the Prime Minister of Iraq

The President of the Council of Ministers, Giorgia Meloni, met with the Prime Minister of Iraq, Mohammed Al Sudani, in New York today. The two leaders discussed bilateral relations, reaffirming the common will to build a strategic partnership between the two nations in all areas, from political to economic collaboration, from security to cultural cooperation.

24 September 2024

UNGA, il Presidente Meloni incontra il Presidente della Repubblica argentina

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato oggi a New York a margine dei lavori dell’Assemblea Generale dell’Onu, il Presidente della Repubblica argentina, Javier Milei. Il colloquio si è concentrato sulla comune volontà di rafforzare le relazioni bilaterali e in quest’ottica i due Leader hanno concordato di lavorare per verificare la possibilità di una visita in Argentina a margine del G20 del Brasile del prossimo novembre.

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President Meloni's speech at the Summit of the Global Coalition to Address Synthetic Drug Threats

Tuesday, 24 September 2024

Mr President, Dear Colleagues,

I wish to thank President Biden for promoting this meeting, which is an integral part of the wider action of the Global Coalition to Address Synthetic Drug Threats. Italy is an active party, and pursues the commitments undertaken within all multilateral contexts, starting with the G7. We oppose the use of drugs, and we will never believe there is a right to use drugs. Instead, there is a duty to act before these substances can cause irreparable damage. We are certain of the increasing need to convey clear messages: drugs destroy people's lives; all drugs are harmful and those who claim the opposite deceive people; institutions must do whatever they can to fight against the production and trafficking of drugs, invest in prevention, and support those who engage in treatment and rehabilitation efforts.

The Italian Government has strengthened its commitment to countering synthetic drugs, adopting a specific National Prevention Plan against the diverted misuse of fentanyl and other synthetic opioids. We have devised an all-round strategy, focussing on specific lines of action: informing at-risk categories and raising their awareness; procuring antidotes, and standardising laboratory procedures; enhancing controls to keep this drug out of the territory and prevent its non-medical use; monitoring the web and activating emergency services in the event of an overdose. Prevention – notably early prevention – remains our point of departure. Along with the need to network, because only by networking can we join efforts and encourage the flow of information to protect our citizens’ lives. In fact, we rank among the first European Nations taking such an initiative, and we can only be proud of this.

We are equally proud that this commitment was shared by the G7. We adopted a joint declaration reaffirming our willingness to strengthen international efforts to crack down on drug trafficking, seize the illicit proceeds from drug dealing and prevent addictions, primarily among young people. We also urged all Nations affected by drug threats to take appropriate measures against suppliers of precursor chemicals used to manufacture synthetic drugs. In short, a multidimensional and multi-level commitment, consolidated over time through good practices. I am referring to the National Early Warning System for Drugs, activated in 2009 by the Italian Department for Anti-Drug Policies and operating with the EU Drugs Agency's Alert System and the mechanisms put in place by individual EU Nations.

On the one hand, the System quickly identifies phenomena potentially dangerous to public health, linked to the spread of new drugs and new consumption patterns. On the other hand, it conveys alerts involving health-protection and promotion structures in charge of activating any required measures. I am also referring to the know-how and the expertise that the Central Directorate for Anti-Drugs Services and the network of Italian prosecutors, driven by our National Anti-Mafia Directorate, have provided to police forces and judicial authorities in the Nations most affected by drug trafficking, within a cooperation framework, particularly effective in Latin America. 

Preventing and networking. This is the winning formula, both inside and outside national borders.

I welcome President Biden's proposal and announce Italy's willingness to share its expertise to work together on a Joint Action Plan on early warning systems on trafficking and consumption of synthetic drugs, including fentanyl.

We look forward to getting down to work, since the challenge ahead of us is the greatest of all. Those who operate in the field of addictions, both in terms of prevention and rehabilitation, remind us that when you treat a disease you either win or lose, but when you treat a person, you can only win.

Thank you.

 

24 September 2024

President Meloni at Summit of the Global Coalition to Address Synthetic Drug Threats

The President of the Council of Ministers, Giorgia Meloni, delivered a speech today at the summit of the Global Coalition to Address Synthetic Drug Threats in New York.

24 September 2024

President Meloni at Summit of the Global Coalition to Address Synthetic Drug Threats

The President of the Council of Ministers, Giorgia Meloni, delivered a speech today at the summit of the Global Coalition to Address Synthetic Drug Threats in New York.

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Intervento del Presidente Meloni al Vertice della coalizione globale per affrontare le minacce delle droghe sintetiche

Tuesday, 24 September 2024

A seguire la traduzione di cortesia in italiano.

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Mr President, Dear Colleagues,

I wish to thank President Biden for promoting this meeting, which is an integral part of the wider action of the Global Coalition to Address Synthetic Drug Threats. Italy is an active party, and pursues the commitments undertaken within all multilateral contexts, starting with the G7. We oppose the use of drugs, and we will never believe there is a right to use drugs. Instead, there is a duty to act before these substances can cause irreparable damage. We are certain of the increasing need to convey clear messages: drugs destroy people's lives; all drugs are harmful and those who claim the opposite deceive people; institutions must do whatever they can to fight against the production and trafficking of drugs, invest in prevention, and support those who engage in treatment and rehabilitation efforts.

The Italian Government has strengthened its commitment to countering synthetic drugs, adopting a specific National Prevention Plan against the diverted misuse of fentanyl and other synthetic opioids. We have devised an all-round strategy, focussing on specific lines of action: informing at-risk categories and raising their awareness; procuring antidotes, and standardising laboratory procedures; enhancing controls to keep this drug out of the territory and prevent its non-medical use; monitoring the web and activating emergency services in the event of an overdose. Prevention – notably early prevention – remains our point of departure. Along with the need to network, because only by networking can we join efforts and encourage the flow of information to protect our citizens’ lives. In fact, we rank among the first European Nations taking such an initiative, and we can only be proud of this.

We are equally proud that this commitment was shared by the G7. We adopted a joint declaration reaffirming our willingness to strengthen international efforts to crack down on drug trafficking, seize the illicit proceeds from drug dealing and prevent addictions, primarily among young people. We also urged all Nations affected by drug threats to take appropriate measures against suppliers of precursor chemicals used to manufacture synthetic drugs. In short, a multidimensional and multi-level commitment, consolidated over time through good practices. I am referring to the National Early Warning System for Drugs, activated in 2009 by the Italian Department for Anti-Drug Policies and operating with the EU Drugs Agency's Alert System and the mechanisms put in place by individual EU Nations.

On the one hand, the System quickly identifies phenomena potentially dangerous to public health, linked to the spread of new drugs and new consumption patterns. On the other hand, it conveys alerts involving health-protection and promotion structures in charge of activating any required measures. I am also referring to the know-how and the expertise that the Central Directorate for Anti-Drugs Services and the network of Italian prosecutors, driven by our National Anti-Mafia Directorate, have provided to police forces and judicial authorities in the Nations most affected by drug trafficking, within a cooperation framework, particularly effective in Latin America. 

Preventing and networking. This is the winning formula, both inside and outside national borders.

I welcome President Biden's proposal and announce Italy's willingness to share its expertise to work together on a Joint Action Plan on early warning systems on trafficking and consumption of synthetic drugs, including fentanyl.

We look forward to getting down to work, since the challenge ahead of us is the greatest of all. Those who operate in the field of addictions, both in terms of prevention and rehabilitation, remind us that when you treat a disease you either win or lose, but when you treat a person, you can only win.

Thank you.

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Signor Presidente, cari colleghi,

ringrazio il Presidente Biden per aver promosso quest’incontro, che è parte integrante della più ampia azione della Coalizione globale contro le minacce provenienti dalle droghe sintetiche. L’Italia è parte attiva, e porta avanti gli impegni assunti in tutti i contesti multilaterali, a partire dal G7. Siamo contro l’uso di droghe, e non crederemo mai che esista un diritto all'uso di sostanze stupefacenti. Esiste, invece, il dovere di agire prima che queste sostanze provochino danni irreparabili. Siamo convinti che sia sempre di più necessario lanciare messaggi chiari: la droga distrugge la vita delle persone; tutte le droghe fanno male e chi sostiene il contrario sta ingannando le persone; le Istituzioni devono fare tutto ciò che possono per combattere la produzione e il traffico di droga, investire nella prevenzione e sostenere chi si adopera nell’azione di cura e recupero. 

Il Governo italiano ha rafforzato il suo impegno per contrastare le droghe sintetiche, adottando uno specifico Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio del fentanyl e degli altri oppioidi sintetici. Abbiamo elaborato una strategia a 360° gradi, che si focalizza su specifiche direttrici di azione: informare e sensibilizzare le categorie a rischio; approvvigionarsi di antidoti e standardizzare le procedure dei laboratori; potenziare i controlli per non fare entrare la sostanza nel territorio ed evitarne un uso non sanitario; monitorare il web e attivare i servizi di urgenza in caso di overdose. La prevenzione, soprattutto quella precoce, rimane il nostro punto di partenza. Assieme alla necessità di fare rete, perché solo facendo rete è possibile unire gli sforzi e promuovere il flusso di informazioni per proteggere la vita dei nostri cittadini. Siamo infatti tra le prime Nazioni in Europa ad aver intrapreso una tale iniziativa, e di ciò non possiamo che essere orgogliosi.

Siamo altrettanto orgogliosi che quest’impegno abbia trovato condivisione in ambito G7. Abbiamo adottato una dichiarazione congiunta nella quale si ribadisce la volontà di consolidare gli sforzi in ambito internazionale per stroncare il traffico di droghe, sequestrare i proventi illeciti derivanti dallo spaccio e prevenire la diffusione della dipendenza, soprattutto tra i giovani. Abbiamo anche rivolto un appello a tutte le Nazioni interessate dalla minaccia delle droghe affinché adottino adeguate misure contro i fornitori dei precursori chimici che servono per produrre le droghe sintetiche. Insomma, un impegno multidimensionale e a più livelli, consolidato nel tempo attraverso diverse buone pratiche. Mi riferisco al Sistema nazionale di allerta rapida per le droghe, attivato fin dal 2009 dal Dipartimento italiano per le politiche antidroga e che opera in connessione con il Sistema di allerta dell’Agenzia europea sulle droghe e i sistemi implementati dai singoli Paesi UE.

Da un lato, il Sistema individua in modo celere i fenomeni potenzialmente pericolosi per la salute pubblica, correlati alla comparsa di nuove droghe e nuove modalità di consumo; dall’altro, trasmette segnalazioni di allerta che coinvolgono le strutture destinate alla tutela e alla promozione della salute, e responsabili dell’eventuale attivazione di misure necessarie. Penso anche all’esperienza e al know-how che la Direzione centrale per i servizi antidroga e la rete dei magistrati italiani, con l’impulso della Direzione nazionale antimafia, mettono a disposizione delle Forze di polizia e delle autorità giudiziarie delle Nazioni più interessate dal narcotraffico, in un quadro di collaborazione che è particolarmente efficace in America Latina.

Prevenire e fare rete. Questa è la formula vincente, dentro e fuori i confini nazionali.

Accolgo la proposta del Presidente Biden e annuncio la volontà dell’Italia di mettere a disposizione la propria esperienza per elaborare insieme un Piano d’azione congiunto sui meccanismi di allerta precoce sul traffico e il consumo delle droghe sintetiche, fentanyl incluso.

Non vediamo l'ora di metterci al lavoro, perché la sfida che ci attende è la più grande di tutte. Ce lo ricorda chi si occupa di dipendenze, sia sul piano della prevenzione che del recupero: quando curi una malattia puoi vincere o perdere, ma quando curi una persona puoi solo vincere.

Grazie.
 

24 September 2024

UNGA: President Meloni meets with Head of the Interim Government of Bangladesh

In the margins of the high-level week of the 79th United Nations General Assembly, the President of the Council of Ministers, Giorgia Meloni, met today with the Head of the Interim Government of Bangladesh, Prof. Muhammad Yunus. During the meeting, President Meloni expressed Italy’s support for the reform process in Bangladesh and the main goal of improving the population’s social and economic conditions.

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