04 July 2023

Concessioni demaniali marittime, seconda riunione del Tavolo tecnico

Si è svolta questa mattina a Palazzo Chigi la seconda riunione del Tavolo tecnico consultivo in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali, istituito ai sensi del decreto-legge 198 del 2022.
Alla riunione, che si è tenuta in un clima proficuo e collaborativo, hanno partecipato i rappresentanti dei ministeri competenti, delle regioni, delle associazioni di categoria rappresentative del settore. 
 

04 July 2023

Conferenza ECR "Il futuro dell'Unione Europea"

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, partecipa alla Conferenza ECR "Il futuro dell'Unione Europea".

04 July 2023

Incontro con il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica di Polonia

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, incontra il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica di Polonia, Mateusz Morawiecki.

Messaggio del Presidente del Consiglio per l’Assemblea Annuale 2023 di ANIA

Tuesday, 4 July 2023

Il messaggio del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per l’Assemblea Annuale 2023 di ANIA

Buongiorno a tutti,
è per me un piacere portare il mio saluto all’Assemblea 2023 dell’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici. Ringrazio e saluto la Presidente di ANIA Farina, il Presidente dell’IVASS Signorini, il Ministro Urso, le Autorità e tutti i rappresentanti del mondo economico, produttivo, finanziario e assicurativo presenti oggi.
Il vostro settore ricopre un ruolo strategico nella società e nella crescita sostenibile di un’economia. L’assicurazione è una componente essenziale della pianificazione finanziaria di una famiglia o di un’azienda, consente di mitigare le perdite e promuove la stabilità finanziaria e le attività commerciali, che a loro volta si traducono in crescita economica e sviluppo. Da questo punto di vista il settore assicurativo provvede a raccogliere quote consistenti di risparmio di famiglie e imprese, che poi investe per garantire la stabilità dell’intero sistema. Per questo, è necessario che il funzionamento dell’intero settore sia sempre ispirato ai principi di trasparenza, solidità sistemica e garanzia dei diritti degli assicurati. È condizione essenziale di credibilità e garanzia per l’intero settore, e prima di tutto dei diritti degli assicurati, che la delicata attività di raccolta del risparmio e copertura assicurativa siano sinonimo di tranquillità e sicurezza, non di speculazione. Fondamentale il ruolo delle Autorità di settore, che devono cogliere immediatamente eventuali gestioni avventurose o espressione di smodata aggressività di mercato o non adeguatamente prudenti ed avvedute sul piano sistemico. 
In questo senso è necessario anche che le risorse raccolte dalle compagnie assicuratrici siano convogliate verso utilizzi coerenti con le finalità di tale tipo di risparmio, con un orizzonte di investimento e un livello di rischio funzionali ad assicurare la stabilità nel medio e lungo termine delle gestioni. In questo quadro, il risparmio raccolto deve essere destinato a supporto dell’economia reale, non come mera posta finanziaria per l’alimentazione di attività speculative di breve momento e di elevata rischiosità, del tutto incompatibili con le esigenze di stabilità degli assicurati.
L’auspicio è che il livello di investimento delle compagnie di assicurazione in titoli di Stato garantisca adeguato finanziamento per politiche di investimento di interesse pubblico e di lungo periodo, evitando i rischi connessi con le eccessive turbolenze di prodotti finanziari diversi o complessi. La sostenibilità dimostrata dal debito pubblico italiano, espressa da indicatori macroeconomici sensibilmente positivi e da una consolidata stabilità di mercato, costituisce la migliore garanzia di solidità per questo genere di investimento.
Il Governo intende collaborare con il settore assicurativo per sviluppare un modello sempre più capace di mettere al centro le persone e sempre più distante da logiche predatorie o semplicemente finanziarie. Da questo punto di vista riteniamo importante promuovere l’educazione finanziaria e all’investimento assicurativo ad ogni livello sociale e valorizzare, anche all’interno della delega fiscale, quelle forme di risparmio e di coperture assicurative in grado di garantire prestazioni fondamentali per la cura della persona, con particolare attenzione agli anziani e alle persone più fragili.

Queste sono solo alcune delle sfide che abbiamo davanti. Il Governo considera il settore assicurativo un prezioso alleato: le vostre proposte e le vostre idee per migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini saranno sempre le benvenute. Noi ci faremo sempre trovare aperti all’ascolto e contiamo sul vostro impegno, sulle vostre competenze e sulle vostre capacità.

Buon lavoro a tutti. 
 

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President Meloni’s doorstep upon arrival at the European Council meeting of 29-30 June

Thursday, 29 June 2023

Question: Good morning President Meloni. What are you expecting from this summit? On the migrant issue, we know about the step change regarding external borders, but will there also be resources on the Central Mediterranean and North Africa?
President Meloni: Overall, with regard to the European Council meeting, we believe that the Conclusions are an excellent starting point. On migration, Tunisia, flexibility in using funds, with regard to economic matters and the first steps towards a European Sovereignty Fund, Italy’s positions are there, so, I shall say it again, the draft of the Conclusions appear to me to be absolutely satisfying for us to start with (then we will see how it turns out). 

With regard to migration, I don’t have to remind you that what is written today in the Council Conclusions was probably unthinkable eight months ago. We really have managed to change the point of view, also with the help of other nations, from the long-standing division between countries of first arrival and countries of secondary movement to the united approach that resolves everyone’s problem: the external dimension approach.

Tunisia. The fact that there is a paragraph dedicated to Tunisia, not in the migration section but in the external relations section, says something important: it says something about the idea of strategic partnership with North African countries. For us, this is a very important step change regarding Europe’s role in the Mediterranean, which Italy has been advocating in these months.

With regard to resources, this is, of course, one of our major challenges. Initial steps are undoubtedly now being made; we’ll see how the agreement with Tunisia moves forward, but I believe this issue regards above all the revision of the multiannual budget, as I said yesterday. Italy has sent a paper, as you know, in which it basically asks for above all two things in the multiannual budget revision: that instability in North African countries, and therefore the Mediterranean, be taken into account, in reply to your question; and, given the rising rates, that NextGenerationEU debt be considered bearing in mind the different context. However, this debate is still ongoing.

[Courtesy translation]

Question: President Meloni, with regard to the situation with mortgages on the other hand, which is of concern to very many Italians, yesterday you were very clear on the ECB’s rates.
President Meloni: I have already said what I think about the ECB’s strategy. With regard to mortgages, the Government had already taken action. This is a major issue that we have been sensitive to from the very beginning. As you will remember, in our budget law we have envisaged a regulation to give everyone the possibility to convert their variable-rate mortgage into a fixed-rate mortgage, without this therefore being at the discretion of individual credit institutions. More needs to be done. This is one of the issues I am discussing in particular with the Economy Minister, especially given the choices being pursued. This is one of those issues on which the Government’s commitment must be daily.    

[Courtesy translation]

Question: [inaudible] 
President Meloni: In my view, it shouldn’t be interpreted politically regarding the matter with [Minister of Tourism] Santanchè who, as you know, will be addressing Parliament on Wednesday and that is when she will clarify her position. 
All the best with your work.
 [Courtesy translation]

Question: [inaudible] 
President Meloni: As you know, it is actually not mentioned in the Conclusions of the Council. I perfectly understand the points of view of nations who have different problems with migration, but I think that the agreement that was found was a balanced one. That’s why Italy [supports] it. 

Question: [inaudible] 
President Meloni: We will see if they pose it at the Council, but actually, as you know, it’s not mentioned in the Conclusions. We will see. It is up to the discussion.

Question: €12 miliardi da spendere [inaudible]. Secondo lei, questo è abbastanza o è necessaria una somma maggiore? 
[€12 billion to be spent [inaudible]. Do you think this is enough or is a greater sum needed?]
President Meloni: Penso che sarebbe un ottimo punto di partenza, che sia un ottimo punto di partenza, soprattutto se quelle risorse si concentrano sul Mediterraneo dove finora non sono state concentrate. Penso che il tema non sia solo migratorio. 
[I think that it would be an excellent starting point, that it is an excellent starting point, especially if those resources are focused on the Mediterranean where they haven’t been until now. I do not think this is only a migration issue.]
Do you want me to do it in English? 
He was asking if the proposal of the Commission of € 12 billion about migration could be enough and I was telling him that it is important to understand that we need money to solve this problem, which have not to be spent only on the security level. We need cooperation, moreover with the Mediterranean countries, the African countries, and that is what I am working on, with strategic partnerships, for I think that, for example, about energy (and that is what Italy is working on), Europe has a problem with energy, of sources, Africa is maybe a great producer of energy. We can put the things together, we can try to help them with investments, producing energy for themselves but also to help us, and tie each other. And that is the strategic project on which Italy is working. So, we will work on the money, I mean it is up to the discussion also for the budget of the next years, we will see what the other countries say, but it is a strategic point of the foreign policy of the European Union. 

Sarebbe un buon punto di partenza [It would be a good starting point].

Question: [inaudible] Foreign Minister said that he expected to have a deal with Tunisia yesterday [inaudible]
President Meloni: It is happening simply that we are going deep in a work which in my opinion is quite important. We signed already, as you know, a common declaration; we are working to do steps ahead, not only about migration but also helping Tunisia in this difficult moment. So, no problem if we need days or weeks more; the problem is the goal and that is what we are working on. 
Thank you very much.

03 July 2023

Il Presidente Meloni interviene all'Assemblea Generale di Assolombarda 2023

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento all'Assemblea Generale di Assolombarda 2023 a Milano.

03 July 2023

Soppressione dell'Unità e subentro del Ministero della Salute

A decorrere dal 1° luglio 2023, così come stabilito dall'art. 2 c.2 del dl n. 24/2022 e successivi aggiornamenti, l'Unità per il completamento della campagna vaccinale e per l’adozione di altre misure di contrasto alla pandemia è soppressa. Il Ministero della salute subentra nelle funzioni e in tutti i rapporti attivi e passivi facenti capo alla stessa.

Il Presidente Meloni interviene all'Assemblea Assolombarda 2023

Monday, 3 July 2023

Buongiorno a tutti, è per me un grande piacere essere qui oggi e avere l'opportunità di confrontarmi con la vostra Associazione, che come è stato detto e come anche io ribadisco, rappresenta il cuore produttivo della Lombardia e dell'Italia, essere qui in presenza, perché tenevo a essere qui in presenza.
Sfortunatamente non potrò fermarmi a lungo ma voglio salutare e ringraziare il Presidente Spada, il Presidente Bonomi, il Presidente Fontana, il Sindaco Sala, il Presidente La Russa, i tanti colleghi, ma voglio soprattutto salutare e ringraziare i tanti operatori economici che siedono in questa sala, in una cornice obiettivamente altamente simbolica che è quella di questo Hub tecnologico del gruppo Camozzi.
Io ho scelto di venire qui questa mattina, di esserci in presenza, perché penso che sia doveroso sottolineare l'importanza dell'Industria manifatturiera italiana a livello europeo, a livello mondiale, che è trainata dalle imprese del settore che operano nella città metropolitana di Milano, nelle province di Lodi, Pavia, Monza e Brianza che sono rappresentate da Assolombarda.
Se i numeri del settore sono dei numeri incontrovertibili, quelli dei territori rappresentati da Assolombarda sono addirittura sorprendenti. E nonostante questi numeri e questi risultati noi assistiamo ancora una tendenza inspiegabile dal mio punto di vista, a sminuire il portato dell'Industria italiana, mentre ad esempio si elevano a punto di riferimento realtà esterne ai nostri confini nazionali dalle quali però dal mio personale punto di vista non avete nulla da imparare. Semmai qualcosa potresti avere da insegnare. E guardate non parlo a caso, io penso ad esempio che non si possa non considerare la capacità di ripresa che c'è stata nel post pandemia da parte delle nostre imprese, rispetto a quello che è accaduto in altre economie che storicamente vengono considerate più performanti della nostra.
Una capacità di ripresa che oggi ci consegna un'economia italiana in crescita oltre le aspettative, con una stima di previsione al rialzo del PIL al +1,2% nel 2023, una crescita superiore alla media europea, superiore a quella delle principali economie continentali, + 0,7 stimato per la Francia, + 0,2 stimato quando va bene per la Germania, in poche parole noi stiamo dimostrando un’affidabilità maggiore rispetto al resto dell'Eurozona. Per non parlare dei dati sull'occupazione, con il record di contratti stabili, con il tasso di disoccupazione ai minimi dal 2009, come è stato certificato proprio pochi giorni fa dall’Istat.
Io sono fiera del lavoro che questo governo sta facendo, ma ho anche il senso della misura e so che questi risultati non si devono al governo, questi risultati, questo piccolo miracolo, si devono al vostro lavoro ed è la ragione per la quale continuo a non comprendere questo tentativo, questa tendenza di sminuire i risultati della nostra Nazione che però purtroppo è abbastanza congenito della nostra mentalità. Il motivo per cui ne parlo non è che a ciascuno dispiaccia non veder riconosciuti i propri sforzi, il motivo per cui ne parlo è che io credo che questo atteggiamento sia autodistruttivo, che sia un atteggiamento che ci penalizza, che ci indebolisce e penso che vada combattuto,
Allora il mio compito con il vostro aiuto è spezzare questa narrazione, ripartire dal valore del nostro modello industriale, dalla consapevolezza di quello di cui questa Nazione è capace, orgoglio, ottimismo, fiducia, è quello di cui abbiamo bisogno, e io ho tutti e tre.
Ho l’orgoglio di guidare questa Nazione, ho l’ottimismo sul fatto che con intelligenza e buona volontà possiamo fare persino meglio, e sono fiduciosa che il declino si possa invertire, perché come mi è già capitato di dire in passato, il declino non è un destino, è una scelta.
Quello che serve è capire quali sono le sfide su cui si gioca il futuro dell’Italia produttiva, il futuro dell’Europa produttiva, prevenire i rischi che si corrono, riconoscere gli errori che sono stati commessi in passato. Su tutto questo posso garantirvi che il governo ha le idee chiare e lavora a livello nazionale ed europeo a 360 gradi.
La dimensione europea, ringrazio il Presidente Spada per averla messa al centro di questa Assemblea, e internazionale, è centrale è perché noi viviamo in un quadro globale, quel quadro è in continuo mutamento.
Stiamo affrontando i processi epocali di transizione digitale, energetica e ambientale delle nostre economie, nuove logiche e nuovi assetti dei mercati globali, una nuova fase della storia della politica industriale in un’epoca di cambiamento del quadro geopolitico al quale eravamo disabituati. 
La buona notizia è che l’Italia vive un’inedita fase di stabilità politica, e che l’Europa anche in risposta a quello che stanno facendo gli altri attori globali, penso alla Cina, agli Stati Uniti, sembra progressivamente, seppure lentamente, aprire gli occhi e prendere coscienza di quale debba essere il suo ruolo. Perché qualcosa non ha funzionato, non possiamo nascondercelo. Qualcosa non ha funzionato se il primo embrione dell’unificazione europeo si chiamava CECA, Comunità economica del carbone e dell’acciaio, cioè nasceva per mettere in relazione e coordinare il lavoro che le Nazioni facevano sull’approvvigionamento energetico e sull’ approvvigionamento di materie prime, e oggi quando sono arrivati i primi shock noi abbiamo scoperto che quello su cui eravamo più esposti in assoluto era l’approvvigionamento energetico e l’approvvigionamento di materie prime.
Qualcosa non ha funzionato.
Oggi finalmente si torna a parlare di catene di approvvigionamento fondamentali, di controllo dei propri asset strategici, di autonomia strategica, questa consapevolezza c’è finalmente e anche un ruolo geopolitico che l’Europa deve giocare.
Questo ci ricorda che noi siamo in un periodo di crisi, però le crisi sono anche sempre un’occasione.
Del resto la parola crisi viene dal greco crisis, scelta, decisione. La crisi impone di scegliere, scegliere è il sale della politica, questo è il tempo della politica, di una politica che deve tornare a essere autorevole, centrale, capace di indicare una rotta e di assumersi la responsabilità della rotta che indica.
Quella politica ha bisogno di accompagnare l’Italia e l’Europa verso un nuovo modello di relazioni economiche che si sta materializzando, penso all’Inflation Reduction Act, veniva citato precedentemente, il pesante piano di investimenti varato dal governo americano in favore della transizione energetica ed ecologica, che è sì un piano che ha un impianto protezionistico,  e che inevitabilmente porta con sé un rischio di delocalizzazione da parte di diversi produttori anche europei ed è evidente che di fronte a uno scenario del genere l’Europa non possa non reagire, non possa non rispondere, non coordinarsi, a maggior ragione perché Europa e Stati Uniti guardano lo stesso rivale sistemico che è la Cina.
Anche qui noi con intelligenza possiamo cogliere un’opportunità perché gli Stati Uniti perseguono progressivamente anche un decoupling cioè un disaccoppiamento dall’economia cinese che a noi offre l’opportunità di porci come fornitore alternativo, almeno per alcune materie prime critiche, estratte o processate in Europa e nei segmenti più carichi di innovazione e contenuto tecnologico.
Quella delle materie prime critiche è una delle principali sfide del nostro tempo. 
Se consideriamo soprattutto la loro importanza per la transizione ecologica, transizione che come abbiamo sempre detto e ribadito con forza in Europa è indispensabile, ma va fatta con criterio, non può cioè ritenersi che noi per avviare la transizione ecologica possiamo smantellare la nostra economia e le nostre imprese.
La transizione ecologica, la sostenibilità ambientale, deve camminare di pari passo con la sostenibilità sociale ed economica, vogliamo cioè sì difendere la Natura ma la vogliamo difendere con l'Uomo dentro e dell'opera dell'Uomo quella che più di tutte garantisce anche la messa in sicurezza del territorio.
Allora la nostra sfida, quello che ci differenzia da un certo ambientalismo ideologico, un po' miope dal mio punto di vista, si materializza su diversi dossier che proprio in Europa si stanno discutendo e l'approccio che abbiamo portato è un approccio molto pragmatico, penso ad esempio al regolamento sui veicoli leggeri perché se dopo il 2035 sarà ancora possibile immatricolare veicoli con motore endotermico, alimentati con combustibili neutri in termini di emissioni di CO2 sarà soprattutto grazie al coraggio assunto dall'Italia in questi mesi.
C'è ancora da lavorare, c'è ancora da lavorare per far riconoscere i biocarburanti e non solamente i carburanti sintetici neutri in termini di CO2 sulla base di dati tecnici e scientifici che ovviamente devono essere evidenti, ma noi intanto siamo riusciti a imporre il principio della neutralità tecnologica, ponendoci insieme alla Francia, alla testa di un fronte del no alla nuova normativa che oggi raggruppa otto Paesi europei, così come lavoriamo sul decreto imballaggi perché anche qui non ha molto senso aver spinto negli anni sul tema del riciclo e oggi voler colpire chi è riuscito a diventare un'avanguardia in tema di riciclo.
Bisogna avere il coraggio di dire le cose quando non funzionano, neutralità tecnologica cioè se da una parte è giusto che l'Europa stabilisca gli obiettivi della transizione ecologica, se noi condividiamo come condividiamo quegli obiettivi, dall'altra credo che la tecnologia con la quale ogni Nazione sceglie di raggiungere quegli obiettivi debba essere lasciata alla definizione degli Stati nazionali, chiaramente quando corrisponde alle regole che vengono immaginate, per salvaguardare l'economia, per salvaguardare il sistema industriale e anche per non consegnarci a nuove pericolose dipendenze. Perché sbagliare è umano ma perseverare… 
Allora, dicevamo delle materie prime che è uno dei dossier tra i più strategici dei prossimi anni, quello dal quale dipende sostanzialmente la capacità di sviluppo delle nostre economie e anche qui ci stiamo muovendo a livello europeo. La scorsa settimana a Berlino si è svolto il primo appuntamento della trilaterale Italia-Francia-Germania sulla politica industriale: 3 Nazioni che complessivamente rappresentano il 55% del PIL manifatturiero d'Europa e sono insieme la terza manifattura mondiale dopo Usa e Cina. 
A Berlino abbiamo condiviso le strategie sul tema materie prime critiche rafforzando la cooperazione con l'obiettivo di mettere in campo azioni di approvvigionamento sicuro, sostenibile ed economicamente vantaggioso. Il prossimo 30 ottobre invece a Roma sarà il momento della digitalizzazione della manifattura, nel 2024 a Parigi sarà quello delle tecnologie green.
Un approccio congiunto per un'Europa che oggi inizia a parlare niente meno che di sovranità, una cosa impensabile solo qualche mese fa quando il tema della sovranità veniva confuso con una sorta di approccio tardivamente autarchico, una specie di pericolosa tendenza dei partiti di destra. Forse non era così, forse semplicemente chi opera nel campo del reale, non nel campo dell’ideologia o nel campo dell’utopia ha più facilità a prevedere ciò che inevitabilmente poi si materializza.  
E le cose sono andate così perché è bastato un battito d’ali di farfalla dall’altra parte del mondo per far cedere il fragile modello di sviluppo degli ultimi trent’anni, quello che era stato basato tutto su una globalizzazione senza regole. Lo vediamo oggi con l'invasione dell'Ucraina e con la nostra necessità di ridisegnare il nostro approvvigionamento energetico ma ancora prima lo avevamo visto con la pandemia, quando dopo aver consegnato ad alcuni mercati asiatici tutta la filiera di chip e semiconduttori e la Cina durante la pandemia ha deciso di privilegiare il mercato interno, da noi si sono fermate intere catene di approvvigionamento.
Abbiamo capito quando sono arrivati gli shock quanto fosse miope da parte dell'Europa e da parte dell'Occidente mettere alcuni settori strategici delle proprie economie in mano a Nazioni che non potevano esattamente dirsi affidabili.
Allora la sfida che ci troviamo di fronte oggi è quella di tornare padroni del nostro destino limitando il più possibile la dipendenza da Paesi terzi, particolarmente nei settori strategici. È una sfida che per essere vinta va affrontata in maniera unitaria perché è chiaro ormai che la questione delle catene da approvvigionamento ha una valenza economica produttiva ma anche una valenza geopolitica strategica e su questo il Governo è impegnato in prima linea, così come siamo impegnati sul nuovo fronte della governance europea. 
La riforma del Patto di stabilità e crescita che, per come la vediamo noi, nella sua nuova versione - perché escludiamo che si possa tornare ai parametri precedenti la pandemia - dovrebbe privilegiare di più la crescita senza la quale del resto diventa molto difficile anche garantire stabilità.
Così come riteniamo che si debba assicurare parità di condizioni nel mercato interno e che questo debba prevedere una piena flessibilità dei Fondi europei esistenti. È stata ed è una delle grandi questioni che il Governo ha portato in Europa e che oggi si materializza ma la sfida sulla riforma della governance è sugli investimenti.
Se l'Europa fa delle scelte strategiche e quelle scelte strategiche sono Transizione verde, Transizione digitale ma anche - parlando sempre di autonomia strategica – Difesa, poi non si possono punire le Nazioni che investono sulla Transizione verde, sulla Transizione digitale con regole che non riconoscano il valore aggiunto di quegli investimenti. E quindi, per noi la sfida di scomputare le spese di investimento in questi obiettivi dal calcolo del rapporto deficit/PIL è una sfida prioritaria. 
Garantire, come dicevamo, piena flessibilità dei fondi, anche su questo si è cominciato a lavorare, abbiamo visto la proposta della Commissione europea della Piattaforma delle tecnologie strategiche per l’Europa che prevede al suo interno la flessibilità e che, dal nostro punto di vista, è anche un primo passo verso un Fondo sovrano europeo che è necessario per affrontare sfide che dureranno almeno per i prossimi tre decenni.
Al tema della flessibilità io non posso non legare quello del PNNR. Il PNNR è una grande occasione, come una grande occasione ha bisogno che remiamo tutti nella stessa direzione.
Il Piano non è stato scritto nel negoziato dall'attuale Governo ma noi oggi lavoriamo senza sosta per mettere a terra tutte le risorse nei tempi necessari.
È un Piano che ha bisogno di correttivi ma è soprattutto un Piano che ha bisogno di grande impegno da parte di tutti gli attori per riuscire a essere realizzato nei tempi che sono previsti. Qui voglio dire che mi dispiace anche se non mi stupisce che, invece, anche il PNRR in Italia sia diventato terreno di scontro. 
Penso che su una partita del genere noi dovremmo comportarci come se fossimo un solo uomo: maggioranza, opposizione e tutti i livelli istituzionali, aziende, sindacati, magistrati, intellettuali, gente comune. Perché qui non è in gioco il Governo qui è in gioco la modernizzazione dell'Italia e la sua credibilità a livello internazionale. E lo dico perché mi dispiace che anche qui ci sia chi non perde occasione per fare polemica, persino chi tifa perché si fallisca come se non fosse nell'interesse di tutti riuscire. 
Ma io voglio assicurarvi che quei soldi li metteremo a terra costi quel che costi; modificheremo le parti che non vanno bene; privilegeremo i progetti che hanno un respiro strategico; contratteremo con la Commissione ciò che è necessario contrattare; faremo le norme necessarie a superare le lungaggini e le difficoltà degli Enti locali; faremo ciò che va fatto e metteremo tutti ai remi e se qualcuno vuole rimanere a guardare vorrà dire che quando avremo terminato avrà imparato una lezione.
Abbiamo grandi sfide davanti e il Governo è consapevole che è impossibile affrontarle da soli. Per questo lo diceva Giovanna Pancheri, fin dal nostro insediamento che noi abbiamo recuperato con convinzione lo spirito di confronto che deve caratterizzare le fasi di profondo cambiamento, come quella che viviamo.
Abbiamo inaugurato un nuovo metodo caratterizzato da un dialogo costante, aperto, con le parti sociali per discutere insieme obiettivi e interventi necessari a supporto dell'economia nazionale delle principali filiere produttive.
Un primo risultato di questo lavoro si è visto ad esempio con il ddl sul Made in Italy che è la prima tappa di un documento globale di politica industriale, Made in Italy 2030 che presenteremo a tutto il mondo produttivo nella primavera del prossimo anno. 
Il ddl Made in Italy ha come obiettivo quello di rafforzare le filiere del Made in Italy.
Si dà tre obiettivi. Il primo è quello di lavorare sulle competenze, avete visto l'istituzione del Liceo del Made in Italy e non solo; quello di rafforzare le filiere garantendo risorse adeguate - penso soprattutto alla nascita del Fondo sovrano - e quello delle tutele con una lotta capillare alla contraffazione anche con l'utilizzo di tecnologie innovative in questo senso.
A questo lavoro, dicevamo prima, dei chip, si accompagna quello per varare a breve un vero e proprio Chips Act italiano, iniziativa che si inquadra sullo sfondo del Chips Act europeo che come sapete su questo tema si dà degli obiettivi importanti.
La politica dei semiconduttori si inserisce in un piano più ampio volto a rendere l'Italia competitiva in settori ad alto contenuto tecnologico.
 Il ramo dell'high-tech ha bisogno dal mio punto di vista di particolare attenzione nel contesto globale per attrarre nuove imprese dall'estero; per evitare la fuga di quelle che operano in Italia e, vado verso la conclusione, un ultimo focus non posso non farlo su un altro tema cruciale per il futuro dell'Italia che è il tema del mercato del lavoro.
Il mercato sta rispondendo bene alle politiche di questi mesi, lo citavamo in apertura. 
Beneficiamo anche del buon andamento dell'economia ma i dati sull'occupazione ci stanno dando grandi soddisfazioni. Noi abbiamo cercato con le nostre misure di fare la nostra parte, penso soprattutto al tema del taglio del cuneo contributivo e agli incentivi per l'assunzione dei giovani. Così come credo che sia stato un segnale molto importante l’abolizione del Reddito di Cittadinanza per chi poteva lavorare, perché chi può lavorare non può e non deve essere incentivato a non farlo.
Abbiamo bisogno del contributo di tutti. Ora stiamo lavorando per reperire le risorse che sono necessarie a rendere strutturale il taglio che abbiamo previsto per il 2023, come sapete. Sei punti percentuali per i redditi di lavoro fino a 35 mila euro, 7 punti per quelli fino a 25.000 euro, un segnale non di poco conto in sette mesi di lavoro e con le scarse risorse che abbiamo a disposizione.
Così come lavoriamo sulla riforma fiscale e intendiamo riconoscere nella riforma fiscale, tra le altre cose, una tassazione di favore per quelle imprese che investono in innovazione così come per quelle che investono in capitale umano, perché guardate questa è un'altra grande questione: nel tempo nel quale si affaccia l'intelligenza artificiale nella nostra vita noi dobbiamo capire l'importanza del capitale umano. 
Eravamo abituati a un progresso che serviva a ottimizzare il capitale umano e oggi rischiamo di trovarci di fronte a un progresso che sostituisce le capacità umane e questo può produrre uno shock incredibile nella nostra società e quindi bisogna che le due cose camminano insieme.
C’è ancora molto da fare e i dati positivi che registriamo sono un incoraggiamento a fare meglio e ad affrontare problemi strutturali che in passato alla fine non si è mai riusciti ad affrontare, penso al forte disequilibrio tra domande e offerta di lavoro: 2 milioni di posti di lavoro che il mercato non è attualmente in grado di soddisfare per carenza di profili adeguati. È una cosa che noi non ci possiamo permettere in questo contesto e dunque, una delle principali sfide che ci poniamo è quella di riformare le politiche attive del lavoro legando sempre più la formazione alle competenze richieste dalle imprese; richieste dalla continua e rapida innovazione che attraversa il mondo produttivo e la nostra società.
Anche su questo sarà importante il contributo del mondo imprenditoriale.
Il vostro contributo, le vostre idee, le vostre proposte. Su questo e su molto altro possiamo e dobbiamo lavorare insieme e probabilmente non sempre saremo d'accordo su tutto. Ma io so che una cosa la vediamo allo stesso modo e cioè che questa Nazione si può salvare. Che questa Nazione può ancora stupire, che questa Nazione può ancora dimostrare al mondo quanto vale. Perché sì, abbiamo mille difficoltà ma siamo sempre l’Italia.
Siamo sempre la nave più bella del mondo, saremo sempre la nave più bella del mondo. Il nostro scafo può avere qualche danno però è uno scafo solido, è uno scafo sicuro.
Il nostro equipaggio non sempre ha avuto indicazioni proprio chiare però è un equipaggio che ha cuore e ha cervello e se noi riusciamo, oggi, a dare indicazioni chiare e remare tutti nella stessa direzione, non dobbiamo temere nessun tipo di onda indipendentemente da quanto alta possa essere. 
Su questo io so che noi la pensiamo alla stessa maniera e su questo confido di lavorare insieme con voi. 
Vi ringrazio.

02 July 2023

President Meloni’s statement on anniversary of ‘Checkpoint Pasta’ battle in Mogadishu

Thirty years have passed since the tragic battle of ‘Checkpoint Pasta’ in Mogadishu. On 2 July 1993, Somali militia attacked a column of the Italian national contingent involved in the UN-led mission to ensure humanitarian aid reached the people of Somalia, reduced to hunger and suffering by the power struggle between tribal factions. Three young and valorous Italian soldiers, Second Lieutenant Andrea Millevoi, Sergeant Major Stefano Paolicchi and Corporal Pasquale Baccaro, lost their lives in the attack. Thirty-two others were wounded, some of whom very seriously.

Il Intervento del Presidente Meloni all'Assemblea Generale di Assolombarda 2023

Monday, 3 July 2023

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